Vanilla Fudge

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Carlo Maria
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Vanilla Fudge

Messaggio da Carlo Maria »

Tra i protagonisti della stagione psichedelica annovero anche i Vanilla Fudge.
Se, però, a differenza dei gruppi maggiori, sono stati abbastanza dimenticati, ciò lo faccio dipendere dal fatto che Mark Stein, Vince Martell, Tim Bogert e Carmine Appice fossero ottimi reinterpreti di brani altrui, ma non furono così brillanti in fase compositiva. Anche se i pezzi proposti e pubblicati erano alla fine spesso completamente stravolti e divenivano materiale decisamente nuovo e in linea coi tempi, di fatto di grandi brani frutto solo della loro ispirazione me ne vengono in mente un paio e basta.
L'esordio è del 1967, in pieno fermento psichedelico. L'album, omonimo, contiene 10 brani: 7 sono cover. Gli altri tre, messi insieme, durano 66 secondi. [smile]
Detto così, però, non rende l'idea perché in realtà la loro Ticket To Ride è una bomba che mantiene la struttura, ma si distanzia mille miglia dal classico beatlesiano (e che di norma sortisce anatemi e invettive da parte dei proggofili convinti [smile] [smile] [smile] [smile] ). Eccola:



L'album, davvero meritevole, contiene anche un'altra cover dei Beatles, Eleonor Rigby, una di Sonny Bono (Bang Bang), una degli Zombies (She's Not There) e il loro gioiello: You Keep Me Hanging' On, che resterà il loro brano più noto.
Questa versione live era stata tolta da youtube, ma ora è di nuovo godibile: mostra la potenza sonora di una band con grande grinta. Personalmente, la ritengo un'esecuzione memorabile. Carmine Appice è un batterista fantasioso e irruente, lo adoro. [hearts] [hearts]



Saranno solo cover, ma l'album spacca di brutto e vola fino alla sesta posizione della classifica americana. Resterà il loro miglior risultato.

Sei mesi dopo esce il loro secondo disco: The Beat Goes On. Questa volta si tratta di 13 brani, di cui 12 sono cover. :lol: :lol: :lol:
L'unico brano a firma propria è il primo: Sketch, uno strumentale introduttivo.
Anche qui, però, i freddi numeri non rendono affatto l'idea: The Beat Goes On di Sonny Bono viene frammentato e diventa SEI brani, che formano la struttura portante di tutto il disco, oltre che fornire il titolo all'album.
Nel mezzo, ecco una cover di Mozart e una di Beethoven, una Per Elisa decisamente originale (e di nuovo i miei amici proggofili imprecano e agonizzano di solito al suolo, simulando epilessia all'ascolto [smile] ;) ):



Il bizzarro pot-pourri di Eighteenth-Nineteenth-Twentieth Century è un brano di 6 minuti circa, in cui forse la band vuol riassumere e far confluire le proprie influenze. Il brano termina con cinque brani dei Beatles riassunti in 1 minuto e 46 secondi. Manca però, in questo caso, l'originalità delle altre cover beatlesiane e il tutto si riduce a una sorta di Bignami sacrificato.
Anche questo disco, però, va bene in America, dove raggiunge la posizione numero 17.
Il terzo disco esce appena 4 mesi dopo, nel giugno del 1968, si piazza al ventesimo posto in classifica, conferma la buona forma della band e presenta una novità: ben 5 brani su 7 sono produzioni proprie. Persino tra le tre bonus track, due sono originali.
Questo disco di solito è meno quotato dalla critica, ma io non sono assolutamente d'accordo: contiene almeno tre brani del repertorio maggiore, due dei quali sono tutta farina del loro sacco. Parlo di The Sky Cried/When I Was a Boy, Season of the Witch e di Where Is My Mind, quest'ultimo brano tra l'altro, chiarisce anche che Tim Bogert non è solo un buon bassista, ma ha anche una signora voce e sa salire niente male.

Puntavo a postarne solo uno... ma mi piacciono un sacco tutti e tre e quindi eccoveli: [smile]








Altri sei mesi e sfornano un altro disco, il quarto in un anno e mezzo: Near the Beginning si piazza al 16° posto in classifica sull'onda di un altro dei loro cavalli di battaglia: Shotgun. Anche l'altro brano azzeccato dell' lp è una cover: Some Velvet Morning. Qui i brani originali sono 4 su 7, ma le produzioni proprie sono un poco inferiori al materiale altrui che come al solito hanno ricreato in stile davvero buono. Il brano di Hazelwood e della Sinatra era un pop dall'incedere bizzarro, a metà tra country e vaghi profumi di psichedelia, ideale per un bel duetto; quello dei Vanilla Fudge è un brano pienamente psichedelico, con accelerazioni "pesanti", in cui si sconfina nettamente nell'hard rock.
Pregasi confrontare:






Lo so, ho ecceduto coi brani riportati da youtube. Il motivo è presto detto: questa band è scarsamente considerata, dimenticata, e mi spiace perché ha dato il suo contributo in modo onesto e spesso dimostrando grandi capacità.

Passano altri sette mesi e la band sforna il quinto disco... ad appena due anni e un mese dal primo. I ritmi sono davvero impegnativi. Certo, in quegli anni non era certo infrequente ed è più facile quando molto materiale è attinto da altre fonti, ma restano comunque ritmi intensi. L'album va meno bene, si ferma alla posizione numero 34. E sarà l'ultima volta che anche solo la band riuscirà a entrare in classifica. I brani migliori di questa prova sono The Windmills of Your Mind e la bonus track Break Song. 5 brani su 8 sono originali.
Ritmi forsennati, dicevo, e prima rottura. Il gruppo si ferma e resterà in iato per ben 12 anni, cioè fino al 1982. Questa volta si prendono il tempo dovuto e nel 1984 esce il loro sesto disco. Non per questo le loro doti di scrittura sono migliorate: su 10 brani solo tre sono le cover, ma nessuno dei sette brani rimanenti è scritto interamente dai nostri quattro hippie: sono ben sette gli autori che li supportano.
Nonostante l'aiuto esterno e la comparsata di Jeff Beck in un brano, la critica e il pubblico ignora il disco e i nostri si sciolgono di nuovo di lì a poco. Si riuniranno ancora tra il 1987 e il 1988 e nel 1991, per periodi sempre più brevi e con formazioni sempre più rimaggiate, in cui, del quartetto storico rimane solo Carmine Appice. Poi trovano di nuovo una quadra e nel 1999 tornano in pista, questa volta senza più interrompere il proprio corso. Escono altri due dischi, uno nel 2002 e uno nel 2007, e il nono cd della loro carriera è previsto per quest'anno. [happy]
Del quartetto base sono rimasti in tre: solo Tim Bogert si è stufato (pare definitivamente) e nel 2011 ha salutato gli altri membri.
Al suo posto è stato assunto il bassista Pete Bremy ed è con questa formazione che li ho visti a Torino nel 2014. [bop] [suddito] [exc] [exc] [exc]

Mark Stein e Vince Martell

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Carmine Appice

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Il bottino della mia serata: la set list autografata da tutti e tre e il plettro di Vince Martell. [hearts]

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reallytongues
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Re: Vanilla Fudge

Messaggio da reallytongues »

uno dei miei gruppi preferiti, anche senza ascoltarli troppo...
un ensamble rock di rara pesantezza, probabilmente il gruppo heavy più gigantesco mai apparso, senza che poi facessero heavy, più che altro hard beat psichedelico con venature progressive
come si leggeva dalla bella intervista postata da Watcher sul chitarrista Ritchie Balckmore, i Fudge furono la grande sensazione pop e rock di fine anni 60 in tutto il mondo, Italia compresa (comparirono a Sanremo)
nessuno come loro riuscì a rendere quadrata e monolitica la canzone pop, neppure i Cream, gli unici tecinicamente pari, riuscirono a creare dal pop beat e r&b della musica così altisonante
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Carlo Maria
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Re: Vanilla Fudge

Messaggio da Carlo Maria »

Sono lieto che ti piacciano, really, e ci contavo anche, avendo tu (mi par di capire) un'impostazione di stampo più psichedelico che progressive. :) :)
Una curiosità: in tutti i video passati, la band sembra avere più leader: a tratti emerge la leadership di Stein, a volte di Bogert, spesso quella di Appice. L'unico che sembra un po' in ombra è sempre Martelli. Dal vivo, a Torino, mi ha quindi sorpreso non poco vedere Vince che dettava i tempi e i ritmi a tutti quanti, con un sì ottimo Carmine re del drumming, ma un Mark Stein un poco spento alla tastiera. Almeno per quel che riguarda il concerto che ho visto, il leader era assolutamente il chitarrista, quindi o gli equilibri interni della band nei decenni sono cambiati oppure dai brani visibili su YouTube e altrove non emergeva questa propensione di Martelli alla direzione. Mi sono chiesto spesso quale delle due. :)
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reallytongues
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Re: Vanilla Fudge

Messaggio da reallytongues »

Sei un cacciatore di taglie Carlo! Autografi a go-go...

Notevole la loro versione di "Saeson Of The Witch" di Donovan, esemplare di come riuscivano a rimodellare e far rislatare aspetti musicali davvero affascinanti

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Re: Vanilla Fudge

Messaggio da Carlo Maria »

Season of the Witch l'avevo già pubblicata anch'io. ;)
Yes, l'autografo non mi dispiace, così come la chiacchierata o la foto con l'artista. :)
E poi i video: ne ho a decine di bootleg dei concerti, solo che la mia telecamera vecchio tipo non consente di trasformare i file: i mini cd non sono compatibili con youtube e non sono manco copiabili! In pratica, quando mi si smagnetizzeranno li perderò senza altra possibilità. :(
Poi ho qualche audio di concerto, perché certe volte invece giravo armato di registratore mp3. E infine ho molte foto. Ho sempre avuto paura, data la mia pessima memoria, di perdermi qualcosa.
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rim67
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Re: Vanilla Fudge

Messaggio da rim67 »

reallytongues ha scritto: Notevole la loro versione di "Saeson Of The Witch" di Donovan, esemplare di come riuscivano a rimodellare e far risaltare aspetti musicali davvero affascinanti
si, anche se personalmente preferisco il "minimalismo" dell'originale.
"Ho lavorato nel settore musicale per un po'. Sì, in tournée con i Metallica. Facevo il tecnico del suono. Una manica di stronzi!" Drugo
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Re: Vanilla Fudge

Messaggio da Carlo Maria »

rim67 ha scritto:
reallytongues ha scritto: Notevole la loro versione di "Saeson Of The Witch" di Donovan, esemplare di come riuscivano a rimodellare e far risaltare aspetti musicali davvero affascinanti
si, anche se personalmente preferisco il "minimalismo" dell'originale.
Ci sta: qui si va nel campo dei gusti personali. Io preferisco la versione dei Vanilla, ma il punto qui è un altro, ossia proprio quanto i brani scelti da loro diventassero altro. Poche band sono state così pienamente inserite nel genere psichedelico.
Un commento a latere, riguardo Carmine Appice: quando, nel 2007, al Gods of Metal, ebbi l'occasione di vedere live anche il fratello di Appice, Vinnie, mentre si esibiva con gli Heaven and Hell (che poi erano i Black Sabbath in versione James Dio), vidi che lo stile era simile, ma che anche il fratello che aveva avuto l'occasione di fare una maggior carriera, giungendo a suonare con una tale band di prestigio, non raggiungeva i vertici espressi da Carmine al suo strumento. [hearts]
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Re: Vanilla Fudge

Messaggio da roberto63 »

Ho solo Near The Beginning che mi piace parecchio specie nel suo secondo lato inciso dal vivo.
Mi paiono sostanzialmente abilissimi nell'arrangiamento, mentre lo sono di meno nella composizione.
Ho un debole per Some Velvet Morning di cui hanno saputo costruire un arrangiamento prepotente con un crescendo palpitante.

Per Season Of The Witch, pur apprezzando i Vanilla Fudge, la versione che preferisco è quella di Al Kooper con Steve Stills.
Teorema di Stockmayer:
Se sembra facile, è dura.
Se sembra difficile, è fottutamente impossibile.
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Ian
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Re: Vanilla Fudge

Messaggio da Ian »

Carlo Maria ha scritto: non raggiungeva i vertici espressi da Carmine al suo strumento. [hearts]
ricordiaamoci, che un certo "john Bonham" prese spunto su parecchie cosucce da Carmine Appice, sia dal roteare la bacchetta uguale a Carmine (e in parecchi video si vede) e non per ultimo, fu proprio Carmine Appice a presentare alla ludwig drums Bonzo Bonham, che lo ingaggiò come nuovo endoser (sempre fedele al marchio). questo perchè gli zeppelin fecero, agli inizi, da gruppo spalla ai stessi vanilla. Non a caso il primo set ludwig di bonham, fu a 2 casse , perchè lo volle uguale e spicciato a quello di Carmine, tanto era la stima che al tempo aveva. Solo che poi Bonzo, lasciò la doppia cassa, con una sola, dietro suggerimento di Plant che gli disse: "a che ti servono 2 casse , se già con una fai più rumore di chi ne ha 2? [smile] "...o qualcosa di simile
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Lorenzo Mentasti
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Re: Vanilla Fudge

Messaggio da Lorenzo Mentasti »

Dei Vanilla Fudge mi è sempre piaciuta molto la loro versione psichedelica di "You keep me hangin' on" delle Supremes, meglio dell'originale.
"Mother, didn't need to be so high."
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