R.I.P. Jeff Beck

In questa sezione parliamo principalmente delle Band "pioniere" del Rock anni '60 e '70, come lo sono stati i Beatles, i Rolling Stones, i Doors, i Led Zeppelin, e molti altri.

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Hairless Heart
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R.I.P. Jeff Beck

Messaggio da Hairless Heart »

Jeff Beck è morto a 78 anni dopo aver contratto una meningite batterica.

https://www.ilsole24ore.com/art/morto-j ... fresh_ce=1

Alcuni artisti passano alla storia per il loro successo, altri per l’influenza che hanno avuto sui loro colleghi. Jeff Beck - virtuoso assoluto della chitarra elettrica morto all’età di 78 anni per una meningite batterica - apparteneva senza dubbio alla seconda categoria. Assieme a Eric Clapton, Jimmy Page e Peter Green era una delle quattro colonne portanti del tempio che a Londra, a metà anni Sessanta, era stato consacrato alla chitarra rock, prima che da quell’altra parte dell’oceano arrivasse un uragano chiamato Jimi Hendrix. Anche dopo l’uragano, Beck è rimasto fermo lì a incidere e suonare. Punto di riferimento per tutti.

L’esordio con gli Yardbirds
In 60 anni di carriera ha incrociato il palco con numerosi illustri colleghi, dando e ricevendo come sempre succede quando si suona insieme. Nel caso di Beck, tuttavia, possiamo tranquillamente dire che ciò che ha dato supera in grande misura quanto ha ricevuto. Nativo del sobborgo londinese di Wallington, si avvicina alla chitarra giovanissimo e, appena ventenne, è già turnista in quella che nel frattempo era diventata la Swinging London. Sono gli anni del British Blues e Jeff, che con le pentatoniche se la cava abbastanza, non ci mette molto a farsi notare, tanto da avere l’onore di rimpiazzare un certo Eric Clapton negli Yardbirds, band che del British Blues era simbolo assieme ai Rolling Stones e ai Bluesbreakers di John Mayall. È qui che Beck definisce il suo stile chitarristico, prendendosi ancora di più la scena, sul palco e in sala d’incisione, rispetto a quanto non avesse fatto prima di lui Mr. Slowhand. Eric era tutto uno svisare, Jeff costruisce muri portanti col canale distorto dell’amplificatore. Senza quell’approccio, forse non ci sarebbe mai stato un heavy metal.

«Roger» e quel 1966 parecchio italiano
In Roger the Engineer (1966), primo vero album degli Yardbirds concepito come tale, gioca a tutto campo, obbedendo al leader Keith Relf quando deve, ma mettendosi in vetrina quando può (Jeff’s Boogie): il risultato è un disco di culto che oggi faremmo bene a riscoprire. Quello stesso anno gli Yardbirds incrociano due volte l’Italia: si esibiscono a Sanremo abbinati a Lucio Dalla (il brano è Pafff... bum!), dove Mike Bongiorno li apostrofa come «gallinacci», e appaiono in Blow up, capolavoro di Michelangelo Antonioni, dove a Beck toccherà il compito di sfasciare la chitarra nell’amplificatore a favore della macchina da presa.

Gli anni del Jeff Beck Group
Gli Yardbirds erano un supergruppo senza saperlo: dopo Clapton e Beck si unirà a loro pure Jimmy Page, con cui Jeff intraprende una collaborazione che sa tanto di competizione a chi alza di più il volume dell’amplificatore e fa le scale più velocemente. Con questi presupposti non può durare a lungo: Beck fonderà il suo Jeff Beck Group con Ronnie Wood al basso e Rod Stewart al microfono, regalandoci due perle come Truth (1968) e Beck-Ola (1969), Page trasformerà gli Yardbirds in New Yardbirds, prototipo di una macchina da guerra chiamata Led Zeppelin. Due progetti concorrenti (non a caso entrambi incidono la cover di Willie Dixon You Shook me) dal destino impari. Page - di una manciata di mesi più vecchio di Beck - è quello che ha cambiato la storia, ok, ma Beck è quello che gli ha insegnato il mestiere.

Beck, Bogert & Appice
Negli anni Settanta, decennio di massima gloria per gli eroi della chitarra elettrica, Beck è uno dei musicisti più stimati e corteggiati a livello internazionale. Lui continua a mettere in piedi supegruppi: con Tim Bogert e Carmine Appice dei Vanilla Fudge fonda il power trio Beck, Bogert & Appice. L’omonimo album (1973) contiene pezzi da novanta come la cover di Superstition di Stevie Wonder, opportunamente trasformata in una specie di schiacciasassi. Il Nostro poi strizzerà l’occhio al funky (Blow by Blow, 1975) e alla fusion (Wired, 1976), acclamato dalla critica e dagli addetti ai lavori, tanto da portarsi a casa otto Grammy.

L’amicizia con Johnny Depp
Fino all’ultimo, grande voglia di suonare e di collaborare: qui in Italia lo abbiamo visto l’estate scorsa al Vittoriale in partnership con Johnny Depp, attore prestato al rock e suo grande fan. Tanto ha vissuto, tanto ha visto, tante avrebbe potuto raccontarne. «Una volta volevo scrivere un’autobiografia», disse in un’intervista. «Ho iniziato a scriverla e poi ho pensato: no, lasciamo che scavino quando sarò morto». Si accomodi chi vuole: il momento è arrivato. Fate attenzione, comunque: a occhio e croce ci sarà da scavare un bel po’.
-Non ci sono più le mezze stagioni.
-Si stava meglio quando si stava peggio.
-Band on the Run è troppo bassa.
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aorlansky60
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Re: R.I.P. Jeff Beck

Messaggio da aorlansky60 »

E' un pezzo DAVVERO IMPORTANTE di storia del Rock che se ne va con la scomparsa di Jeff Beck, secondo me uno dei chitarristi tecnicamente più influenti in assoluto per il virtuosismo innato che possedeva... personalmente lo metto nella cerchia di quei 4 strumentisti "all'elettrica" che hanno fatto la storia, e tra questi penso che Beck fosse assolutamente IL MIGLIORE dal punto di vista strettamente tecnico... sapeva far parlare, ridere, piangere la chitarra elettrica come voleva lui, credo come nessun altro... possedeva "un tocco" esecutivo unico... non ha raccolto (economicamente parlando) ciò che la sua padronanza tecnica gli consentiva, ma rimarrà nella storia, ricordato come uno dei principali innovatori del potenziale tecnico della chitarra elettrica...

Il suo principale difetto (se così si può dire, dettaglio che spiega perchè non ha raccolto quanto era nel suo potenziale) è che, al contrario di Jimmy Page ed Eric Clapton (due di 'quei 4 chitarristi' di cui parlavo sopra), non è stato mai un manager attento di se stesso...

Nel 1968 prima ancora che uscissero fuori i Led Zeppelin, Beck aveva di fatto "inventato" il rock blues riscrivendolo in chiave fortemente elettrica, tramite il "Jeff Beck Group" che vantava nomi di prim'ordine :
Ronnie Wood al basso, Nicky Hopkins alle tastiere, Rod Stewart lead vocal, e naturalmente Beck alla chitarra... non ricordo ora il nome del batterista, ma con quel line-up che ho citato, si può ben capire la caratura e il potenziale di quella band, che pubblicò due album ("Truth" e "Beck o'la") che mandò letteralmente in visibilio il pubblico nord americano, riscuotendo un successo enorme in USA, poi non si capì bene perchè (presumibilmente per dissidi interni tra lui e Stewart, due bei caratterini...) sciolse la band... un vero peccato... il vuoto fu colmato dai Led Zeppelin che con la stessa proposta raccolsero soprattutto in terra nord americana, il successo e il consenso ben noti...

Piu della sua produzione solista a partire dagli anni 70, della quale voglio ricordare in particolare due albums notevoli quali "Blow by Blow" e "Wired" (*) pubblicati a metà anni 70, davvero innumerevoli le sue collaborazioni con altri artisti (rock e non solo) che lo chiamavano in qualità di session-man, dato che le sue virtù legate "al suo modo unico di suonare l'elettrica" erano ben note a tutti nell'ambiente, a livello di leggenda vivente...

(*) a proposito degli albums citati, Cito "Blow by Blow" perchè fu quello che mi fece conoscere il personaggio, lo acquistai [quasi] in tempo reale di pubblicazione, sulla base delle ottime recensioni che ottenne appena fece la sua comparsa sulla scena (1975)... Ancora oggi non ha perso la caratura che gli venne concessa al tempo, è infatti ancora ritenuto uno dei migliori album pubblicati da Jeff Beck...
Piccolo dettaglio che [magari] non tutti conoscono: fu registrato negli studi AIR di Londra, di proprietà di un certo George MARTIN (il cui nome dirà forse qualcosa...) che da poco aveva abbandonato la EMI per fondare una propria società di produzione musicale, infatti il produttore di quell'album è proprio l'ex produttore dei Beatles, segno che a livello musicale sir George aveva un gran "gusto" anche rivolto verso generi più impegnati, infatti da li a poco produrrà un album anche per la Mahavishnu Orchestra, collettivo fusion di un altro formidabile chitarrista, John McLaughlin...
Ricordo che per me quelli erano gli anni in cui rincorrevo "per sentito dire" e "per aver letto" sulle riviste specializzate (parallelamente al mio primo amore musicale per il progressive rock), "i migliori" esecutori alla chitarra elettrica in campo rock tradizionale, avevo già conosciuto ed assimilato Eric Clapton, ma devo dire che l'ascolto dell'album che cito più su fu per me qualcosa di "rivelatorio"...
Ama tutti, credi a pochi, non far male a nessuno.
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theNemesis
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Re: R.I.P. Jeff Beck

Messaggio da theNemesis »

Indubbiamente un virtuoso della chitarra.
Purtroppo, per lui, un po' meno virtuoso in ambito immagine e marketing.
R.I.P.
Dancing on time way...
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