Personaggio che mi ha sempre incuriosito, spesso presente nelle cronache rock degli anni ’60 (e, in particolare, presente nella spedizione indiana dei Beatles del 1968). Dopo tanto tempo (causa anche il fatto di essere praticamente sparito dopo quel decennio) mi sono ripromesso di ascoltare qualcosa. Partendo da qualcuna delle sue prime cose, tipo Catch the Wind o To Sing for You. Brani del tutto simili a quelli del primissimo Dylan, senza però il loro spessore.
Sono passato quindi all’album SUNSHINE SUPERMAN del 1966. Ed è stata folgorazione! Un disco stupendo, pregno di pop e di psichedelia, ed essendo appunto nel ’66 non si fa fatica a catalogarlo come seminale del genere. Non c’è una singola canzone fuori posto, se proprio devo indicarne una un po’ meno interessante direi The Fat Angel. Ma dalla title-track a Ferris Wheel a The Trip, sono tutte canzoni degne di menzione. Per non parlare di Season of the Witch, oggetto di cover da parte di svariati nomi di rilievo. Da notare inoltre, la presenza nell’album (in qualità di musicisti) di due signori nessuno come Jimmy Page e John Paul Jones.
Insomma, per questo album, il termine “capolavoro” non è assolutamente un’esagerazione.
“Scoperta dell’anno”.
Sunshine Superman
Guinevere
Donovan
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Donovan
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Re: Donovan
Un grande. Ho diversi LP (e poi CD), tra cui Hurdy Gurdy Man, dal brano scritto in India con una strofa di George Harrison, poi eliminata e recuperata nei concerti dal vivo, in cui racconta una gustosa storia di quando "... ero in India con 4 Beatles, 1 Beach Boy e Mia Farrow...".
Questa è splendida:
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Re: Donovan
Ho ascoltato il successsivo MELLOW YELLOW del '67, e devo dire che un po' di delusione c'è stata. Il lato psichedelico che mi aveva incantato nel lavoro precedente, qui appare solo a sprazzi tipo nell'ottima title-track o in Museum (non a caso risalente ai tempi di Sunshine Superman). Writer in the Sun ha invece un'atmosfera sognante che rimanda ai Velvet Underground di "Banana". Per il resto si tratta di un disco per metà acustico e per metà, inopinatamente, jazz. Donovan come un Michael Bublé degli anni 60, insomma.
Alla lunga, con vari riascolti, il lavoro si fa comunque apprezzare.
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Re: Donovan
Donovan lo si potrebbe considerare una sorta di musicista indissolubilmente legato alla cultura degli Anni '60, infatti, una volta terminato quel decennio, è letteralmente sparito (l'ultimo suo lavoro che si ricordi in termini di grandi numeri è stato il suo contributo alla colonna sonora di "Fratello Sole, Sorella Luna" di Zeffirelli, se non sbaglio con il brano "Laudato sii, mì Signore").
Probabilmente gli stimoli creativi che gli davano gli artisti "avanti" di quegli anni non glieli hanno dati i musicisti evoluti dei decenni successivi.
Esordì come un emulo del Dylan acustico con canzoni dai messaggi vagamente pacifisti ("Colours", "To sing for you", eseguita, visibilmente emozionato, davanti a Sua Maestà Bob Dylan in un dietro le quinte della sua prima tournée inglese del 1965, con Joan Baez e Alan Price in visibilio e Dylan che lo considerava a malapena -vedere per credere "Don't look back" di D.A. Pennebaker-), per poi virare, seguendo la svolta psichedelica dei Beatles (con i quali, insieme a Mike Love dei Beach Boys e Mia Farrow, condivise il viaggio in India), verso brani più elaborati e onirici ("Sunshine superman", "Mellow yellow", "Poor cow" -per l'omonimo film di Ken Loach-, "Hurdy-gurdy man", quest'ultimo realizzato con il contributo di Jimmy Page alla chitarra e John Paul Jones agli arrangiamenti), terminando infine il decennio con un folk quasi fiabesco e intimista ("Lalena", "Jennifer Juniper").
Probabilmente gli stimoli creativi che gli davano gli artisti "avanti" di quegli anni non glieli hanno dati i musicisti evoluti dei decenni successivi.
Esordì come un emulo del Dylan acustico con canzoni dai messaggi vagamente pacifisti ("Colours", "To sing for you", eseguita, visibilmente emozionato, davanti a Sua Maestà Bob Dylan in un dietro le quinte della sua prima tournée inglese del 1965, con Joan Baez e Alan Price in visibilio e Dylan che lo considerava a malapena -vedere per credere "Don't look back" di D.A. Pennebaker-), per poi virare, seguendo la svolta psichedelica dei Beatles (con i quali, insieme a Mike Love dei Beach Boys e Mia Farrow, condivise il viaggio in India), verso brani più elaborati e onirici ("Sunshine superman", "Mellow yellow", "Poor cow" -per l'omonimo film di Ken Loach-, "Hurdy-gurdy man", quest'ultimo realizzato con il contributo di Jimmy Page alla chitarra e John Paul Jones agli arrangiamenti), terminando infine il decennio con un folk quasi fiabesco e intimista ("Lalena", "Jennifer Juniper").
"Mother, didn't need to be so high."
Re: Donovan
io lo conosco grazie ad una raccolta dove c'è la già citata da HH Season of the WitchLorenzo Mentasti ha scritto: ↑02/05/2020, 10:55 ...Esordì come un emulo del Dylan acustico con canzoni dai messaggi vagamente pacifisti...
.
da sempre considerato la copia "sbiadita" di Dylan per me è invece un grande artista, e questa amalgama tra folk e psichedelia è assolutamente affascinante e irripetibile!
La già citata Catch the Wind, vale un intero album ma anche canzoni come: Candy Man, Ballad of Geraldine, The War Drags On, Universal Soldier! dei veri gioiellini
@twoofus: mi sembra di capire che lo conosci meglio di me e quindi, album consigliati?
"Ho lavorato nel settore musicale per un po'. Sì, in tournée con i Metallica. Facevo il tecnico del suono. Una manica di stronzi!" Drugo
Re: Donovan
Barabajagal, Mellow Yellow e una raccolta che contenga Atlantis, Jennifer Juniper, The sun is a very magic fellow, Colours.
You and I have memories longer than the road that stretches out ahead.
Re: Donovan
Grazie
"Ho lavorato nel settore musicale per un po'. Sì, in tournée con i Metallica. Facevo il tecnico del suono. Una manica di stronzi!" Drugo