Emily Young, la musa che ispirò i Pink Floyd vive in Maremma

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Hairless Heart
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Emily Young, la musa che ispirò i Pink Floyd vive in Maremma

Messaggio da Hairless Heart »

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BATIGNANO. Per 30 anni non aveva saputo niente, poi un giorno la chiamò un amico che le rivelò un segreto appena scoperto in un libro... «Ehi, ma lo sai che la Emily dei Pink Floyd sei tu?»

Che storia. Era il 1967 quando proprio lei, la sedicenne Emily Young dai lunghi capelli neri e lo sguardo magnetico, fu avvistata una sera a Londra da Syd Barrett, il mitico frontman dei Pink Floyd che ne trasse ispirazione per un singolo, “See Emily play”, inciso nel 1967 e rimasto per settimane ai vertici della classifica inglese. Lei non l’ha mai saputo finché anni fa un amico non ha letto una biografia e scoperto il mistero. Oggi quella ragazza ha 63 anni ed è considerata la più grande scultrice vivente del Regno Unito. Vive in Maremma dove ha comprato un antico monastero - il Convento di santa Croce - e scolpisce le sue opere in un’atmosfera di magica sacralità.

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Emily, nata a Londra nel 1951, è cresciuta in un ambiente di artisti e scrittori. Il padre era corrispondente del The Guardian in Italia, la madre lavorava al ministero degli esteri ed era collega della madre di Pollock. La nonna Kathleen Scott era scultrice, allieva di Auguste Rodin e moglie di un esploratore dell’Antartico, il capitano Scott. Il marito, morto da tempo, è stato musicista e fondatore della Penguin Cafe Orchestra, celebre ensemble del Regno Unito. Emily ha viaggiato molto e vissuto in Francia, America, India e Roma. Galeotte le vacanze con la famiglia in Lazio e Toscana in cui da piccola - grazie all’amicizia familiare con Pollock - ha scoperto per la prima volta questo convento «provando subito un’emozione fortissima», destinata a legarla per sempre a questa terra.

Risale al 1967 un altro incontro formidabile in un locale underground di Londra. A quei tempi Emily era conosciuta come la “studentessa psichedelica” e le cronache inglesi raccontano come lei, una sera, fosse a ballare con l’amica coetanea Anjelica Huston, mentre sul palco si esibiva una giovanissima band emergente che stava lentamente conquistando la scena musicale, i Pink Floyd.

«Io ballavo, loro suonavano - racconta lei - Io e Syd abbiamo parlato, non c’è stato altro. Lui era un poeta fantastico, una creatura deliziosa. Ha scritto questa canzone dopo un sogno in cui ero apparsa io». Un sogno - dice - frutto di un esaltante mix di genio creativo, droghe e poesia.

Il testo: Emily tries but misunderstands / She's often inclined to borrow / Somebody's dreams till tomorrow / There is no other day / Let's try it another way / You'll loose your mind and play / Free games today / See Emily play / Soon after dark Emily cries / Gazing through trees in sorrow / Hardly a sound till tomorrow / Put on a gown that touches the ground / Float on a river / For ever and ever / Emily, Emily

La traduzione: Emily prova ma non capisce / Ha spesso la tendenza a prendere in prestito / I sogni di qualcun altro fino al giorno dopo / Non c'è un altro giorno / Proviamo in un altro modo / Libererai la tua mente e giocherai / Giochi gratis oggi / Guarda Emily che gioca / Dopo che è sceso il buio Emily piange / Guarda fissa attraverso gli alberi, afflitta / Quasi non emette un suono fino all’indomani / Indossa un vestito che tocca terra / Galleggia su un fiume / Per sempre / Emily, Emily

Il video in bianco e nero, diventato famosissimo, mostra una ragazzina che corre in una foresta e nelle stanze vuote di un palazzo, fugge o gioca in un’atmosfera spettrale, rarefatta e visionaria facendo zig zag tra gli alberi. Ha lunghi capelli neri come lei, Emily. Anzi è proprio Emily come appare nel sogno di Syd, trasfigurata in una fuga perpetua. Inafferrabile com’è apparsa quella notte, ma afferrata e cristallizzata per sempre nella canzone.

È stata una biografia dei Pink Floyd, “Saucerful of secrets” di Nicholas Schaffner, a svelare nel 1992 l’identità di Emily, ricostruita incrociando nomi e storie come un grande puzzle che si è ricomposto nel tempo. Syd Barrett è morto nel 2006.

Se domandiamo alla scultrice di raccontarci nei dettagli questa bellissima storia, lei scuote le mani. No story. «Alla fine non c’è stata nessuna storia tra me e lui, non è stato nient’altro che un sogno creato dalla sua testa. E io non sono che un nome in una canzone...». Sì, ma che nome, e che canzone.
-Non ci sono più le mezze stagioni.
-Si stava meglio quando si stava peggio.
-Band on the Run è troppo bassa.
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twoofus
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Re: Emily Young, la musa che ispirò i Pink Floyd vive in Maremma

Messaggio da twoofus »

Una bellissima storia.
You and I have memories longer than the road that stretches out ahead.
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theNemesis
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Re: Emily Young, la musa che ispirò i Pink Floyd vive in Maremma

Messaggio da theNemesis »

Avevo letto qualcosa al riguardo, storia interessante.
D'altro canto la signora Emily sembra che sia un'artista mica da ridere.
Il brano, però, non è niente di eccezionale ;)
Dancing on time way...
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