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Humdrum
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Quando nel lontanissimo novembre del 1974 uscì The Lamb avevo 17 anni e...sul momento non ci capii nulla! Avevo tra le mani il tanto agognato doppio dei Genesis credendo fosse praticamente Selling due (la vendetta) invece.....ricordo che al primissimo ascolto pensai tra me e me : "ma che è 'sta roba? siamo sicuri che sono il mio gruppo preferito?""
ah ah ah ah ah
...mi sembra di vedere
esattamente me stesso (quando acquistai THE LAMB avevo 14 anni, figurati...) la prima volta che mi ritrovai alle prese con lo "spigoloso" doppio album che mi regalai per il Natale del 1974 con i sudati risparmi di studente qual'ero, faticosamente messi insieme a poco a poco (ricordo ancora quando lessi un numero di "Ciao2001" di fine estate 74, che in un articolo dedicato ai Genesis anticipava l'imminente uscita del nuovo album della band nell'autunno 74, precisare -era un intervista di Armando Gallo a Mike Rutherford- che si sarebbe trattato di un album doppio, quindi 4000 lire del tempo da moltiplicare per due, un esborso notevole per uno che era economicamente dipendente dai genitori...)
ho detto prima "spigoloso" perchè la prima impressione che mi diede la copertina
non fu affatto positiva, rispetto agli affreschi in stile pittorico che avevano contrassegnato le copertine degli albums dei Genesis fino a quel momento che tanto mi era piaciute... (interessante l'affermazione della pittrice inglese che disegnò la copertina di
Selling England by the pound : "
...quando fui contattata da Peter Gabriel per farlo, all'inizio rifiutai, in quanto non ero per niente interessata alla musica rock... allora Peter Gabriel mi fece ascoltare alcuni dischi dei Genesis... fu allora che mi convinsi a disegnare la copertina per il loro nuovo album...")
Ricordo ancora che il primo ascolto dell'album fu per me
piuttosto traumatico,
perchè lo stile musicale dell'album non ricalcava per niente lo stile per il quale i Genesis erano diventati celebri, motivo principale per cui ne ero affascinato e li seguivo regolarmente. Rispetto agli albums precedenti ci misi molto più tempo a "digerire" "The Lamb Lies down on Broadway" fino al punto da farmelo piacere, eppure esso non riuscì mai -ancora adesso- a raggiungere quelli che per me rappresentano il "ghota" artistico della band (FOXTROT - NURSERY CRYME - SELLING ENGLAND BY THE POUND, a scelta nell'ordine). Forse perchè nella visione del suo principale ideatore (la magmatica mente creativa di
Peter Gabriel) THE LAMB doveva essere proprio così:
scomodo, ruvido, per scuotere la mente, per togliere le sicurezze in cui ci si dondolava da tempo, mettendo tutto quanto in discussione per evolvere verso altre future prospettive. E bisogna dire che Peter raggiunse il proprio intento, fino a coinvolgere e convincere gli altri membri della band ad affrontare stili musicali da loro mai proposti in passato.
Ricordo ancora la forte perplessità che provai all'ascolto di un brano quale "Back in NYC", il rock più "duro" mai fatto dai Genesis fino a quel momento... poi col tempo capii... che non era la base strumentale a dare quell'impressione, ma l'uso della VOCE che Peter Gabriel decise di fare nelle strofe, che quasi anticipano il punk-rock per la violenza e per l'enfasi che la sua interpretazione vuole dare al brano... col tempo compresi che THE LAMB non era solo "progressive rock" ma molto di più,
una delle più interessanti e variegate raccolte di stili musicali mai messa in atto nella ristretta durata di un album 33giri... e a mia memoria non ricordo nessun altro album rock di tal genere: sotto questa prospettiva THE LAMB non trova eguali e può giustamente essere considerato un capolavoro assoluto oltre che un opera totalmente a se stante.
Sotto questo aspetto, secondo me le facciate 2 e 3 -ragionando in termini di Lp 33g- sono quelle più notevoli; finita la prima facciata si voltava il vinile e si veniva "aggrediti" dalla ruvida voce di Peter Gabriel nel brano che ho menzionato più su (Back in NYC), un
rock decisamente "duro", al quale segue -senza interruzione- un breve momento estatico di puro
Progressive Rock ("Hairless Heart") attraverso il quale le tastiere di Banks evocano le migliori pagine del passato della band per l'atmosfera che riesce a creare, ed ancora senza interruzione si apre un intervallo più disteso con il
pop leggero quasi provocatorio (sia per il testo sia per l'accompagnamento musicale) di "Counting out time" finito il quale inizia la decisamente più profonda "The Carpet Crawlers" seguita dalla quasi
Blues-eggiante "The Chamber of 32 doors" questi ultimi due tra i brani
più intensi e significativi dell'opera... wow!!!
una facciata d'album semplicemente bellissima. Poi riponevi il primo vinile e passavi al secondo, e qui ti accoglie un altro brano di puro
rock decisamente "duro" ("Lilywhite Lilith", il più duro dell'album, anche più "duro" di "BACK in NYC" perchè oltre la voce usata, qui c'è anche una base strumentale dal sound volutamente "hard" con basso e chitarre quasi distorte) seguito da un lungo strumentale ("The waiting room") che come stile altro non si può definire se non
"avanguarde" (altro repentino cambio di stile), seguito da un indimenticabile intro di pianoforte nella migliore tradizione "Banks" ad aprire "Anyway" quale brano dai sentori
simil prog a cui segue un nuovo perentorio cambio di stile con "The Supernatural anaesthetist" (uno dei momenti in cui Steve Hackett e la sua elettrica sono protagonisti) e poi arrivano le delicate atmosfere rarefatte
prog di "THE LAMIA" con la sola voce e solo piano di Gabriel&Banks (concluso da un assolo memorabile di Hackett) con la facciata che termina con "Silent Sorrow in empty boat" col quale si entra in territorio
"ambient" termine non ancora usato al tempo per etichettare brani simili dai sentori "atmosferici", così come la stessa "New Age" era uno stile col quale si sarebbe iniziato ad etichettare brani sul genere solo dagli anni 80...
Ecco perchè THE LAMB all'inizio (specialmente se si ha in mente e si amano gli albums precedenti dei Genesis) è così difficile da assimilare (ed accettare) perchè come abbiamo sottolineato sia io che Humdrum, è l'album con gli stili musicali più variegati che credo esista, non solo nel repertorio Genesis; ma soprattutto
perchè quest'album vuole e deve rappresentare -nella volontà chi lo ha creato- un netto taglio consapevole con il passato ...di sicuro all'inizio deluse le attese dei puristi -come me- del progressive rock (che al tempo erano elevatissime, perchè c'era grande curiosità su quello che avrebbe seguito "Selling England by the pound" giudicato come il migliore album della band), ma accontentò "anche" gli amanti del rock duro che prima snobbavano i Genesis (ricordo che poco dopo l'acquisto, feci ascoltare l'album ad un mio amico anch'egli appassionato di rock, ma soprattutto di Deep Purple e di Black Sabbath... all'inizio rimase schifato -parole sue- della title-track e di tutte le altre del lato 1... ma appena arrivò BACK IN NYC,
gli vidi drizzare le antenne percettive finchè esclamò "
però! questa è forte!...")
E propria a questa sua
eterogeneità di generi è dovuto il successo dell'album in nord-america (accentuato dall'acclamatissimo tour in USA dell'inverno 74/75 che il pubblico americano mostrò di gradire assai) dove per la prima volta il pubblico locale -tradizionalmente restìo al progressive rock- tributò alla band gli onori che meritava (il mercato discografico USA era il primo al mondo, tutti gli artisti pop rock lo sapevano bene, se sfondavi là avevi fatto "centro" per sempre) e che stentava ad ottenere in madre patria.