Diamo a Brian Jones quel che è di Brian Jones

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Lorenzo Mentasti
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Diamo a Brian Jones quel che è di Brian Jones

Messaggio da Lorenzo Mentasti »

Buongiorno a tutti/e!
Apro questo thread per disquisire con voi su un tema che mi ha sempre incuriosito quando si parla di Rolling Stones.
Ora, è assodato che, se la band è diventata il simbolo vivente del Rock Classico, lo si deve in gran parte alla prolificità compositiva, le svisate chitarristiche, il canto e la presenza scenica di Mick Jagger e Keith Richards. Cosiccome è loro il merito di aver tenuto in piedi la baracca negli Anni '80 (il periodo peggiore nella storia della band) e averla poi rilanciata in grande stile negli Anni '90, facendola arrivare fino ad oggi.
Però... però... però... se si esce dalla schiera di appassionati della band, pochi sotto ai 65 anni di età ricordano che un tempo c'era stato un biondino un po' psicopatico, sregolato oltre ogni limite, che rimase vittima della dipendenza da alcool e barbiturici a 27 anni. Quel biondino si chiamava Brian Jones. Ebbene, lui non scrisse mai un brano, non cantò mai (se non qualche coro nel primo album) e, a dirla tutta, non aveva neanche tutta 'sta presenza scenica. Nei filmati d'epoca sembra quasi che sul palco ce lo abbiano portato a forza (ma forse ciò era in parte dovuto agli abusi di natura chimica che poi ne determinarono la cacciata dalla band poco prima della morte). MA: 1) pur non essendo un virtuoso di nessuno di questi strumenti, sapeva suonare: chitarra, armonica a bocca, flauto, dulcimer, maracas e tromba, contribuendo attivamente ad arricchire tutti i primi classici della band in fase di arrangiamento, che proprio per questo motivo divennero tali 2) piccolo particolare: fu lui il fondatore della band, a darle il nome Rolling Stones (da un brano di Muddy Waters) e a prendere contatti con gli impresari per i primi concerti nei locali londinesi.
E allora mi chiedo: perché, al di là della fama (poco attinente alla Musica Vera) di essere stato il primo Rocker ad inaugurare (suo malgrado) la serie di quelli morti a 27 anni, Brian Jones nell'iconografia dei musicisti Rock passa sempre un po' in secondo piano?
Secondo me meriterebbe un po' più di rispetto anche dai non addetti ai lavori.
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Re: Diamo a Brian Jones quel che è di Brian Jones

Messaggio da Watcher »

Personalmente i Rolling Stones che mi sono sempre piaciuti, ancora di più che con Mick Taylor, per non parlare con Ron Wood. Vero, forse non ha influito più di tanto per tutti i motivi esposti (non scriveva brani, non cantava, era sì un polistrumentista ma niente di che). Sarà nostalgia, ma per me Brian Jones era fondamentale quanto Keith Richards, almeno negli anni sessanta.
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Re: Diamo a Brian Jones quel che è di Brian Jones

Messaggio da twoofus »

Premesse:
1) per me i Rolling Stones sono sacri;
2) io sono ancora al di sotto dei 65 ma ricordo benissimo Brian Jones e gli ho sempre riconosciuto tutti i meriti che indubbiamente ha.
Detto questo, condivido pienamente il post e non ho molto da aggiungere.
Consiglio
1) il film STONED del 2005, del quale ho il dvd ma che purtroppo esiste solo in inglese ed è disponibile anche su you tube a questo link:

2) il libro "Io e gli Stones" di Jimmy Phelge, colui il quale condivise l'appartamento di Chelsea con Mick, Brian e Keith nel 62 e racconta avventrure esilaranti e retroscena interessanti, che qui si può leggere in parte https://books.google.it/books?id=DQXhBQ ... ta&f=false

Il buon Brian fondò gli Stones e inventò il nome, era un ottimo polistrumentista e arrangiatore, ma nello stesso tempo:
-stipulava contratti taroccati per mezzo dei quali intascava cifre doppie all'insaputa degli altri;
-dal 1959 al 1965 ebbe cinque figli illegittimi con ragazze diverse (5 sono quelli ufficiali, ma...) - in pratica metteva incinta chiunque gli si avvicinasse...
-a causa dei suoi atteggiamenti inaffidabili e dei suoi trascorsi con le droghe (e le paternità sconsiderate), i Rolling non poterono andare in tour in America fino al 1969 e la loro carriera rischiò seriamente di interrompersi sul più bello;
-non ha mai scritto una canzone solo perchè non era mai in grado di finire ciò che iniziava (a detta sua ne aveva tante che però nessuno ha mai ascoltato);
-in studio è stato davvero attivo fino ad Aftermath, poi parzialmente in Between the buttons e Satanic poichè era un periodo pop oriented e lui era sempre ossessionato dal blues, e poi fu completamente inutile in Beggars Banquet e Let it bleed, capolavori assoluti terminati malgrado la sua ostacolante presenza;
-aveva atteggiamenti da popstar ed agiva da tale, pur detestando il pop; per lui gli Stones avrebbero dovuto continuare per sempre a fare cover di classici blues;
-a detta di molti, spesso appariva perfido e cattivo; Anita Pallenberg, probabilmente l'ossessione finale per cui Brian sprofondò nella depressione, da lui ne subì di cotte e di crude, comprese botte da orbi, prima di lasciarlo per Keith Richards durante un viaggio in Marocco. Poi sarebbe passata anche nel letto di Jagger (come tutte, ma questa è un'altra storia).
Insomma diamo a Brian quel che è di Brian, però tutto...
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Re: Diamo a Brian Jones quel che è di Brian Jones

Messaggio da Lorenzo Mentasti »

Grazie per il suggerimento del film @ Twoofus, innanzitutto :-)
Poi, nell'ordine:
-ma i Rolling Stones mi risulta che due tournée negli USA le fecero nel 1964 e nel 1965 con Brian Jones che era ancora quasi il capo della band (credo che la leadership cominciò a sfuggirgli quando Jagger&Richards iniziarono a scrivere canzoni che, dopo un inizio in sordina, cominciarono a tramutarsi automaticamente in hits)
-ho letto nella biografia di Keith Richards "Life" la storia di Anita Pallenberg; sì, Brian Jones ne esce come un essere repellente e negli ultimi anni piuttosto inutile ma queste dichiarazioni le prenderei con le pinze. Sono pur sempre state fatte da una delle due parti in causa e poi mi sembra che qualche bel ricamo di slide il biondino in "Beggar's banquet" e "Let it bleed" lo faccia ancora. Insomma, secondo me il buon Keith non ce la racconta giusta sul Sig. Jones, anche perché lui e Mick, quando iniziò ad avere seri problemi di droga, lo sbatterono fuori senza curarsi più di lui e lasciandolo morire solo come un cane.
Poi certo, siamo, credo, tutti d'accordo sul fatto che Mick Taylor possa vantare dalla sua di essere un miglior chitarrista dal punto di vista tecnico e che abbia partecipato alla stesura di due album capolavoro e tre quarti (contro i due e un quarto di Brian Jones), e che anche Ron Wood schitarri forse meglio ma quest'ultimo è entrato quando la Storia era già stata fatta e già si viveva di rendita. Ma Brian Jones fu quello che quella Storia fece iniziare per cui... a voi le conclusioni ;-)
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Re: Diamo a Brian Jones quel che è di Brian Jones

Messaggio da aorlansky60 »

Premetto che a volte mi trovo controcorrente, magari inspiegabilmente per chi ha a cuore un argomento decisamente "succoso" come possono essere i Rolling Stones, ma a me gli STONES che davvero più mi piacciono (e anche molto) sono quelli del dopo BRIAN, vale a dire da BEGGARS BANQUET(*) in poi (da questo album fino a EXILE ON MAIN STREET passando per tutto quello che c'è in mezzo, li trovo F-O-R-M-I-D-A-B-I-LI, una macchina "da rock" praticamente insuperabile, l'unione tra Richards(creatore di riff insuperabile) e Taylor(finissimo chitarrista solista) ha prodotto davvero molto e di pregio, ed anche gli albums successivi, tipo "IT's ONLY ROCK'n'roll" e "Goat Head Soup" pur non essendo al livello precedente sono ancora decisamente buoni),

questo per dire che, personalmente, gli anni "Brain Jones" sono quelli che mi entusiasmano di meno... forse non ho capito nulla in merito (me l'hanno detto molti estimatori degli Stones su questo argomento particolare) ma non posso farci niente, così è. [smile]

(*) per quest'album Brian Jones era ancora in formazione, ma il suo contributo è stato minimo se non ricordo male, già si erano palesati i cattivi rapporti tra lui da una parte e K.Richards dall'altra ma sopratutto vs Mick Jagger, che lo voleva estromettere dagli Stones, come poi accadde.
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Re: Diamo a Brian Jones quel che è di Brian Jones

Messaggio da Humdrum »

Nel 1969 i Rolling Stones erano una band in crisi : problemi finanziari, problemi di droghe...
Il progetto di risollevarsi con il nuovo disco Let it Bleed e il conseguente tour americano cozzava con l'attegiamento menefreghista (dovuto all'abuso di droghe e affini) di Brian Jones. Le note di copertina recitano: "percussioni in Midnight Rambler" , "autoharp in You Got The Silver". Con Brian il progetto del tour era irrealizzabile:la polizia inglese non avrebbe mai dato il permesso di uscire dai confini della Gran Bretagna visti i suoi trascorsi .
Il vaso era colmo: gli altri Stones gli offrirono 100.000 pounds sull'unghia per andarsene e la promessa di altri 20.000 ogni anno finchè il complesso rimarrà in vita.
Intanto avevano trovato già il sostituto in Mick Taylor (presentato ufficialmente il 13 giugno) che avrebbe esordito nel concerto gratuito del 5 luglio ad Hyde Park.
Questa è la fredda cronaca: voglio comunque spezzare una lancia in favore del povero Brian.
Se la storia ne ha sminuito i meriti ,perchè alla sua morte si sono scomodati artisti del calibro di Jimi Hendrix che dedica all'amico Lover man, ringraziandolo per l'affetto di sempre e soprattutto per quella volta a Monterey ,quando gli aveva fatto da entusiastico padrino?
E poi Pete Townshend che compone un epitaffio in forma di canzone A normal day for Brian , a man who died every day,infine Jim Morrison che è così colpito da scrivere di getto Ode to LA while thinking of Brian Jones deceased,una poesia che stampa e distribuisce agli spettatori di un concerto che i Doors tengono all'Aquarius Theatre di Los Angeles.
Come dice Lorenzo : Ridiamo a Brian Jones quello che è di Brian Jones! 8-)
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Re: Diamo a Brian Jones quel che è di Brian Jones

Messaggio da Lorenzo Mentasti »

Grazie @ Humdrum ;-)

Poi anche qui ognuno ha il suo periodo preferito, trattasi comunque della band più duratura della Storia che ha cambiato quattro volte la line up e ha sempre aggiornato il proprio sound. Ecco, io pecchero' magari di tradizionalismo ma a me il periodo con Brian Jones, in equilibrio tra rock'n'roll, r&b, pop ballad inglesi, beat e qualche ombra di psichedelia piace da matti, sarà perché è così che ho conosciuto i Rolling Stones. Apprezzo ovviamente anche il periodo con Mick Taylor, immerso nei generi blues, country e soul, decisamente meno (pur con perle sparse qua e la') il periodo funky e reggae nei primi anni con Ron Wood, il resto della carriera (Anni '80 esclusi, ovviamente) direi un pop rock altamente professionale che però nulla aggiunge alla loro Storia.
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Re: Diamo a Brian Jones quel che è di Brian Jones

Messaggio da twoofus »

Assolutamente diamogli quel che è suo. Però avevo precisato "diamogli i meriti, ma anche i demeriti".
Io preferisco tutti gli Stones, ma in particolare quelli dal 1964 al 1978 (quindi ci sono sia Jones che Taylor e Wood), e i miei scaffali scricchiolano sotto il peso dei loro dischi, cd, dvd e di libri scritti su di loro.
Testimonianze simili a quelle di Richards (di cui parlava Lorenzo Mentasti) si trovano nell'imperdibile "Su e giù con i Rolling Stones", in "ACCORDING TO THE ROLLING STONES" scritto da tutti i componenti sulla falsariga di Anthology dei Beatles, nel dettagliatissimo "5/7/69: BRIAN JONES - MORTE DI UN ROLLING STONE", in "LE VERE AVVENTURE DEI ROLLING STONES", in "IO E GLI STONES" di Phelge, in "STONE ALONE" di Bill Wyman e "ROLLING WITH THE STONES" ancora di Wyman.
Riguardo al tour che non potevano intraprendere, coma ha chiarito Humdrum, mi riferivo al dopo 67.
Credo che Brian sia stato decisivo nel 62-64, importante fino al 66, quasi inutile fino al 67 e deleterio nel 68 e nel - putrtroppo metà - 69, tanto che dovettero pagare per toglierselo di torno. E va anche detto che lui era interessato soltanto alla musica marocchina e intendeva lasciare gli Stones, ormai dediti al pop e poi al rock.
A conti fatti, credo sia da ritenere una gran figura nella scena del rock e che avrà sempre il suo posto nella storia, ma senza esagerare. E comunque fu la prima vittima di un'epoca ingenua, irripetibile, in cui tutti facevano e provavano di tutto senza conoscerne le conseguenze: la prima J ad andarsene...
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Re: Diamo a Brian Jones quel che è di Brian Jones

Messaggio da Humdrum »

Pienamente d'accordo ,Vincenzo!
l'8 giugno 1969 Mick, Keith e Charlie salirono alla residenza di Brian Jones per dirgli che avrebbero fatto la tourneè negli Stati Uniti senza di lui , praticamente dandogli il benservito senza accennare al fatto che dal 14 maggio Taylor provava con loro.Brian ,fisicamente a pezzi ( qualcuno lo definì un Luigi XIV grasso e mummificato), accennò al fatto di aver avuto abboccamenti con il batterista di Jimi Hendrix ,Mitch Mitchell, ma in realtà si risolse tutto in una bolla di sapone.A metà giugno chiamarono al telefono Vincent Crane e Carl Palmer che stavano per formare gli Atomic Rooster,ma Brian rifiutò l 'invito (peccato, aggiungo io).
Chi invece lo convinse a provare ad entrare nel suo nuovo gruppo , i New Church, fu Alexis Korner : Jones li invitò nella sua dimora per suonare insieme, ma lui non era in grado neanche di imbracciare una chitarra!!!
Il 2 luglio in una afosa serata sappiamo tutti com'è finita...
Nello stesso momento, agli Olympic Studios gli Stones stavano provando un'ottima cover di Stevie Wonder ,Don't Know Why,quando , poco dopo mezzanotte Mick, mentre era al mixer, ricevette una telefonata e rispose:ascoltò, riattaccò, biianco in volto, le lacrime agli occhi.Don't Know Why non entrò mai in LET IT BLEED.
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Re: Diamo a Brian Jones quel che è di Brian Jones

Messaggio da Lorenzo Mentasti »

twoofus ha scritto: 07/06/2020, 11:21 Assolutamente diamogli quel che è suo. Però avevo precisato "diamogli i meriti, ma anche i demeriti".
Io preferisco tutti gli Stones, ma in particolare quelli dal 1964 al 1978 (quindi ci sono sia Jones che Taylor e Wood), e i miei scaffali scricchiolano sotto il peso dei loro dischi, cd, dvd e di libri scritti su di loro.
Testimonianze simili a quelle di Richards (di cui parlava Lorenzo Mentasti) si trovano nell'imperdibile "Su e giù con i Rolling Stones", in "ACCORDING TO THE ROLLING STONES" scritto da tutti i componenti sulla falsariga di Anthology dei Beatles, nel dettagliatissimo "5/7/69: BRIAN JONES - MORTE DI UN ROLLING STONE", in "LE VERE AVVENTURE DEI ROLLING STONES", in "IO E GLI STONES" di Phelge, in "STONE ALONE" di Bill Wyman e "ROLLING WITH THE STONES" ancora di Wyman.
Riguardo al tour che non potevano intraprendere, coma ha chiarito Humdrum, mi riferivo al dopo 67.
Credo che Brian sia stato decisivo nel 62-64, importante fino al 66, quasi inutile fino al 67 e deleterio nel 68 e nel - putrtroppo metà - 69, tanto che dovettero pagare per toglierselo di torno. E va anche detto che lui era interessato soltanto alla musica marocchina e intendeva lasciare gli Stones, ormai dediti al pop e poi al rock.
A conti fatti, credo sia da ritenere una gran figura nella scena del rock e che avrà sempre il suo posto nella storia, ma senza esagerare. E comunque fu la prima vittima di un'epoca ingenua, irripetibile, in cui tutti facevano e provavano di tutto senza conoscerne le conseguenze: la prima J ad andarsene...
Certamente, meriti e demeriti.
Però secondo me l'autoharp in "You got the silver" nel 1969 fa ancora la sua porca figura. Inoltre, non so, tu che sei giornalista e critico sei forse più informato di me, ma siamo sicuri che il suo contributo a "Between the buttons", "Their satanic majesties request" e i singoli "Let's spend the night together"/"Ruby Tuesday" e "We love you"/"Dandelion" sia così nullo? Ok, "We love you" e "Satanic" sono un maldestro tentativo di emulare i Beatles del "Pepper", peraltro rinnegato da loro stessi ma, se non sbaglio, il delizioso flauto in "Ruby Tuesday" lo suona lui.
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Re: Diamo a Brian Jones quel che è di Brian Jones

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Humdrum ha scritto: 07/06/2020, 14:56 Il 2 luglio in una afosa serata sappiamo tutti com'è finita...
Nello stesso momento, agli Olympic Studios gli Stones stavano provando un'ottima cover di Stevie Wonder ,Don't Know Why,quando , poco dopo mezzanotte Mick, mentre era al mixer, ricevette una telefonata e rispose:ascoltò, riattaccò, biianco in volto, le lacrime agli occhi.Don't Know Why non entrò mai in LET IT BLEED.
Però finì nella compilation tedesca "Metamorphosys", uscita nel 1975, che contiene la versione acustica di "Heart of stone", il demo di "Out of time" con fiati che Chris Farlowe trasformò in hit, altri demo per brani scritti per effimeri cantanti da classifica inglesi dell'epoca (su suggerimento di Andrew Loog Oldham per far fare esercizio come autori a Mick Jagger e Keith Richards, nel periodo in cui la band incideva ancora quasi solo covers), due provini di Bill Wyman e, appunto, "Don't know why".
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Re: Diamo a Brian Jones quel che è di Brian Jones

Messaggio da twoofus »

Metamorpohosis, che malgrado le critiche a me piace, non era una compilation tedesca, ma il disco americano creato da Allen Klein con vecchi scarti di studio, pubblicato dalla ABKCO (Allen & Betty Klein and Company) come un dispetto agli Stones che avevano abbandonato lui (che li turlupinava) e la Decca (quando nel 1970 la Decca chiese a Jagger di rispettare il contratto che prevedeva ancora un ultimo disco, Mick gli diede "Cocksucker Blues" e disse: "se avete le palle pubblicate questa...". Non la pubblicarono!).
Nel 67 Brian si limitava ad abbellire le canzoni, peraltro con ottimi risultati. We love you è splendida: i cori di Lennon e McCartney, il testo irriverente scritto a proposito della residenza nelle patrie galere, le catene iniziali e il piano incredibile di Nicky Hopkins ne fanno un pezzo memorabile. E Dandelion sul retro (anche qui con John e, forse, Paul ai cori) ne segue il passo. Grandissimo singolo!
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Re: Diamo a Brian Jones quel che è di Brian Jones

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twoofus ha scritto: 07/06/2020, 18:35 Metamorpohosis, che malgrado le critiche a me piace, non era una compilation tedesca, ma il disco americano creato da Allen Klein con vecchi scarti di studio, pubblicato dalla ABKCO (Allen & Betty Klein and Company) come un dispetto agli Stones che avevano abbandonato lui (che li turlupinava) e la Decca (quando nel 1970 la Decca chiese a Jagger di rispettare il contratto che prevedeva ancora un ultimo disco, Mick gli diede "Cocksucker Blues" e disse: "se avete le palle pubblicate questa...". Non la pubblicarono!).
Nel 67 Brian si limitava ad abbellire le canzoni, peraltro con ottimi risultati. We love you è splendida: i cori di Lennon e McCartney, il testo irriverente scritto a proposito della residenza nelle patrie galere, le catene iniziali e il piano incredibile di Nicky Hopkins ne fanno un pezzo memorabile. E Dandelion sul retro (anche qui con John e, forse, Paul ai cori) ne segue il passo. Grandissimo singolo!
Non sapevo che fosse un disco americano "Metamorphosys", evidentemente quello che ho io è una stampa tedesca. Anche a me è sempre piaciuto tantissimo, sono dei Rolling Stones inediti, forse più inclini al beat, anche perché, come hanno detto loro intervistati anni dopo, si trattava per lo più di demos di brani scritti per cantanti da classifica inglesi nel periodo 1964-1967, a parte la versione di "Heart of stone" in stile acoustic blues, i due provini di Bill Wyman (sempre di genere blues) e la sopracitata "Don't know why". Che Mick e Keith fossero ancora acerbi come autori lo dimostra però il brano "Sleepy city" che è praticamente un plagio di "He's a rebel" delle Crystals.
In ogni caso, Allen Klein è stato un Signore del Male per il Rock: ha contribuito a sfasciare i Beatles (con buona pace di Harrison, Lennon e Ringo che lo avevano fortemente voluto per fare uno sgarbo a Paul che voleva nepotisticamente imporre come manager il padre della sua nuova compagna) e ha rischiato di fare lo stesso anche con i Rolling Stones, se questi non avessero avuto già allora un discreto pelo sullo stomaco e fossero riusciti a girargli i denti. E anche la Decca di danni ha rischiato di farne: tra il 1962 e il 1970 ha: rifiutato i Beatles, sbattuto via gli Who dopo un paio di album (i motivi non li so) e costretto i Rolling Stones a fare armi e bagagli e mettersi in proprio. Poi per fortuna questi gruppi sono esplosi o hanno proseguito anche senza di loro.
Tornando in topic: sì, certo, Brian Jones non ha mai composto niente (niente che sia mai stato pubblicato, almeno) né cantato ma i suoi contributi in fase di arrangiamento erano comunque un bel limitarsi :D
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Re: Diamo a Brian Jones quel che è di Brian Jones

Messaggio da Watcher »

twoofus ha scritto: 07/06/2020, 18:35 We love you è splendida: i cori di Lennon e McCartney, il testo irriverente scritto a proposito della residenza nelle patrie galere, le catene iniziali e il piano incredibile di Nicky Hopkins ne fanno un pezzo memorabile. E Dandelion sul retro (anche qui con John e, forse, Paul ai cori) ne segue il passo. Grandissimo singolo!
Ragazzi, quando trasmisero alla radio “We Love You” in anteprima per l’Italia, lo si sapeva dal giorno prima, la trasmissione poteva essere Bandiera Gialla ma non ne sono sicuro, mi trovavo di pomeriggio a scuola, lezione di disegno tecnico. Io ed un amico chiedemmo a distanza di pochi minuti (cercando di non essere fraintesi :lol: ) uno dall’altro il permesso di andare al … cesso. Dalla tasca dell’amico spuntava così un transistor, e così ci ascoltammo quella meraviglia di We Love You. Una cosa che scopro solo adesso e che ci fossero anche John e Paul. :o La goduria sarebbe stata doppia!
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Re: Diamo a Brian Jones quel che è di Brian Jones

Messaggio da aorlansky60 »

Watcher ha scritto: 08/06/2020, 16:11 Una cosa che scopro solo adesso e che ci fossero anche John e Paul. :o La goduria sarebbe stata doppia!
La storica rivalità tra le due bands fu in qualche modo architettata da tabloids e giornalisti (soprattutto in madre patria) per dar loro modo opportunità di vendere [meglio e di più] ciò che davano in pasto ai lettori (che abboccavano puntuali...) ma il fatto è che lontano dai riflettori e dai cronisti, Beatles e Rollings negli anni 60 si frequentavano nel tempo libero assai di più di quanto si possa immaginare, ed erano anche amici, la partecipazione amichevole di John & Paul alla registrazione di "We love you" è una delle tante prove in merito... [happy]
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Re: Diamo a Brian Jones quel che è di Brian Jones

Messaggio da Lorenzo Mentasti »

[/quote]

La storica rivalità tra le due bands fu in qualche modo architettata da tabloids e giornalisti (soprattutto in madre patria) per dar loro modo opportunità di vendere [meglio e di più] ciò che davano in pasto ai lettori (che abboccavano puntuali...) ma il fatto è che lontano dai riflettori e dai cronisti, Beatles e Rollings negli anni 60 si frequentavano nel tempo libero assai di più di quanto si possa immaginare, ed erano anche amici, la partecipazione amichevole di John & Paul alla registrazione di "We love you" è una delle tante prove in merito... [happy]
[/quote]

Non solo: John e Paul diedero ai Rolling Stones anche un loro brano (che avrebbe poi cantato Ringo nel secondo album dei Beatles), "I want to be your man", per il loro secondo singolo, dato che questi volevano già proporre qualcosa che non fosse una cover ma ancora non sapevano scrivere brani. Inoltre, come già accennato in altri topic: a) Brian Jones suonò nel penultimo b-side della storia dei Beatles, "You know my name (Look up the number)" b) Mick Jagger e Marianne Faithfull fecero i cori in "Yellow submarine" c) Mick Jagger e Keith Richards parteciparono al video di "All you need is love" d) i Beatles scrissero 'Welcome the Rolling Stones' sulla copertina di "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band" e) i Rolling Stones ricambiarono il favore facendo comparire nascosti nella copertina di "Their satanic majesties request" i volti dei Beatles. In sostanza, sì, all'epoca Beatles e Rolling Stones erano amicissimi, solo negli ultimi anni, Dio solo sa perché, si sono lasciati andare a sfottò incrociati al vetriolo (Paul che dice che i Rolling Stones hanno seguito e imitato i Beatles in quasi tutto in quegli anni perché loro saranno sempre i migliori, Mick e Keith che dicono che il "Pepper" fa schifo e che i Beatles hanno cessato di esistere quando loro hanno iniziato a fare concerti in grande stile e per questo non ci può essere alcun paragone tra le band).
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Re: Diamo a Brian Jones quel che è di Brian Jones

Messaggio da aorlansky60 »

"John e Paul diedero ai Rolling Stones anche un loro brano (che avrebbe poi cantato Ringo nel secondo album dei Beatles), "I want to be your man", per il loro secondo singolo, dato che questi volevano già proporre qualcosa che non fosse una cover ma ancora non sapevano scrivere brani"


...e che gli stessi Beatles registrarono nella propria versione, includendolo poi nel loro 2ndo album britannico "With The Beatles" (detto per inciso, preferisco la versione "classica" dei Baronetti rispetto a quella delle Pietre, ma questo è un dettaglio puramente personale),

piuttosto il fattore decisivo è un altro:

fino a quel momento (1962-63) praticamente tutti i protagonisti della scena pop inglese e americana si affidavano a compositori professionisti (in particolare quelli della celebre "TIN PAN ALLEY", un associazione ufficiale newyorkese che raccoglieva compositori musicali del tempo),

poi arrivano questi (i BEATLES appunto, nella fattispecie JOHN e PAUL) che non solo riescono a scrivere canzoni proprie pur essendo esordienti senza esperienza, ma che sono anche originali e potenzialmente di successo (come un uomo intelligente come George Martin si accorse immediatamente, appena conosciutili nel Giugno 62), infatti quando un esponente associato alla Tin Pan Alley ebbe modo di sentire uno dei primi successi a firma "Lennon&McCartney" dichiarò in seguito "ebbi immediatamente come la certezza che il nostro tempo era finito..."

LA NOVITÀ SOSTANZIALE ERA CHE GLI ESECUTORI -singoli o gruppi- RIUSCIVANO A SCRIVERE LE LORO PROPOSTE, e questo fattore si affermò grazie ai Beatles in UK (e a DYLAN in USA che già dal 62 pubblicava materiale a sua firma) una novità incredibile per il mondo della pop music! Una scintilla che dette la carica ad altri: infatti proprio nella celebre occasione che hai ricordato, Lorenzo, quando i Rolling chiesero a John e Paul -capitati nello studio di reg. dove si trovavano gli Stones per fargli visita- qualcosa di nuovo da pubblicare, Mick e Keith rimasero alquanto stupiti che nel giro di un ora o giù di lì, appartatisi in un angolo, John e Paul di fatto SCRISSERO QUELLA CANZONE, sia testo che accordi!!!

E i due pensarono : "beh! se ci riescono loro, perchè non possiamo riuscirci anche noi?"... [smile]

BANG! La via era tracciata.

Si può dire, a buona ragione, che i Beatles furono anticipatori anche in questo, e che influenzarono sotto questo aspetto (riuscire a scrivere materiale originale) tutti quelli che vennero immediatamente dopo di loro (Kinks, Animals, Who, Yardbyrds e praticamente tutti gli altri gruppi inglesi della "British invasion" del 1964)

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ps: se il Pepper "fa schifo" -come ebbero modo di dichiarare gli Stones molti anni dopo la sua pubblicazione- che si dovrebbe dire allora (lasciamo perdere, correrei il rischio di diventare volgare e offensivo...) [smile] del loro "Their Satanic Majesties..." ovvero l'album degli Stones che è concettualmente più paragonabile al capolavoro Beatlesiano???... un nanerottolo contro un GIGANTE, questo è il raffronto. :D
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Lorenzo Mentasti
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Re: Diamo a Brian Jones quel che è di Brian Jones

Messaggio da Lorenzo Mentasti »

aorlansky60 ha scritto: 09/06/2020, 9:04 Si può dire, a buona ragione, che i Beatles furono anticipatori anche in questo, e che influenzarono sotto questo aspetto (riuscire a scrivere materiale originale) tutti quelli che vennero immediatamente dopo di loro (Kinks, Animals, Who, Yardbyrds e praticamente tutti gli altri gruppi inglesi della "British invasion" del 1964)

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ps: se il Pepper "fa schifo" -come ebbero modo di dichiarare gli Stones molti anni dopo la sua pubblicazione- che si dovrebbe dire allora (lasciamo perdere, correrei il rischio di diventare volgare e offensivo...) [smile] del loro "Their Satanic Majesties..." ovvero l'album degli Stones che è concettualmente più paragonabile al capolavoro Beatlesiano???... un nanerottolo contro un GIGANTE, questo è il raffronto. :D
Va però detto che almeno Animals (nella loro prima versione) e Yardbirds non furono mai autori in toto dei loro brani, gli Animals scrissero un paio di b-sides e riempitivi, poi per il resto continuarono ad affidarsi alle cover e a Tin Pan Alley, gli Yardbirds idem e registrarono solo gli ultimi due album composti in toto da loro (solo uno dei quali veramente memorabile ma questa è un'altra storia).

Questione "Pepper": Keith ha detto che fa schifo quanto il loro "Satanic" ma penso si tratti di invidia, anche se, vista la carriera dei Rolling Stones, non capisco perché debbano invidiare qualcosa a qualcuno.

Tornando in topic, che ne pensate dell'album solista di Brian Jones pubblicato postumo, "Pipes Pan of Joujouka"? Io l'ho ascoltato e non mi sembrava male, praticamente ha anticipato la World Music di quasi vent'anni.
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