
Gruppo controverso i Queen, chi li ama follemente, chi li odia. Io credo di essere più o meno nel mezzo, alcune cose le apprezzo molto, altre decisamente meno. Penso che gli album anni settanta siano tutti molto validi, soprattutto i primi cinque. Tra questi il mio preferito è Sheer Heart Attack del 1974, terzo disco della band inglese. Le premesse per la registrazione del disco non furono delle migliori in quanto il chitarrista Brian May fu colpito da epatite che lo costrinse a letto per diverso tempo, ma nonostante ciò continuò a scrivere pezzi, d'altra parte gli altri tre membri della band lavorarono sul nuovo materiale aspettando che Brian tornasse per completarlo. Ma per ironia della sorte sono proprio le parti di chitarra ad essere uno dei maggiori punti di forza del disco, quasi come se la convalescenza avesse rinvigorito il chitarrista che quando tornò in studio diede il meglio di se.
L'album si apre subito alla grande con la "rocciosa" Brighton Rock, un brano hard molto particolare, potente si, ma anche incredibilmente dinamico, tutti e quattro offrono una performance eccellente e Mercury sfodera una doppia voce, falsetto e normale, per emulare il dialogo fra una ragazza e un ragazzo che caratterizza il testo. May semplicemente grandioso e grande padrone nell'uso del delay. Dal vivo sarà uno dei cavalli di battaglia della band per tutti gli anni settanta, nei concerti degli anni ottanta il chitarrista ne riprenderà la sezione strumentale.
http://www.youtube.com/watch?v=TdUKi3_QntE
Altro classico del disco è Killer Queen, brano scritto da Freddie Mercury al piano, melodia orecchiabile al punto giusto, ma non banale, dove tutto si incastra alla perfezione, coretti, assolo, non una nota fuori posto, tre minuti che cristallizzano un perfetto esempio di pop rock alla queen.
http://www.youtube.com/watch?v=xVjOK2KCwqg
Sempre Freddie è l'autore della tiratissima Stone Cold Crazy, un pezzo quasi metal, tanto che anni dopo fu ripreso anche dai Metallica.
http://www.youtube.com/watch?v=Mmt2mgmrSUw
Altri ottimi pezzi sono l'hard rock Now I'm Here, pure questo uno dei classici live della band e Lily Of The Valley, ballata pianistica molto dolce che sembra un po' la continua di Nevermore dal disco precedente.
Che dire, in definitiva un album sicuramente riuscito, molto heavy, ma sempre con un occhio di riguardo per la melodia, a mio avviso non inferiore al successivo A Night At The Opera.