Non credo che Paolo si faccia problemi ricevere un giudizio diverso dal suo, se motivato. Lo stesso vale per me. Per quanto mi riguarda, puoi anche dirmi che la sinfonia "Orologio" di Haydn è banale... Però poi voglio vedere cosa tiri fuori per motivare un'affermazione del genere
Il paragone tra le composizioni è imparo, ma è per rendere l'idea.
Se non erro, l'introduzione di Firth of Fifth fu composta da Anthony Banks ancora ai tempi del college all'età di 16-17 anni. (Correggetemi se sbaglio, eh!). Direi non malaccio, considerata l'età e per il fatto che a quei tempi il pianoforte fosse per il solo un hobby.
In due pagine di spartito, che ho davanti a me in questo momento, vedo 17 cambi di tempo. In ordine: 2/4, 4/4, 2/4, 13/16, 2/4, 13/16, 15/16, 2/4, 13/16, 2/4, 13/16, 2/4, 13/16, 2/4, 4/4, 2/4, 4/4, 2/4.
Parliamo ora delle tonalità: si parte in
si bemolle maggiore per poi passare in
si minore (con grande maestria), successivamente
sol bemolle maggiore,
si bemolle maggiore e infine
la diesis maggiore prima di culminare nel maestoso accordo di
si maggiore che dà inizio alla parte cantata.
Nonostante ben 17 spavalderie ritmiche e 5 spavalderie armoniche, il brano regge molto bene nel suo complesso e il suo ascolto è, come piace dire a me, un bel
multistrato: apprezzabile anche dai "non addetti al mestiere", ricco di sorprese per che invece di musica se ne intende. Tutto fuorché banale, direi!
E adesso un aneddoto. Conservatorio di Praga, Luglio 2009: un giovane pianista di 14 anni si iscrive ai corsi internazionali di perfezionamento pianistico organizzati dal conservatorio e ha l'onore di studiare per 10 giorni con uno dei più grandi pianisti al mondo. Il programma che decide di presentare è il seguente: (reperibile
QUI)
Mozart - Sonata C dur KV 545
Grieg - Albumblatt
Genesis - Firth of Fifth (Introduction)
L'ultima lezione tocca ai Genesis. Il maestro guarda lo spartito, sorride, apprezza la particolare scelta di repertorio, lo prende e lo suona a prima vista. Poi, con grande pazienza, scrive le diteggiature in tutti i punti critici (cioè circa un terzo dello spartito), scrive le dinamiche, scrive i "respiri", qualche accento.
Chi sarà mai stato, quel pianista?
Nota da moderatore:
Roberto, se non sei sicuro dell'ironia o meno di una frase,
per favore chiedi un chiarimento. Se credi invece che ci sia un'incomprensione più profonda, contatta in privato l'utente/gli utenti interessato/i. Non troverai muri. Qui nessuno vuole litigare
Ruggero,
per favore, a questo punto la prossima volta mettici una bella faccina
Direi che ora possiamo passare oltre.
« La vita è la palingenetica obliterazione dell’io trascendentale che s’infutura nell’archetipo prototipo dell’autocoscienza cosmica. »
Ettore Petrolini