Gli album del 2011

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Carlo Maria
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Gli album del 2011

Messaggio da Carlo Maria »

A causa dei Phish, che quell'anno ascoltai ininterrottamente per oltre sei mesi (ascoltai almeno novanta loro dischi), riuscii a sentire poco altro.
Ecco i miei giudizi sugli album usciti nel 2011.

Okkervil River - I Am Very Far
[Posso anticipare che il brano numero 2 nella mia Top 5, chiaramente non quello che riporto in calce, sarà loro e che intendo aprire un topic dedicato a questa band]
E' un gruppo che adoro, probabilmente il mio preferito degli anni duemila, col loro alternative country-rock in cui arrangiamenti non banali e sonorità sempre rotonde fanno da accompagnamento alla voce di Will Sheff, con quella sua stonatura sinuosa che sa toccare molte corde e riconoscersi tra mille. Quest'album presenta caratteristiche avvicinabili anche ai lavori precedenti ed altre che invece se ne distanziano. Tra le prime evidenzio il suono, tra le seconde i testi e le orchestrazioni. I loro brani sono sempre evidenti come brani degli Okkervil River, la matrice resta sempre riconoscibile, eppure in questo caso il suono è molto ricco, colmo com'è di archi e fiati. I testi sono invece meno concreti, direi eterei in certi punti, per quanto sia un aggettivo che utilizzereste con maggior correttezza per parlare di musiche. L'ho messo a ripetizione nell'ultimo paio di settimane ed il giudizio è cresciuto con gli ascolti.
Brano consigliato, il primo singolo estratto: Wake and Be Fine.
Eccolo:



Per la cronaca, li ho visti live due volte e sono stati due gran concerti (allego foto fatta da me):

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Oggi avevo deciso di parlare dell'ultimo disco degli R.E.M.: Collapse Into Now e purtroppo invece devo iniziare rammaricandomi perché, dopo 31 anni di carriera, questo grande gruppo ha annunciato proprio oggi il proprio scioglimento. Chi ne ha amato i dischi degli esordi ed ha seguito il loro declino (costellato comunque a mio avviso da diverse risalite), potrà non esser particolarmente dispiaciuto: il meglio lo avevano già dato certamente da un pezzo. E però i loro fan che li hanno seguiti live (io li vidi nel 2008: concerto davvero ottimo) si rammaricheranno poiché chiude i battenti uno dei gruppi che dal vivo da sempre hanno dato di più. Un po' come il Boss: gli REM dal vivo sono superiori rispetto alla versione in studio.
Questo disco in parte lo dimostra: lo trovo un prodotto molto più che decoroso, ben inteso, secondo me hanno scritto ben di peggio -specie nell'ultimo decennio-, però è un'aurea mediocritas. Nessun brano mi produce irritazione, un paio noia, gli altri però sono orecchiabili e in alcuni casi persino apprezzabili. L'album alterna brani più rock a ballate in cui il ritmo cala parecchio in un saliscendi che dura dall'inizio alla fine. Trovo personalmente più apprezzabili le canzoni in cui premono maggiormente sull'acceleratore: mi sembrano meglio riuscite. Nulla d'innovativo, però le avrei ascoltate live con interesse. Peccato.


Beirut - The Rip Tide
Un album che mi era stato prospettato come uno dei migliori dell'anno e mi era stato descritto come "alternative-folk". Posto che le etichette sono convenzioni e quindi lasciano il tempo che trovano, qui di folk non ci trovo proprio niente, manco alternativo e l'album mi è sembrato veleggiare sulla linea della mediocrità e del déjà vu (o meglio, del già sentito). Mi ha ricordato i mille gruppi da sottoclou che ascolto quando vado a vedere artisti alternative o indie (tipo Editors e Interpol). E di rado quei gruppi m'emozionano. Fa eccezione il brano Vagabond: più lungo e complesso degli altri, dà modo agli artisti di essere più varii e interessanti.


Red Hot Chili Peppers - I'm With You
I Red Hot sono in giro da troppo tempo: sono cottissimi. L'album non è indecente, intendiamoci, ma presenta le loro ormai classiche concessioni alla banalità e alla commercialità. Quando le note rallentano quasi sempre c'è da imprecare per come sprecano abilità che in realtà avrebbero. E' il primo album senza Frusciante (che io ho visto al live di un altro gruppo 3 o 4 anni fa, come secondo chitarrista/ospite: un ciccione lento) e un po' si nota, ma solo un po'.
Qualche brano sopra la media però c'è e allora ci si diverte con quello che i Peppers sanno fare meglio: quella mescolanza di generi che dà un tocco d'imprevedibilità alla confezione.
L'avrò dimenticato a breve, mi secca però essermi perso i biglietti per i loro concerti italiani autunnali.


Cut Copy - Zonoscope
Un album a tratti davvero brillante, seppure ha il difetto di perdersi un poco intorno alla metà, per poi terminare con un finale in crescendo.
I primi tre brani sono davvero buoni e divertenti assai, con un misto di pop, coretti surf, elettronica, il tutto condito da sapori anni ottanta che danno un mix valido e vincente. La varietà va via via scemando, dicevo, ma il penultimo brano mostra già una crescita che sarà evidenziata dall'ultima canzone, lunga ben 15 minuti! Il disco è piuttosto fresco, coinvolgente. Non li conoscevo, ma li promuovo in pieno!





Horrors - Skying
Un altro disco di post-wave che non mi dice davvero granché. Sarà che il genere non mi piaccia particolarmente, ma non mi ha smosso mai, risultando a mio avviso contrario a come i recensori on-line me l'avevano promosso, ossia monocorde e palloso. Un solo paio di brani si elevano da una media che per me non può essere sufficiente.



St. Vincent - Strange Mercy
Questa graziosa artista l'ho già vista live 2 volte. Per vederla all'opera nel primo dei due casi (2008) andai fino ad Urbino, dove si presentò in solitario nel sotto clou della serata dedicata all'esibizione di Cristina Donà; nel secondo caso (2009) si esibì come apertura al concerto di Nick Cave a Torino.
Oltre che caruccia, seppur gracilina, è anche dotata di buona personalità e di un'arte piuttosto particolare, che risalta nella media della scena indie attuale. Il primo album, Merry Me, del 2007, è ancora quello che preferisco, ma questo è decisamente buono lo stesso. Nonostante un calo nella parte centrale, riscontro una fila di 5 brani iniziali che giudico davvero validi (il migliore il quarto: Surgeon) ed un finale in crescendo, con le ultime due canzoni che risollevano la media. Nel complesso, un disco da cui emerge tutta la bravura di Annie Clark con arrangiamenti sfarzosi, che mescolano chitarra elettrica (e tra parentesi è bravina pure con lo strumento) ed elettronica al suo cantato acuto e acerbo che proprio mi aggrada.

Anche lei l'ho vista due volte live. La prima volta, tra l'altro, nell'ambito dello stesso festival durante il quale ho visto gli Okkervil River. Allego anche qui mia foto urbinate:

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Miles Kane - The Colour Of The Trap
Un disco molto divertente e solare, di quelli che mettono buon umore con un ritmo coinvolgente dall'inizio alla fine. L'ultimo brano è ampiamente il più scontato e peggiore, secondo me, ma per il resto il disco può vantare una serie di canzoni che certo non risulteranno originali, ma che sono più che piacevoli, con due-tre picchi qualitativi, ben distribuiti lungo il disco.


Anna Calvi - Anna Calvi
Devo prendere il biglietto e andarla a vedere.
Solitamente evito la musica da classifica, ma questa ragazza è davvero molto brava e ha una voce splendida. Il suo è uno dei dischi che ho maggiormente apprezzato quest'anno: mostra personalità da vendere, qualità ben sopra la media e uno stile personale.



Radiohead - The King Of Limbs
L'ho trovato uno dei dischi peggiori del 2011, una delle delusioni più cocenti. Dopo aver amato In Rainbows, un disco certo più accessibile, ma con brani che mi sono rimasti impressi, questa prova l'ho percepita come sciapa, priva di passione. Preciso che non amo né Kid A né Amnesiac, giudicati da altri come capolavori e che io trovo pesanti, retorici, privi della brillantezza che possedeva invece Ok Computer. In Rainbows mi aveva quindi appunto riavvicinato con passione alla band che tanto mi era piaciuta ai tempi del liceo, ma questo disco mi è invece estraneo.


Tom Waits - Bad As Me: un album molto bello di blues rock in cui la voce graffiante di Waits (pura carta vetrata) spadroneggia su un tappeto sonoro davvero convincente e coinvolgente. Un gran bel disco, secondo me!

My Brightest Diamond - All Things Will Unwind: un altro album convincente per questa splendida cantante che ho avuto già il piacere di ascoltare live 3 anni fa ad Urbino. Tra orchestrazioni curate eppure per nulla pompose o invadenti -anzi intimiste come si addica all'artista-, MBD spande il dolce suono della sua voce, facendole fare le evoluzioni di cui è capace. Sempre piacevole!

Lou Reed & Metallica - Lulu: questo disco lo ascolterò ancora, dovrei fingere di non essermi già formato un giudizio decisamente positivo! Tutto nella commistione di generi che si crea dalla fusione di due spiriti così differenti come quello di Lou e dei Metallica per me funziona pienamente o quasi. La critica è fortemente divisa: si va dalle zero stellette di alcuni al 9/10 di altri. I metallari lo stanno odiando, i fan di Lou sono invece quasi totalmente entusiasti. Per me è un disco reediano al 100%, nonostante che i Metallica non ne siano rimasti per nulla sminuiti. Notevole l'apertura con Brandeburg Gate, poi ci sono gli episodi più ardui del disco, da The View, già primo singolo estratto, a Pumping Blood, che picchia davvero sodo, a Mistress Dread che va giù persino più dura. Il disco rimane con sonorità molto metallare, ma nella seconda parte presenta gli episodi che mi hanno più appassionato: Dragon, Frustration e Junior Dad. I testi li ho trovati splendidi... tutto mi ha coinvolto!!
Lou Reed l'ho visto in concerto tre volte e non ho una foto decente che me lo ricordi.
Il meglio che ho è questa foto buia, del 2007, quando eseguì gratis a Torino tutto l'album che preferisco: Berlin.

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Wilco - The Whole Love: un album deludente, per una formazione che apprezzo molto e di cui ho già preso il biglietto per il concerto milanese che terranno in marzo (Beppe, fidati, vieni con me a vederli!). Un disco il cui voto complessivo abbasso ancor più di mezzo punto se penso che invece di idee ne ha e a tratti le mostra, ma le nasconde poi per gran parte dei brani. I brani, appunto, questo è il problema: il primo e l'ultimo li ho trovati fantastici, sicuramente da collocare tra quelli maggiori della band. Ci aggiungo il penultimo, quello che dà il titolo al disco, Whole Love, sicuramente un buon pezzo. Gli altri nove, però, sono decisamente piatti e solo in un paio d'occasioni mi convincono e mi strappano una sufficienza. Per il resto, si tratta di canzoni leggere, che scorrono e nel frattempo neanche le avverti, non ti restano, ti sfilano via come sabbia in un pugno o acqua tra le mani. Diciamo che se avessero fatto un ep con cinque brani secchi, ora sarei qui a gongolare, ma trattandosi di un disco con dodici canzoni, metterci almeno 7 riempitivi l'ho trovato fastidioso.
[ndr: ho visto live anche loro, però: un concerto fantastico! Sono decisamente una band da ascoltare dal vivo!!!]



Frank Turner - England Keep My Bones: un gran bel disco!
Nulla di rivoluzionario, ma suona bene e Turner ci mette un bel po' di energia. L'artista crea un album molto variopinto, che passa dal rock al folk per arrivare ad un brano a cappella. Gli arrangiamenti sono particolarmente ricchi e adattati al tenore del brano: dal pianoforte agli archi fino allo xilofono. La voce di Turner è uno degli elementi che maggiormente contribuiscono alla riuscita del lavoro: carica d'intensità e dotata. Il risultato è sicuramente positivo e ampiamente.


Soul Seller - Back to Life: il primo disco di questo gruppo italiano mi è piaciuto per una ragione in più: il batterista è un mio collega. Lavora con me in call center, è un appassionato sincero di glam/hard rock anni ottanta e seguii diversi suoi concerti anni addietro. Una volta faceva parte di una cover band dei Guns 'n' Roses e ci metteva tutta l'energia che il ruolo richiedeva. Poi hanno cominciato a scrivere pezzi propri e... sorpresa: hanno scoperto che se la cavavano. Ne è nato questo disco, che ha chiaramente un sapore derivativo: non s'inventa nulla, invero, ma si suona sicuramente al meglio ciò che si conosce così maledettamente bene. Il risultato ha proporzioni che non t'aspetti: il mio collega incrocia le dita e spera di sfondare, cerca di tenersi coi piedi per terra, ma qualche raggio di sole gli arriva in piena fronte perché il disco è prodotto dalla stessa casa discografica dei Toto e di altri artisti di rilievo mondiale e perché a quanto pare sta riscontrando notevole successo in giappone!
Uscire da un call center e andare in tour per il mondo, riuscire a finanziarsi col mestiere che più ami... glielo auguro davvero!
Sì, avete capito, questa recensione è chiaramente un po' anche una promo, ma si tifa sempre per uno che si conosce, no? :eheh:
E il disco decisamente fa la sua figura. :)


Tinariwen - Tassili
Sono anni che seguo questo ottimo gruppo e con questo album noto che hanno finalmente attirato l'attenzione se non altro dei siti recensori di settore, ottenendo plauso unanime. Io l'ho ascoltato nella versione doppio, con 5 brani in più. Il giudizio complessivo contempla quindi anche il fattore durata, che secondo me è un poco eccessiva: avrebbe beneficiato al bel messaggio di questi validi artisti una maggior concisione ed il taglio di 2-3 brani. Nel complesso l'opera è decisamente buona, con picchi che identifico principalmente nei primi brani del disco 1 e nel penultimo del disco 2. I ritmi sono blandi, inferiori a quelli dei dischi precedenti, ma le caratteristiche tipiche delle loro sonarità sono tutte presenti, prima fra tutte quella splendida commistione tra cantato pacato, strumenti tribali e la chitarra elettrica. Non c'è spazio per assoli vibranti, nella musica dei Tinariwen: esprimono una coralità che sa di africa profonda, di spazi ampi e sguardo all'orizzonte. L'ascoltatore non ne resta coinvolto in quanto musicalmente trascinato, ma perché mentalmente trasportato. E' una musica stratificata, apparentemente monocorde, ma di grande fattura, a mio avviso!


Li ho visti a Torino. Un concerto ottimo e molto interessante perché le loro sonorità sono un mix particolare di musica nera occidentale e ritmi africani. Guardate le foto che vi riporto. A parte quella con me, ci sono un paio di particolari che meritano di essere sottolineati. La prima: a parte il percussionista, sono tutti multistrumentisti e hanno passato il concerto a passarsi tra loro gli strumenti. Non è che ognuno avesse i propri: se li passavano proprio, a seconda di chi doveva ricoprire il tal ruolo. La seconda: data questa condivisione degli strumenti, uno di loro Eyadou, doveva fare decisamente più fatica perché suonava basso e chitarra impostati per destri pur imbracciandoli da mancino qual è!

Eyadou e Hassan

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Visione di gruppo, con Said alle percussioni e Eyadou e Abdallah:

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Quattro quinti della band (da sinistra: Eyadou, Abdallah, Hassan e Intidaw):

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Io e Eyadou:

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Il mago di Floz
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Re: Gli album del 2011

Messaggio da Il mago di Floz »

Conosco nessuno di questi; ma, come per il 2014, aggiungo Davide Van De Sfroos, con l'ottimo Yanez, lanciato dal singolo omonimo (quarto a Sanremo) ma denso di pezzi spesso ottimi (uno di questi, El carnevaal de Schignan, è nella colonna sonora di Benvenuti al nord). Voto 8,5.
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Carlo Maria
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Re: Gli album del 2011

Messaggio da Carlo Maria »

Il mago di Floz ha scritto:Conosco nessuno di questi; ma, come per il 2014, aggiungo Davide Van De Sfroos, con l'ottimo Yanez, lanciato dal singolo omonimo (quarto a Sanremo) ma denso di pezzi spesso ottimi (uno di questi, El carnevaal de Schignan, è nella colonna sonora di Benvenuti al nord). Voto 8,5.
Questo invece ovviamente lo conosco ed è anche il suo album che preferisco! [hearts]
Sergio_Ottaiano
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Re: Gli album del 2011

Messaggio da Sergio_Ottaiano »

Oggi avevo deciso di parlare dell'ultimo disco degli R.E.M.: Collapse Into Now e purtroppo invece devo iniziare rammaricandomi perché, dopo 31 anni di carriera, questo grande gruppo ha annunciato proprio oggi il proprio scioglimento. Chi ne ha amato i dischi degli esordi ed ha seguito il loro declino (costellato comunque a mio avviso da diverse risalite), potrà non esser particolarmente dispiaciuto: il meglio lo avevano già dato certamente da un pezzo. E però i loro fan che li hanno seguiti live (io li vidi nel 2008: concerto davvero ottimo) si rammaricheranno poiché chiude i battenti uno dei gruppi che dal vivo da sempre hanno dato di più. Un po' come il Boss: gli REM dal vivo sono superiori rispetto alla versione in studio.
Questo disco in parte lo dimostra: lo trovo un prodotto molto più che decoroso, ben inteso, secondo me hanno scritto ben di peggio -specie nell'ultimo decennio-, però è un'aurea mediocritas. Nessun brano mi produce irritazione, un paio noia, gli altri però sono orecchiabili e in alcuni casi persino apprezzabili. L'album alterna brani più rock a ballate in cui il ritmo cala parecchio in un saliscendi che dura dall'inizio alla fine. Trovo personalmente più apprezzabili le canzoni in cui premono maggiormente sull'acceleratore: mi sembrano meglio riuscite. Nulla d'innovativo, però le avrei ascoltate live con interesse. Peccato.
Se ti può consolare ora, neanche a me è piaciuto troppo questo album, ma i REM sono i REM e se vedi tutta la carriera, come l'ho ripercorsa io (http://www.cultora.it/quattro-anni-senz ... -successi/) riesci anche a fartene una ragione.
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Re: Gli album del 2011

Messaggio da Hairless Heart »

Beh, non ti sei molto esposto in quella carrellata.....
Avrei messo l'accento sui dischi migliori, i primi 5-6.
Out of time, tolti un paio di brani, è da buttare, ad esempio.
Imho.
-Non ci sono più le mezze stagioni.
-Si stava meglio quando si stava peggio.
-Band on the Run è troppo bassa.
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Re: Gli album del 2011

Messaggio da Sergio_Ottaiano »

Beh dovremmo differenziare tra pezzi famosi e pezzi ben fatti e belli, lì ti avrei dato ragione.
Carlo Maria
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Re: Gli album del 2011

Messaggio da Carlo Maria »

Sergio_Ottaiano ha scritto:Se ti può consolare ora, neanche a me è piaciuto troppo questo album, ma i REM sono i REM e se vedi tutta la carriera, come l'ho ripercorsa io (http://www.cultora.it/quattro-anni-senz ... -successi/) riesci anche a fartene una ragione.
Orpo, mi ero perso questa risposta, Sergio, scusa!
Guarda, ho letto con interesse la tua riflessione che linki, ma sull'annotazione di Hairless, la penso come lui: I dischi della band che io amo sono tutti quelli underground, fino a Green. Out of Time, a parte la famosissima (ma a mio parere anche molto bella) Loosing My Religion, contiene davvero poca roba. Dopo, qualcosina di meritevole c'è sia in Automatic For the People sia in Monster, ma sono sprazzi, mentre da lì in poi francamente dimenticherei tutto perché in studio a mio avviso non ne hanno più imbroccata una. ;)
Live però, come ho detto, erano un'altra cosa e usciva la loro grande capacità di entusiasmare. Davvero una grande band! [suddito]
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Re: Gli album del 2011

Messaggio da Hairless Heart »

Secondo anche in Up c'è qualcosa di meritevole, pur essendo un album piuttosto disomogeneo.
Carlo Maria ha scritto:Radiohead - The King Of Limbs
L'ho trovato uno dei dischi peggiori del 2011, una delle delusioni più cocenti. Dopo aver amato In Rainbows, un disco certo più accessibile, ma con brani che mi sono rimasti impressi, questa prova l'ho percepita come sciapa, priva di passione. Preciso che non amo né Kid A né Amnesiac, giudicati da altri come capolavori e che io trovo pesanti, retorici, privi della brillantezza che possedeva invece Ok Computer. In Rainbows mi aveva quindi appunto riavvicinato con passione alla band che tanto mi era piaciuta ai tempi del liceo, ma questo disco mi è invece estraneo.
Effettivamente non ho ricavato una grande impressione dall'ascolto (non sono un grande fan dei RadioHead).
Ma ci sono altre canzoni dello stesso periodo, non contenute nell'album, a mio parere più meritevoli, in particolare citerei The Daily Mail e Staircase (su Wikipedia trovi la lista completa, nella pagina dedicata all'album).
-Non ci sono più le mezze stagioni.
-Si stava meglio quando si stava peggio.
-Band on the Run è troppo bassa.
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