Genesis: Analisi degli album

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Re: Genesis: Analisi degli album

Messaggio da Hairless Heart »

Anch'io mi unisco a chi darebbe un votarello superiore a Can-utility. Già nella discussione dell'altro topic, Nemesis, parlavi di "finale affrettato". E' vero che è accelerato rispetto a prima, ma mi pare calzi a pennello. Opinioni personali, comunque.
In genere si tende a definire Foxtrot, non a torto, come "il disco perfetto" dell' era-Gabriel, ovverosia quello senza cali qualitativi al suo interno. In effetti, se vogliamo considerare Time Table un calo qualitativo..... [slurp]
Watcher of the skies (sono più cieli, ti ho corretto il titolo [smile] ).
Nel suo libro di un paio di anni fa (Musical Box) Giammetti chiarisce che nella famosa terrazza dell'albergo di Napoli Tony e Mike composero il testo, mentre la musica già esisteva precedentemente, e fu provata on-stage per la prima volta in un soundcheck sempre in Italia. Vado a memoria, ma mi sembra di aver letto anni fa che le note dell'intro del brano non sono state scelte solo per la loro funzionalità musicale, ma anche tenendo conto che alcuni tasti del mellotron (credo acquistato dai King Crimson su consiglio di Hackett) non funzionavano a dovere e quindi usando solo quelli "buoni". Al produttore che aveva iniziato il lavoro per Foxtrot, quell'intro stava sui maroni (anzi gli stava sui maroni la band in toto), quindi se lo sono tolto dalle scatole. Ciononostante la versione finita su 45 giri del brano è monca appunto dell'introduzione. Persino loro si erano resi conto che quello era un autentico scempio. Bene. "E allora perchè diavolo avete eseguito dal vivo per anni Firth Of Fifth senza l'intro di piano, altro autentico scempio?"
So di andare conto corrente, ma non ho mai annoverato fra i brani migliori dei Genesis Get-em out by friday, peraltro la qualità del resto è talmente alta.....
Supper's ready, se la consideriamo monoliticamente, non può che godere di un'altissima considerazione, ma prendendola a piccole dosi, beh ci sono degli alti e bassi. Altissimi, per me, l'Apocalisse e Ikhnaton and Itsacon (autentici picchi di creatività), un po' meno la sezione centrale con Willow farm e lo stacco precedente "soffuso".
Per questo, se devo scegliere un pezzo, scelgo Can-Utility, ma Supper resta "la suite" per eccellenza.
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theNemesis
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Re: Genesis: Analisi degli album

Messaggio da theNemesis »

Le precisazioni di Hairless su Watcher sono corrette e le si trova tutte sul libro di Giammetti appena uscito "Gli anni prog".
Sull'intro di piano si sono scritti rotoli di carta... sembra che la ragione della mancata esecuzione più vicina alla verità sia che, per motivi di costo (forse ci può stare fino al 76...) i Genesis non si portavano nei concerti un vero piano ma solo l'RMI che notoriamente non ha tastiera pesata e fa abbastanza pena.
Dopo la prima esecuzione cannata della intro, Banks ha avuto paura di ripetere gli errori e quindi non l'hanno più fatta...
La mia considerazione di Can Utility è alta, ma non riesco proprio ad accettare il finale... come dice giustamente Hairless, è questione di gusti... [smile]
PS Grazie per la correzione, mi deve essere rimasta la "s" nella tastiera... [wall] [smile]
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Hogweed
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Re: Genesis: Analisi degli album

Messaggio da Hogweed »

theNemesis ha scritto:Dopo la prima esecuzione cannata della intro, Banks ha avuto paura di ripetere gli errori e quindi non l'hanno più fatta...
Ricordo di aver ascoltato su un bootleg, non ricordo quale (comunque sicuramente pre-Lamb), una versione cannatissima dell'intro. Terribile.
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Hairless Heart
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Re: Genesis: Analisi degli album

Messaggio da Hairless Heart »

theNemesis ha scritto: per motivi di costo ... i Genesis non si portavano nei concerti un vero piano ma solo l'RMI che notoriamente non ha tastiera pesata e fa abbastanza pena.
Il che, per andare leggermente OT, dà il senso di come fossero una band piuttosto squattrinata. Per dire, i Jethro Tull il piano sul palco ce l'avevano sin dal 1970, e ancora non era uscito Aqualung. Non ci si crederebbe , considerando la differenza di fama internazionale attuale, ovviamente a favore dei Genesis.
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Re: Genesis: Analisi degli album

Messaggio da SH61 »

Hairless Heart ha scritto:...come fossero una band piuttosto squattrinata.

Erano poveri, ma belli..... [wall]
per citare un famoso film degli anni 50. [smile]
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Re: Genesis: Analisi degli album

Messaggio da STH »

A proposito di finali: mi sono dimenticato di parlarne ma non mi piace come finisce Get Em Out On Friday.
Per me gli ultimi 3 minuti sarebbero stati da togliere, si sarebbe potuto finire benissimo prima. L'intermezzo prima della ripresa e la ripresa del tema sono di troppo, dopo tanti ascolti tende a diventare un po' noiosa.
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Re: Genesis: Analisi degli album

Messaggio da Watcher »

Non mi trovi per niente d'accordo. [smile]
Dei Genesis gabrielliani gli ultimi tre minuti li toglierei sono a More Fool Me.
Sii te stesso; tutti gli altri sono già occupati. (Oscar Wilde)
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Re: Genesis: Analisi degli album

Messaggio da theNemesis »

Watcher ha scritto:Non mi trovi per niente d'accordo. [smile]
D'accordissimo (che poi More fool me mi sa che dura anche di meno... [smile] )
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Re: Genesis: Analisi degli album

Messaggio da theNemesis »

E proseguiamo...
Salto Genesis Live per due motivi: la registrazione è pessima, la performance è eccezionale.

Per cui passiamo a...

SELLING ENGLAND BY THE POUND

In generale
E' l'album PROG per eccellenza dei Genesis. La struttura, la filosofia, i testi, gli arrangiamenti, tutto contribuisce all'atmosfera a volte sognante, a volte socialmente impegnata, a volte romantica, dell'album.
Il titolo si ispira al manifesto del partito laburista che denunciava la svendita del paese a interessi finanziari ed economici (meditate gente, meditate...). Non è un album con testi politicizzati, ma in alcuni casi l'attenzione al sociale è più marcata rispetto al passato. In realtà, c'è un bilanciato mix di storie oniriche (Firth of fifth), impegnate (Dancing with the moonlit Knight e Aisle of plenty), romantiche (Cinema show). Le musiche nascono da un eccezionale equilibrio tra tutti gli strumentisti. E' qui che ogni strumento collabora alla riuscita totale, senza prevaricazioni, dove anche il solo diventa parte integrante del contesto. La copertina è un dipinto di una semisconosciuta pittrice inglese dell'epoca, che ha aggiunto la tosaerba appositamente, e sancisce così il divorzio da Whitehead.

Registrazione
Buona qualità generale, equilibrio e dinamica finalmente bene espresse. Gli strumenti hanno la giusta prospettiva spaziale e la voce ha la giusta presenza. La batteria ha finalmente il suono che vuole Phil, aperta, ariosa e brillante. Buoni e dinamici i bassi si accompagnano ad acuti brillanti ma non fastidiosi.

Brani
Dancing with the moonlit Knight
La voce stentorea di Peter dipinge le note dell'intro, senza base musicale. Partono poi gli arpeggi prima di chitarra e poi con piano acustico e hammond, disegnando il "leit motiv" ricorrente. Sezioni strumentali da brivido, compatte, dove tutti gli strumenti collaborano a un "solo orchestrale", a tratti epico. Finale a sorpresa: ci si aspetterebbe una chiusura orchestrale, invece arriva un arpeggio leggero ed onirico. Voto 9,5
I Know What I Like (In Your Wardrobe)
Brano leggero, orecchiabile e divertente, con una bella intro eseguita con tamburi ad accordatura variabile e un "rap" ante litteram. Primo singolo di successo dei Genesis. Voto 7,5
Firth of Fifth
La storia del "fiume dal costante cambiamento" è onirica ed evocativa. Il brano racchiude forse le migliori performance compositive strumentali del gruppo, quantomeno quelle più equilibrate e meglio amalgamate. Dall'intro (famosissima) di piano, alla sezione mediana con il dialogo tra piano e flauto, per arrivare all'immenso solo di chitarra di Steve. Forse il miglior brano prog dell'epoca. Voto 10
More fool me
Breve ed inutile brano acustico dove l'unica particolarità degna di attenzione è la prova vocale di Phil. Voto 6
The Battle of Epping Forrest
Ascoltandolo "vedi" le gang rivali scontrarsi violentemente (e con un finale ironico) nelle zone malfamate di Londra. Evocativo, strumentalmente ineccepibile, con un groove da urlo, ti tiene incollato all'ascolto. Brano eccezionale, nonostante le critiche di Tony e Mike che ritenevano il testo troppo "verboso" e quindi eccessivamente presente nella canzone. La leggera marcetta militare iniziale esplode in un ritmo sincopato basato su hammond e batteria con preziosi inserimenti di Steve. Bell'intermezzo acustico, con una tessitura di 12 corde retta da un lavoro eccezionale di Phil alla batteria (Louise, the reverend hard to please...). Il testo è ricco di neologismi e giochi di parole. Voto 9
After the ordeal
Dopo la dura prova, sembrerebbe messo apposta dopo la battaglia, ma in realtà non è stata una scelta di questo tipo a guidare la collocazione, ma solo l'intenzione di "far riposare" l'orecchio dell'ascoltatore dopo un brano così tirato e veloce come The Battle. Si tratta di un bel pezzo strumentale, molto equilibrato, con belle melodie e aperture di chitarra, inizialmente acustico (12 corde, piano e acustica) e nella seconda parte con hammond e elettrica. In effetti il termine rilassante lo definisce piuttosto bene. Voto 8,5
The cinema show
La storia di due moderni Romeo e Giulietta, lascia di stucco per la fantasia, la capacità compositiva e strumentale dei Genesis. Il testo è un "pretesto" per raccontare in musica le emozioni. Ogni parte di questo brano si collega alle altre con uniformità e stupore, non ti aspetti certi cambi di armonia e ritmo, ma ci sono e ci stanno così bene!
Grande prova vocale di Peter, grande prova strumentale di tutti, con un Tony in grande spolvero che spiazza con un solo da antologia, uno Steve che cuce, armonizza e svetta per fantasia nell'arrangiamento, un Mike abile tessitore ritmico, un Phil che inventa una performance ritmica stratosferica. Voto 9,5
Aisle of plenty
Breve strumentale, che si ricollega a Dancing per i temi sociali trattati (il supermercato dove si vende l'Inghilterra).
Chitarra acustica e hammond arpeggiato fanno da base alla voce di Peter che riprende il riff di Dancing, con una coda quasi ipnotica con le voci che ricordano i rumori di un mercato. Voto 8

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Re: Genesis: Analisi degli album

Messaggio da Hairless Heart »

theNemesis ha scritto:E' l'album PROG per eccellenza dei Genesis.
Dici? Non saprei, tutto ovviamente dipende dall'idea che ognuno ha di cosa sia il prog. Per me, Trespass, Nursery e Foxtrot sono prog al 100%. Con Selling inizia ad intrufolarsi una certa vena pop, in special modo in I know what i like, More fool me, e forse anche nella seconda parte di After the ordeal. In generale l'arrangiamento smussa certi spigoli precedenti, il suono è più aggiornato ai tempi, l'hammond quasi sparisce in favore del pianoforte.
Ciò non toglie che sia, a tutt'oggi, il mio disco dei Genesis preferito.
Noto con piacere un voto altissimo per Epping Forest e per After the ordeal, non da tutti apprezzate, a partire dagli stessi Genesis: fosse stato per loro, sarebbero rimasti si e no due brani.
La strepitosa coda strumentale di Cinema show, prodotta a sei mani (le stesse che produrranno Invisible touch...), per gli altri due era troppo lunga, doveva essere rimaneggiata. Epping Forest è stata troppo "riempita di parole", e via discorrendo. Per nostra fortuna, non trovando un accordo su cosa tagliare, hanno lasciato dentro tutto.
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Re: Genesis: Analisi degli album

Messaggio da reallytongues »

Non vorrei ripetermi, ma "Epping Forest" e "Cinema Show" mi risultano abbastanza indigeste. Quasi tutti i brani di "A Trick Of The Tail" li reputo assai più interessanti e vibranti nella loro pulizia formale più pop e non a caso "After the Ordeal" di Selling England mi piace tantissimo.
Credo che il miglior album dei Genesis sia The Lamb che stacca di molto i predecessori sia in qualità che in stile. Ovviamente non posso non inchinarmi alle emozioni straripanti di "Dancing..." e "Firth of Fifth" che in qualche modo sono l'apice dei primi Genesis ("The Lamb" in fondo è quasi un album a parte).
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Re: Genesis: Analisi degli album

Messaggio da theNemesis »

Volevo partire con The Lamb (impresa titanica...) ma noto, rispetto all'inizio, un certo qual calo dell'interesse....
Datemi un segnale se volete che vada avanti...
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Re: Genesis: Analisi degli album

Messaggio da SH61 »

Riguardo a "Selling" ribadisco che è il disco dei Genesis (ma forse in assoluto) che preferisco.

Questo grazie alle vette altissime toccate da vari brani. Ovviamente non tutti i brani li gradisco in ugual modo.

"The batttle" risulta anche a me piuttosto lunga, mi ricorda brani cantautorali di cui però, per apprezzarli pienamente devi capire perfettamente il testo e il mio scarso inglese non mi permette di farlo.

"More fool me" è sicuramente il punto debole, però, nell'insieme, non mi infastidisce (anche se spesso la salto).

Può anche darso che "Cinema show" sia lunghetta, ma l'assolo di tastiere mi ci fa perdere dentro volentieri.
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Hairless Heart
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Re: Genesis: Analisi degli album

Messaggio da Hairless Heart »

theNemesis ha scritto:Datemi un segnale se volete che vada avanti...
Sarebbe cosa molto gradita.
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Re: Genesis: Analisi degli album

Messaggio da theNemesis »

Ecco che mi accingo all'opera titanica....

THE LAMB LIES DOWN ON BROADWAY

In generale
Album controverso, alcuni addirittura affermano che si tratti del primo album solista di Gabriel. In realtà, tranne che per un brano (The light dies on Broadway), tutti i testi sono di Gabriel e le musiche degli altri 4. La storia del portoricano Rael in realtà è il pretesto per Gabriel di parlare di se stesso, del suo rapporto con il sesso, la paura, la morte.
C'è in effetti una grande rottura con gli album precedenti. Qui le venature prog sono meno marcate, non c'è quasi romanticismo (inteso come "età romantica" non come "amore"), c'è un lirismo lisergico e non onirico, e non vediamo aspetti socialmente impegnati. La forma del concept album, poi, lo espone come una lunghissima suite, basata sulla lunga storia scritta da Gabriel, da cui si potrebbe ricavare tranquillamente un'opera rock (qualche tentativo nel passato in effetti è stato fatto).
Quindi un album diversissimo dai precedenti, molto avanti nella sperimentazione (collabora Eno con le sue Enossifications [chin] ), tutto sommato un album che non appartiene del tutto né a Gabriel, né agli altri 4, sicuramente un album "anomalo" se si guarda quanto i Genesis hanno prodotto fino a quel momento. Ed è anche l'album che portò alla rottura definitiva tra Peter e gli altri. Il motivo lo sanno anche le pietre ( [smile] ): non puoi costringere 4 giganti della musica a farti da gruppo per musicare le tue parole...
Copertina "psichedelica" e di grande impatto. Nota di colore: alcuni brani strumentali "ponte" sono stati usati da Gabriel in concerto per potersi cambiare d'abito...
The Lamb fu eseguito dal vivo per ben 102 volte durante il tour mondiale 74/75 alla fine del quale Gabriel lasciò definitivamente la band.

Registrazione
Qualità medio-alta. C'è una differenza sostanziale tra il doppio LP e il CD: nell'LP il suono è più compresso perché la dinamica elevata dei nastri portava ad incidere un solco troppo profondo e impossibile da leggere dalle tradizionali testine del giradischi. Tutto sommato una buona incisione. Gli strumenti hanno una buona spazialità e la sezione ritmica è presente e ben definita.

Brani
The Lamb lies down on Broadway
Strepitosa apertura al piano che preannuncia un pezzo veloce e ben strutturato. Bella la parte cantata con controcanto di Peter sul coro iniziale. Notevole la ritmica, dove il basso e l'elettrica dialogano con la batteria creando un tessuto potente. Breve intermezzo "riposante" con la voce di Peter che si staglia sulla base di tastiere. Finale che sfuma sul brano successivo. Voto 8
Fly on a Windshield
"C’è qualcosa di solido che si sta formando nell’aria" ... Brano con un inizio tranquillo e acustico (e con un testo un po' folle...) con la bella voce di Peter in evidenza, che sfocia poi in una progressione strumentale ossessiva con un ritmo evocativo e pesante e solo di chitarra elettrica e tastiere che si incrociano in modo un po' lisergico. Voto 7
Broadway Melody of 1974
Brano di "collegamento" che riprende con ritmi e arrangiamenti diversi il tema di The Lamb. Il pezzo si sviluppa intorno ad un unico ritornello che viene ripetuto più volte. Il brano sfuma dolcemente nella canzone successiva. Voto 7
Cuckoo Cocoon
Pezzo acustico molto delicato, con belle chitarre acustiche a reggere la struggente voce di Peter e il suo flauto nei due intermezzi strumentali. Breve ma intenso. Voto 8
In the cage
Brano potente, spesso presentato dal vivo anche negli anni 80 e 90, molto evocativo e lisergico, con un assolo di Tony da urlo nella sezione centrale strumentale. Ritmi esplosivi, batteria micidiale, un giro di basso da paura, tutti contribuiscono alla riuscita di un brano eccezionale. Su tutti svetta Peter con una prova vocale strepitosa. Voto 9
The Grand Parade of Lifeless Packaging
Ossessivo, ostico, musicalmente sperimentale, è un ritornello che viene ripetuto più volte, ed ogni volta cambia leggermente in modo da portare l'ascoltatore alla fase finale che chiude in modo potente e acido il brano. Voto 7,5
Back in N. Y. City
Brano poderoso, con ritmo pesante e calcato. L'atmosfera oppressiva è sottolineata dal riff ossessivo delle tastiere e della chitarra elettrica. Una voce rauca e "urlata" si staglia sopra le note della base che improvvisamente cambia e diventa leggera e acida, con la voce anch'essa distorta. Il "ponte" si chiude con un passaggio quasi improvviso ("No time for romantic escape...") e ritorna il motivo principale. Interessante e ambiguo. Voto 7,5
Hairless heart
Strumentale delicato e struggente, con un bell'arpeggio di tastiera che fa da base per la dolce melodia di chitarra acustica. Bella l'apertura melodica successiva e il ritorno al riff inziale. Voto 8,5
Counting out time
Divertente e scanzonata, anche il testo è ironico. Bel ritmo e arrangiamenti frizzanti con la voce di Pietro che racconta in musica le esperienze sessuali del giovane Rael. Voto 7,5
The Carpet crawlers
Uno dei capolavori assoluti dei Genesis. Questo brano riesce a essere delicato, struggente, potente, evocativo e onirico. Pur nella sua struttura essenziale (e poco prog...) dona sensazioni ed emozioni uniche. Voto 10
The Chamber of 32 Doors
Notevole riff di chitarra inziale, con tastiere sontuose a fare da base e batteria a sottolineare l'importanza del momento... Poi tutto cambia. Inizia un ritmo a tratti teso ed a tratti lento. La voce di Pietro è fantastica, pennella sensazioni nell'aria accompagnato da hammond e chitarra ritmica, cambia tono in funzione del momento musicale. Lisergico quanto basta senza essere noioso. Voto 8,5
Lilywhite Lilith
Breve affresco sonoro, arioso ma anche poco incisivo. Un po' troppo beatlesiano per i miei gusti, con un passaggio strumentale centrale poco contestualizzato. Voto 6,5
The Waiting Room
Brano psichedelico ricco di ricerca sonora e atmosfere acide, con un finale aperto e arioso che prepara al brano successivo. Voto 7
Anyway
Un bel riff di piano prelude alla voce di Pietro che canta splendidamente questo brano che presenta una melodia particolarmente complessa e suggestiva. Meno riusciti gli arrangiamenti di chitarra elettrica, forse un po' banali rispetto alla melodia principale. Il brano si riprende con un bellissimo arpeggio impetuoso al piano sottolineato dai bassi che prelude al solo di chitarra elettrica originale e interessante. Segue il finale che riprende il riff iniziale. Voto 7,5
Here Comes the Supernatural Anaesthetist
Ironico, divertente, con un ritmo sincopato esplosivo e una parte strumentale da antologia. Semplicemente bello. Voto 8,5
The Lamia
E' la seconda punta lirica più alta dell'album (la prima era Carpet). Struggente, voce emozionante, pianoforte che guida l'intero brano con arpeggi e melodie che riprendono il riff iniziale. Il finale quasi lirico, con hammond che fa da base e voce e chitarra elettrica (un solo notevolissimo di Steve), si miscela sapientemente con il brano successivo. Voto 9,5
Silent Sorrow in Empty Boats
Strumentale vagamente epico e lisergico, con mellotron e chitarra elettrica che creano un'atmosfera quasi fantasy. Il finale riprende ritmo e porta al brano successivo. Voto 7,5
The Colony of Slippermen (The Arrival - A Visit to the Doktor - The Raven)
Minisuite divisa in tre movimenti. E' un capolavoro di integrazione tra voce, strumenti, situazioni, ricerca sonora. La ritmica è originale, basso e batteria collaborano per dare una base innovativa al resto del brano. Ci sono frammenti onirici (quasi un incubo...) che generano poi situazioni più rilassate nel finale. Voto 9
Ravine
Strumentale breve che inizia con un effetto vento e sinth e prosegue con un arpeggio di chitarra acustica che fa da base alle figure lisergiche disegnate dalle tastiere. Molto d'atmosfera. Voto 7,5
The Light Dies Down on Broadway
Reprise di The Lamb con diverso arrangiamento. Brano poco incisivo e, tutto sommato, abbastanza inutile. Voto 6,5
Riding the Scree
Assolo da brivido di Tony all'inizio, con un Phil in grande spolvero e un Mike che fa qualsiasi cosa col basso. Il brano si dipana con grande forza, aprendo poi a una melodia prima imperiosa e poi struggente. Finale bachiano di grande fascino e impatto che lascia il posto al breve ritornello cantato. Voto 8,5
In the Rapids
Struggente ed evocativa, con la voce di Pietro che racconta la discesa nelle rapide di Rael, in un epilogo della storia che sarà completato con il brano successivo. Il pezzo ha una struttura semplice ma che coinvolge con la voce e gli arrangiamenti asciutti e incisivi, sia acustici (piano) che elettrici (chitarra). Grande emozione. Voto 9
It
Finale rockeggiante, con un testo ricco di giochi di parole, un ritmo serrato e arrangiamenti basati soprattutto sulla chitarra di Steve che imprime una certa originalità ad un brano che, francamente, non sarebbe memorabile. Voto 7,5

Wow... che fatica... [smile]
Ultima modifica di theNemesis il 13/11/2013, 16:38, modificato 1 volta in totale.
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Re: Genesis: Analisi degli album

Messaggio da Hairless Heart »

...ma ne è valsa la pena! [approve]
theNemesis ha scritto:tutti i testi sono di Gabriel e le musiche degli altri 4
Quasi.....
http://vintagerockforum.altervista.org/ ... t=40#p8968
(collabora Fripp con il suo Frippertronics)
Qui devo correggerti, non è presente Fripp ma Brian Eno con le sue Enossification ( [what] ).
Non sono d'accordo con tutte le votazioni, ma è nell'ordine delle cose!
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Re: Genesis: Analisi degli album

Messaggio da 2Old2Rock2Young2Die »

Grandioso Hyper-Album multimediale ante litteram, intrigante ed inedito nel suo contaminare immaginari diversissimi (le street gangs graffitare, la mitologia greco-romana, i vari percorsi metafisici di redenzione spirituale dal buddismo a Dante ecc).
Pur non raggiungendo la perfezione di Foxtrot (per via anche degli strumentali “di raccordo” che citava TheNemesis) e costituendo piuttosto una parentesi nell’evoluzione stilistica del gruppo – che infatti registrerà a Trick of the Tail come se nulla fosse successo - è il mio secondo preferito per la sua genialità e profondità.
Inoltre è uno di quei pochi dischi che possono essere apprezzati sia al primo ascolto (con alcuni brani di immediata presa) che al centesimo (apprezzando al meglio, ad esempio, le sottigliezze lessicali di Gabriel).
Un difettuccio, dal mio punto di vista, è forse il risicato apporto di Hackett. Se Il fregolismo vocale di Gabriel è infatti al suo zenith, Banks domina con le sue tastiere, il basso di Rutherford è più potente che mai e Collins è il solito motore incessante, Il povero Hackett mi sembra un po’ la cenerentola della situazione.
Comunque anche lui, nell’ambito del doppio, riesce a ritagliarsi un suo spazio autoriale, seppur in propozione minoritario, con uno dei suoi strumentali più belli (Hairless Heart) e due discreti pezzi come Cuckoo Cocoon e Here Comes the Supernatural Anaesthetist.

Brani Preferiti: The Lamb Lies Down on Broadway & In the Cage (i due brani di maggior impatto); Fly on a Windshield/Broadway Melody of 1974 (grandissimo strumentale + testi argutissimi di Gabriel); Carpet Crawlers & The Chamber of 32 Doors (i due pezzi più spirituali e rarefatti); The waiting Room (anche nel campo della libera improvvisazione, che non era il loro, se la cavano con onore); Anyway (adoro quel tono di disillusione e cinismo dylaniano con cui Gabriel canta le liriche del pezzo); The Lamia (una delle ultime collaborazioni fra Gabriel e Banks, con un eccezionale solo di Hackett che lascia la sua impronta su di una brano non suo).

VOTO COMPLESSIVO: 9,5

Qui devo correggerti, non è presente Fripp ma Brian Eno con le sue Enossification ( [what] ).
Partecipazione veramente modesta in verità: se non sbaglio, si trattava solo di alcuni filtri vocali utilizzati da Gabriel in alcuni brani (come The Grand Parade e Back in N.Y.). Curioso che all'inizio pensavo ci fosse piuttosto lo zampino di Eno in un brano proto-ambient come Silent Sorrow in Empty Boat.
Ultima modifica di 2Old2Rock2Young2Die il 05/01/2014, 12:39, modificato 3 volte in totale.
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Re: Genesis: Analisi degli album

Messaggio da theNemesis »

Hairless Heart ha scritto:Qui devo correggerti, non è presente Fripp ma Brian Eno con le sue Enossification ( [what] ).
Vero, ho confuso... corretto il post.
Ultima modifica di theNemesis il 13/11/2013, 16:43, modificato 1 volta in totale.
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Re: Genesis: Analisi degli album

Messaggio da theNemesis »

Hairless Heart ha scritto:
theNemesis ha scritto:tutti i testi sono di Gabriel e le musiche degli altri 4
Quasi.....
http://vintagerockforum.altervista.org/ ... t=40#p8968
Si, lo so che non TUTTI e 4 hanno firmato TUTTE le canzoni... ma non sono stato a fare lo stesso (ottimo) lavoro che avevi fatto tu... [smile] Intendevo dire che le musiche sono dei 4 e non di Gabriel...
Dancing on time way...
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Hairless Heart
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Re: Genesis: Analisi degli album

Messaggio da Hairless Heart »

Era solo una scusa per rimandare allo specchietto con i credits (presunti). ;) E sottolineare che, comunque, qualche brano con la musica a firma di Gabriel c'è: Grand parade, Chambers of 32 doors e Counting out time. Più ovviamente qualche collaborazione.
theNemesis ha scritto:l'album che portò alla rottura definitiva tra Peter e gli altri. Il motivo lo sanno anche le pietre ( [smile] ): non puoi costringere 4 giganti della musica a farti da gruppo per musicare le tue parole...
Naturalmente, come ben sai, la questione è più complessa. Intanto è stato Lui a lasciare la band, perchè si sentiva oppresso. Aveva ricevuto, dal regista William Friedkin (quello de L'esorcista *****), l'invito a creare un soggetto cinematografico, incuriosito dalla storiella stampata nel retro di copertina di Genesis Live. Peter chiese qualche settimana per dedicarvicisi, ma il gruppo si oppose perchè concentrato nella composizione del Lamb. Poi il progetto non si concretizzò, ma ormai la frattura era evidente. Per di più, nello stesso periodo, Peter (o Jill, non ricordo bene) aspettava la sua primogenita, la quale passo il primissimo periodo della sua vita in incubatrice. Ma anche qui "gli altri quattro" non gli permettevano di anteporre la famiglia alla band. Quando, in tempi più recenti, Phil ha avuto problemi familiari, gli altri furono molto più accondiscendenti.

***** Friedkin commissionò la colonna sonora a.....
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-Non ci sono più le mezze stagioni.
-Si stava meglio quando si stava peggio.
-Band on the Run è troppo bassa.
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