Groundhogs

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reallytongues
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Groundhogs

Messaggio da reallytongues »

Gli inglesi Groundhogs del chitarrista Tony McPhee di cui ho già parlato nel topic del british blues sono una delle mie band preferite sia per il genere che per l'attitudine davvero eroica di perseverare da ormai quasi 50 anni con una musica nuda e cruda fuori dalle mode.
La loro prima esperienza discografica (postuma) è quando accompagnano nel 1964 John Lee Hooker nella sua tournee inglese. Stiamo parlando quindi di uno dei primissimi chitarristi bianchi solisti del blues di ogni tempo.
Rimase sempre titolare del gruppo Groundhogs anche se fece fino al 67-68 varie esperienze con altri musicisti in altri progetti.
Una volta che il british blues divenne un genere piuttosto seguito grazie a Eric Clapton e John Mayall in primis, McPhee si concentrò sul suo progetto Groundhogs sfornando album che affrontano il genere blues con una violenza davvero unica per il periodo. Ritmica serratissima e martellante, una chitarra sferragliante e visionaria, la sua voce da vecchio saggio. Nessun altro gruppo ha mai suonato musica simile a quella dei Groundhogs.
Verso la fine dei 60 la svolta hard rock, un sound quasi Hendrixiano in cui il trio si trova a suo agio, perdendo forse in tratti di originalità pura, ma grande personalità. Il successo, la tournee con gli Stones...
Vorrei presentarvi intanto un lavoro che unsice il sound dei primi lavori più scarni e fedeli al blues con le aperture dei lavori successivi all'hard e prog.
Il disco è imtitolato "Hogwash" del 1972.
nel continente nero paraponzi ponzi bo
elio77
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Re: Groundhogs

Messaggio da elio77 »

blues davvero violentissimo che strizza l'occhio all'hard rock,forse un po' troppo,provo ad ascoltare qualcosa di precedente che forse li preferisco
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