Okkervil River

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Carlo Maria
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Okkervil River

Messaggio da Carlo Maria »

Gli Okkervil River nascono nel 1998 ad Austin, in Texas, per volontà musicale di Will Sheff (cantante, chitarrista e autore principale di testi e musiche). Fino a pochi anni fa, ad accompagnare Sheff nell'avventura c'era anche come membro fisso Jonathan Meiburg, che ora ha lasciato per seguire a tempo pieno la seconda band che il duo aveva creato: gli Shearwater.
Gli Okkervl River sono probabilmente la mia band preferita degli anni Duemila. Il genere spazia tra l'alternative folk e l'alternative country, in prevalenza. Li ritengo ottimi creatori di ballate ed oltre a quella che ho riportato nella mia Top 5 ve ne sono numerose che nel corso delle prossime settimane proverò a proporvi, sperando di farvi appassionare a questa band contemporanea, tuttora fertile e feconda.
Dopo un paio di ep, il primo album è del 2002, s'intitola "Don't Fall in Love with Everyone You See" e contiene uno dei loro maggiori successi.
Nonostante alcuni buoni brani lenti e dalle sonorità country come Kansas City siano interessanti, è Westfall la mattatrice. Si tratta di un brano incentrato sulla biografia di un assassino. Quando ho dovuto scegliere quale canzone inserire nella classifica delle ballate, ho scartato a malincuore questa per due semplici motivi: l'accelerazione finale la faceva esulare da quanto io propriamente intenda per ballata e inoltre parlava di nuovo di un assassino e avevo già optato per Sufjan Stevens e la sua John Wayne Gacy Jr, in merito.
Eccovela però:




Passa un anno e la band cresce e si conferma. Esce il secondo disco, "Down the River of Golden Dreams" e per i miei gusti è davvero buono perché ogni brano risulta funzionale alla narrazione, delicato, interessante. Il disco attira sulla band le attenzioni della critica, che lo elogia.
Le sonorità hanno perso parte della carica più rock, ma la voce di Sheff, così spigolosa e a tratti persino stonata, appare perfetta nel toccare più corde, nel suscitare a turno nostalgia ed emotività.
Gli strumentisti di turno coronano testi di valore, non risultando invasivi, ma creando un tappeto sonoro di contorno alla voce che arricchisce senza appesantire. Will Sheff è un narratore ed il fatto di essere in una band si può dire quasi casuale perché siamo di fronte più ad un folk singer.
Dal secondo disco, eccovi The Velocity of Saul at the Time of His Conversion:




Il loro terzo disco, s'intitola "Black Sheep Boy" ed è quello probabilmente più amato da critica e pubblico.
Siamo nel 2005, ma i due anni dalla prova precedente non hanno visto la band stare con le mani in mano, visto che nel mentre hanno dato alle stampe due split album e un ep.
Il titolo del disco riporta ad un brano del cantante folk Tim Hardin e rappresenta la vena più cupa di Sheff, di cui narra anche episodi autobiografici.. Il disco è una sorta di concept. Le sonorità mutano di nuovo e si spostano verso l'indie rock. I brani acquisiscono peso ed aumentano in durata, arrivando a sfondare gli otto minuti.
Di questo disco presento due brani: il primo, For Real, è possibile sia il mio preferito in assoluto della band. Adoro come gli strumenti entrino poco alla volta, in un crescendo emotivo. Il secondo, So Come Back, I Am Waiting, è proprio quel brano lungo di cui parlavo un attimo fa. La band ha personalità e riconoscibilità. Eccoli:






Per la creazione di questo disco, Sheff aveva scritto davvero parecchio materiale, tant'è che pochi mesi dopo esce un ep che s'intitola "Black Sheep Boy Appendix". Francamente, la qualità è nettamente inferiore e giustifica i tagli operati nella scelta dei brani da inserire nell'album principale. Con un'eccezione: Another Radio Song, in cui se possibile la cupezza dei precedenti brani diviene ancora più nera e a tratti disperata.



La voce qui a tratti stona proprio, eppure nel contesto del brano è pienamente funzionale e dà un ulteriore percezione di deriva, di solitudine, di negatività.

Nel 2007, dopo un altro ep, ecco arrivare il quarto disco, "The Stage Names" e... sorpresa! La negatività del precedente album è sparita, si è dissolta. Tanto i toni del predecessore erano neri, tanto questi sono allegri e a tratti scanzonati. Il disco possiede ottime ballate, come Plus Ones e quella A Girl In Port che ho citato tra le mie top, e brani più briosi come A Hand to Take Hold of the Scene e Our Life Is Not a Movie or Maybe, ma è l'energia di Unless It's Kicks a rappresentare meglio di tutte il vento nuovo:



La band ottiene nuovamente critiche ottime e questa volta comincia a ricevere anche le attenzioni del pubblico, visto che per la prima volta entrano in classifica Billboard, piazzandosi alla posizione 62.
La band continua a essere prolifica e a fine anno regala ai fan anche un album di cover, scaricabile on-line.
Will Sheff intende battere sul ferro ancora caldo e un anno dopo, nel settembre 2008, presenta il quinto disco, "The Stand Ins", che in realtà è la seconda metà del precedente The Stage Names. Non si tratta però di un'operazione come quella della Black Sheep Boy Appendix: qui si è preso il tempo per curare i brani e mostra che c'erano idee da parte che meritavano di essere pubblicate.
Il brano trainante è Lost Coastlines, il singolo estratto. L'album finirà alla posizione 42 di Billboard, confermando la crescita di apprezzamenti che il lavoro di Sheff suscita nel pubblico.




Nel 2010 gli Okkervil River sono la band che accompagna un pioniere del rock psichedelico come Roky Erickson (cantante, chitarrista e principale compositore dei 13th Floor Elevators) nel suo nuovo disco. Il fatto che anche il 13th siano di Austin immagino abbia influito non poco nel portare a conoscenza due realtà musicali così differenti. Il risultato è un disco di alternative rock decisamente in linea con le tendenze contemporanee, in cui si mescolano testi nostalgici e suoni sporchi e distorti in un risultato spesso meritevole.



Nel 2011, però, dopo aver sfornato anche un secondo album di cover scaricabile, la band torna in studio e sforna il sesto disco: "I Am Very Far". Le sonorità sono a metà fra l'indie rock e l'indie folk. Il giudizio diffuso è ancora una volta manco a dire positivo e band sale ancora un pochino, arrivando fino alla posizione 32 della classifica americana. Il mio parere, però, questa volta si discosta: il disco è sicuramente sufficiente ed anche oltre, ma siamo un passo indietro rispetto alle produzioni precedenti e in particolare rispetto al trittico sfornato tra il 2003 e il 2007. A innalzare il mio giudizio e a far da leva commerciale è il primo singolo estratto, che è anche il miglior brano presente nel mazzo: Wake and Be Fine, che però ho già postato in altro topic e quindi mi limito a riportarla come link:

https://www.youtube.com/watch?v=iHaCtxW6Vv8


Ho proprio esagerato col numero di video postati, lo so, ma sto per finire la mia carrellata, per cui chiedo ancora un attimo di sopportazione. :lol: ;)
Nel brano summenzionato noterete che la band vira nuovamente verso atmosfere più negative.

Passano altri due anni, siamo al 2013 ed esce il settimo e per ora ultimo album della band, "The Silver Gymnasium". Il disco è preceduto da una campagna promozionale bizzarra: visto che è il più autobiografico mai scritto da Will Sheff, sul sito compare un videogioco in stile anni '80, ambientato nel paese descritto dall'album (che è poi quello in cui Sheff ha trascorso l'infanzia). Ognuno si può mettere a giocare e mentre gioca visita i vari ambienti descritti nei brani. Un'idea particolare, che certo sarà costata diverso tempo. L'effetto sulle vendite, però, non è granché: il disco arriva al massimo alla posizione 66 di Billboard, anche se in realtà entra addirittura in altre tre classifiche di vendita americane correlate.
Il mio giudizio personale è in linea con quello del precedente disco: gradevole, meritevole, pienamente sufficiente.
Eccovi l'ultimo brano che vi presento, It Was My Season, e questa volta si tratta proprio di una ballata d'amore:



Che dire degli Okkervil River ancora?
Li ho visti live due volte. Per la prima volta, nel 2008, i biglietti mi furono regalati da una mia ex. Il concerto si teneva a Urbino (io sono di Biella). Era un weekend di agosto, bollino nero di traffico. Ci mettemmo 10 ore d'auto per andare, 9 per tornare (nella notte, partendo all'una subito dopo la fine dello show). In pratica rientrammo per andare a lavoro entrambi, reggendoci a malapena in piedi. Ma ne era valsa la pena. [happy] [hearts]
Will Sheff si è presentato sul palco completamente ubriaco e col tempo abbiamo imparato che non è affatto un caso isolato, ma lo show fu divertente e coinvolgente e noi eravamo in prima fila, centrale, agganciati alle transenne.
La seconda volta li ho visti appena 3 mesi dopo: data l'accoglienza ricevuta a Urbino, fissarono una seconda data a Milano. C'eravamo, di nuovo in prima fila centrale. Fu splendido uguale e riuscii a recuperare al volo le maracas lanciate dal palco, oltre alla set-list dei brani eseguiti.
Da allora sono trascorsi sette anni, gli Okkervil River non sono più tornati in Italia, ma continuo a controllare l'elenco dei loro concerti perché se passeranno di qui, io ci sarò. [happy]
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Lamia
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Re: Okkervil River

Messaggio da Lamia »

[nc] . ottimo, grazie Carlo, appena ho tempo mi leggo bene il thread e ascolto un po' di questo bravissimo gruppo! 8-)
Carlo Maria
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Re: Okkervil River

Messaggio da Carlo Maria »

L'altro ieri è uscito il nuovo disco della band, "Away", a tre anni di distanza dal bel "The Silver Gymnasium".
Ovviamente non posso esprimere un giudizio completo solo dopo pochi ascolti, ma diciamo che già fin dalla prima passata, vi ho ritrovato le stesse emozioni che mi ha lasciato tutta la discografia di Will Sheff. [happy]
Le ballad del gruppo, poi, non sono per nulla canoniche: lo mostra la durata, che per ben quattro brani è superiore ai 7 minuti (ed un quinto si ferma a 6:55, cioè appena sotto).
Ecco il pezzo d'apertura.

https://www.youtube.com/watch?v=4BpA_MqGBtk
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