Un bell'argomento di topic, volto al futuro.
Personalmente, l'affetto che mi lega al grande cantautorato italiano degli anni Settanta mi fa dire che nessuno dei cantautori in erba che ho ascoltato mi sembra abbia le qualità per affiancarsi ai grandi nomi della stagione d'oro, però ci sono davvero alcune promesse!
Di quelli che citi, ne conosco 6 (gli altri quattro me li sono annotati e conto di esplorarli il prima possibile) e ne ho visti live tre.
Dente è il più brillante: dal vivo è simpaticissimo e regge il palco molto bene, con sicurezza, riuscendo a coinvolgere il pubblico e a farlo ridere sinceramente. I suoi brani sono carini, meno banali di tanti altri, e spesso contengono livelli di lettura non evidenti al primo ascolto. Sintomatico è il disco credo più famoso, L'amore non è bello, in cui i brani apparentemente sembrano le classiche canzoni d'amore trite e ritrite, mentre invece i testi sono decisamente sferzanti!
Brunori Sas ha cambiato il nome in Brunori Srl. L'ho visto a Torino alcuni anni fa: molto piacevole e alcuni brani sono proprio azzeccati, ma parlo alcuni brani. Lui è decisamente più leggero e solo alcuni testi mi sembra si elevino.
Curiosità: l'ho rivisto l'altro giorno, al concerto di Sufjan Stevens a Milano. Era seduto nella fila davanti alla mia.
Appino, invece, mi ha deluso un casino. Quando sono andato a vederlo suonare (col gruppo), ho visto all'opera animali da palco, perfettamente a loro agio, certo, però i brani in versione live sono semplificati, più scarni, e meno efficaci. Ti dico: furono surclassati dal gruppo spalla, quei Fast Animals and Slow Kids che secondo me si stanno facendo spazio a spallate e che mi divertono assai. Il loro cantante è un pazzo scatenato e sono bizzarri e simpatici.
Tornando ai cantautori di ultima generazione, un nome che non mi stupisco manchi nella tua lista è quello di Le Luci della Centrale Elettrica. È noto che o lo si ama o lo si odia e parecchi lo detestano proprio, compresi per esempio i Lo Stato Sociale, che in un celebre brano lo sfottono. I suoi testi sono criptici, ma indubbiamente emozionali. L'incomprensibilità di certi brani è quasi sibillina, e mi ricorda i processi a De Gregori sulla presenza di eccessive metafore in alcuni dischi, che privavano di realismo la poetica. Io li ritengo suggestivi.
Bugo è un altro nome che mi suscita simpatia: testi ironici e sonorità diverse dalla media ne fanno un autore originale nel panorama nostrano.
Non mi dispiace Valentina Lupi, per citare anche una donna: mostra grinta e alcuni suoi brani sono decisamente ben fatti.