fish è bravissimo a creare con le parole splendide immagini che danno bellissime sensazioni, ma i tentativi che ho fatto di capire il significato della storia sono andati a vuoto.
molto probabilmente si è voluto seguire non il modello massimo che ci offre la storia del rock cioè quella dei concept con un protagonista fisso e delineato alla pink, rael o tommy, ma un concept più basato sull'atmosfera alla sgt. peppers o the final cut.
certo mentre the final cut trasuda guerra mondiale da tutte le note e non parliamo nemmeno della splendida atmosfera circense che pervade il disco dei beatles, MC è semplicemente un disco dei marillion come atmosfera.
insomma, come concept mi ha sempre convinto poco e credo che fish avrebbe dovuto avere molto più tempo per sviluppare il tema che aveva in mente.
spero che qualcuno mi smentisca su questo punto ma io le volte che ci ho provato mi sono dissuaso che a storia dietro al concept non è tutta quella gran cosa.
anche musicalmente la fretta la fa da padrona.
mettendo da parte la triade iniziale che è un caso a parte in quanto rappresenta uno scrigno di tesori e daterebbe ad edichettare il disco come meraviglioso, il resto non convince.
ci sono 3 minisuite assolutamente non convincenti, formate da pezzi che mal si amalgamano tra loro ed anche spunti interessanti vengono subito stoppati: hanno un sapore di medley più che di canzone completa e credo che qui la fretta sia stata davvero responsabile.
soprattutto la terza minisuite, blind curve è formata da "movimenti" eccellenti ma letteralmente uccisa dal fatto che i frammenti sembrano provenire da ispirazioni diverse e messi li alla rinfusa.
ci sono poi 4 bellissime canzoni propriamente dette, non capolavori eccelsi, ma pezzi ben definiti: io soprattutto nei primi due, waterhole e expresso bongo vedo molta ispirazione da hallo i must be going, il secondo album di collins, secondo me il suo migliore: ascoltatevi white china e do you know do you care per scoprire le affinità.
ascoltiamo ora:
traccia 1,2 e 3: "pseudo silk kimono, keyleight e lavander"
uno splendido intro di tastiera fa da tappeto ad una voce potente ed evocativa incredibilmente simile a quella di peter gabriel ma stupendamente addolcita da un vago sapore del collins più autentico: nei genesis la mistura di queste due voci è qualcosa di irraggiungibile ed è grazie a fish che i marillion toccano vette altrimenti irraggiungibili.
l'atmosfera si mantiene sospesa grazie a quel suono di tastiera mirabilmente scelto da mark kelly, altro asso nella manica dei marillion: tastierista spettacolare ma poco invasivo che si sottrae alla massa dei tastieristi del neo prog tutto fuochi d'artificio. alle mie orecchie questo è un merito.
di kayleigh è inutile parlarne: credo che se l'avessero scritta i genesis e pubblicata nel 1985 sarebbe ancora in testa alle classifiche , almeno in germania
![ghigno [smile]](./images/smilies/icon_smile_big.gif)
ma quello che veramente entusiasma è lavender.
lavender è quello che avrei vouto dai genesis: uno splendido intro di piano che poi diventa accompagnamento di una quasi afterglow e che culmina con un bellissimo e lancinante assolo di chitarra.
lavender fu il secondo singolo estratto dall'album e qui comincio a pensare che la EMI cominciò con questa scelta a boicottare i singoli della band.
lavender non è una canzone da hit, è una stupenda canzone ma non un hit: era atroce vedere la classifica europea su MTV con i ragazzi in discoteca che cercavano di ballare sulle sue note. osceno.
ecco il video di questa autentica perla
come è facile ascoltare è stata aggiunta una terza strofa per raggiungere una lunghezza minima da singolo ed anche l'assolo è un po' allungato.
e a proposito, lo splendido assolo che illumina la parte centrale di keyleigh viene espanso su album raggiungendo vette di bellezza incommensurabile