Symphony X - V: The New Mythology Suite

In questa sezione discutiamo dei due principali filoni derivanti dal Rock Progressivo: Il Neo-progressive e il Progressive Metal.

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Symphony X - V: The New Mythology Suite

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Per la serie 'Recensioni che nulla c'entrano con il Vintage' ecco a voi V: The New Mythology Suite dei Symphony X, gruppo Prog Metal americano formatosi nel 1994, ancora in attività e molto apprezzato dai cultori del genere, soprattutto per album quali The Divine Wings of Tragedy e Twilight in Olympus.
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Io vado controcorrente e vi consiglio l'ascolto di The Damnation Game del 1995 e di V, appunto, quinto album della band uscito nel 2000, di cui comincerò la recensione a breve.

Lo stile dei Symphony X mescola in modo sublime Prog, pezzi Hard molto aspri e musica orchestrale e classica, creando uno stile unico e difficilmente ripetibile; un uso accorto delle voci e una tecnica pazzesca dei musicisti regala dei pezzi veramente interessanti; ciliegina sulla torta la voce di Russell Allen, capace di unire a pezzi alti altri molto aspri e vicini al Thrash Metal.

Il disco è un concept album che ruota attorno alla mitologia antica, ad Atlantide, all'Antico Egitto ed ad un nuovo ordine mitologico; il V dell'album (oltre ad essere appunto il loro quinto album) si riferisce appunto a questo, e viene citato spesso nel corso dell'album. I testi sono molto epici e oscuri, perfetti per la musica che li accompagna.

Consiglio l'ascolto di questo album a coloro che apprezzano il Prog e che contemporaneamente non disdegnano i riff duri di chitarra; a chi non apprezza la durezza di chitarre distorte e doppia cassa potrebbe risultare indigesto, pur avendo parti Prog molto elaborate e pezzi di straordinaria delicatezza.
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Re: Symphony X - V: The New Mythology Suite

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Traccia 1: Prelude



Violini e un testo in latino: così comincia il nostro viaggio in V con Prelude, atto primo dell'album. I violini vengono presto accompagnati della martellante doppia cassa di Jason Rullo, dal basso di Michael Lepond, dalla tastiera di Michael Pinella e dalla chitarra di Michael Romeo

Traccia 2: Evolution (The Grand Design)



Si parte col botto con un potente riff di chitarra supportato dalla batteria; tenete in mente il giro di tastiera, questo riff tornerà più e più volte nel corso dell'album; Allen da subito prova della sua duttilità con una parte cantata in netto contrasto con l'aspra parte strumentale; il ritornello è impreziosito da seconde voci che si amalgamano in maniera sublime; sotto la tastiera tiene in piedi il tutto, con un lavoro oscuro ma prezioso.

Traccia 3: Fallen



Il finale di Evolution è anche l'inizio di Fallen, che parte con un fill di tastiera per poi crescere ed entrare in una strofa Heavy grazie alla chitarra di Michael Romeo; ancora la voce di Allen è misteriosa e sfuggente. Il ritornello segue lo schema del brano precendete, con chitarra in primo piano e tastiera a creare un tappeto sonoro. Tornano anche qui i cori, dopo il secondo ritornello e prima dell'assolo di Romeo.

Traccia 4: Trascendence



Ricordate il riff di tastiera all'inizio di Evolution? Eccolo riproposto in questo breve intermezzo strumentale, di chiaro stampo classico.

Traccia 5: Communion and the Oracle



Ritmi più calmi e chitarra meno aggressiva: eccoci arrivati alla ballata (o forse è meglio definirla Power Ballad?) del brano. Un tema che si trasforma più volte, diventa orchestrale e lascia poi spazio alla parte cantata. La tastiera la fa da padrona nella prima parte di strofa, poi chitarra e basso si fan sentire sempre di più. Ottimo, come sempre, il lavoro di seconde voci e cori, che impreziosiscono il brano.Poco prima del quarto minuto arriva il ritornello vero e proprio, con citazione al 'V' del titolo; subito dopo parte strumentale decisamente Prog, seguita da un bridge classico e molto operistico che da il via ad una parte corale e una strumentale, che chiude il brano.

Traccia 6: The Bird-Serpent War/Cataclysm



Dopo un brano così calmo non poteva che esserci una bomba Heavy: doppia cassa e chitarra distorta: le tastiere evocative di Pinnella sono sempre presenti e la voce di Allen si erge sovrana; come sempre ottimo lavoro di seconde voci, veramente una marcia in più dei Symphony X.
Ultima modifica di MrMuschiato il 25/03/2015, 0:31, modificato 2 volte in totale.
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Re: Symphony X - V: The New Mythology Suite

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Traccia 7: On The Breath of Poseidon



Altro pezzo strumentale, altro ritorno del famoso riff, all'inizio del brano, un po' camuffato, ma sempre riconoscibile; trombe e violini accompagnano questo brano dal sapore epico e operistico; la seconda parte è a completo appannaggio dei 4 musicisti che danno una svolta decisamente Hard al tutto; nel finale i due mondi si incrociano, e si prepara il terreno per la prossima canzone.

Traccia 8: Egypt



(Per chi scrive il miglior brano del disco, e uno dei migliori della band)

Ritmo orientaleggiante, groove di batteria con hi hat onnipresente, chitarra in accompagnamento; il pezzo si apre mantenendo sempre quel chè di esotico in sottofondo, ma la chitarra si fa più presente e più attiva; il cantato di Allen arriva dopo un paio di giri, e come spesso accade parte tranquillo per poi aprirsi in un secondo momento; il pre ritornello ha dei cori sognanti e sospesi, campo perfetto per far partire un ritornello epico, sognante, ricco di emozione ed evocativo, con la chitarra che tiene gli accordi lunghi, la tastiera che fa mero accompagnamento per creare un suono eccelso. Il tutto si ripete una seconda volta, ma al posto del ritornello arriva un ponte strumentale con assolo di tastiera; la parte successiva è impreziosita da un lavoro incredibile del bassista Lepond, e regala prima un assolo di Romeo e poi una parte cantata potente e rabbiosa. Un secondo e ultimo ritornello e una parte di piano completano un brano sublime.

Traccia 9: Death of Balance/Lacrymosa



Un tuffo nella musica classica riarrangiata dai Symphony X con questo brano; nella prima parte i 4 musicisti si cimentano in un duello Heavy Prog/Musica Classica, mentre nella seconda parte viene reinterpretato un'aria del Requiem di Mozart, Lacrimosa.

Traccia 10: Absence of Light



Si torna nel Prog Metal più duro con Absence of Light, con tastiera in primo piano, prima con un Hammond e poi con un rapido assolo, a cui risponde subito la chitarra di Romeo. _La strofa è più tendente all'Hard Rock per ritmo e riff di chitarra, mentre il ritornello è ancora una volta impreziosito dai cori magistralmente cantati da Allen, Pinella e Romeo. Altro gran pezzo, con una gran carica e un ottimo tiro.

Traccia 11: Fool's Paradise



Ultimo brano prima dell'atto conclusivo, partenza lanciata con doppia cassa, tastiera in primo piano e chitarra a tenere il riff portante; brano vicino al Power Metal, con un gran cambio nel pre-ritornello con un riff lavorato della chitarra di Romeo e il solito, magnifico e operistico contributo delle seconde voci. Ritornello con riff martellato di Romeo e fill di tastiera in primo piano; a metà brano bridge pomposo e successivo assoli di Romeo e Pinella.

Traccia 12: Rediscovery

Traccia 13: Rediscovery part 2: The New Mythology Suite



Atto conclusivo di questo splendido concept album, la prima parte è un intro con una chitarra armoniosa che fa da base per alcune divagazioni della tastiera di Pinella; nel finale il tutto si impreziosisce grazie a una base operistica; il brano finale vero è una piccola suite che comincia con un riff di chitarra supportato dal resto dei musicisti, che si trasforma pian piano in una strofa che riprende ancora il riff portante del concept album, quello già sentito in Evolution, Trascendence e on The Breath of Poseydon. Il successivo ritornello è un chiaro omaggio ai Kansas, visto che riprende neanche troppo velatamente il classico Song for America. Dopo un paio di giri è il momento di cambiare, la scena si fa più evocatica grazie al piano in sottofondo e gli animi si calmano; solo per poco però, perchè il brano esplode più potente di prima. Allen si prende una pausa e lascia il palco ai musicisti del gruppo, che preparano una nuova scena, con un nuovo riff portante, proprio come un nuovo atto teatrale. E questo atto è decisamente operistico, quasi allegorico; il tutto dura però pochi attimi, perchè torna il cantato sottile di Allen e il piano in sottofondo; viene ripreso un riff precedente e viene ancora lavorato, trasformato, perentrare nella parte più Heavy, più Power del brano, con doppia cassa e voce grintosa. I cambi sono repentini e si susseguono uno dopo l'altro, senza soluzione di continuità; un piccolo assolo precede una parte cantata, poi subito un'altra parte strumentale. Ci avviamo verso la fine della suite, con una parte cantata con voce effettata e tastiera in sottofondo; il clima si fa più sereno, più calmo, e tutto è pronto per la parte finale, operistica, classica, epica e piena di emozione. Il finale da un senso di positività, ma con una nota stonata alla fine, negativa, come delle nubi che nascondono un sole appena uscito.


Questo è tutto, ve lo consiglio vivamente, soprattutto se oltre al Prog apprezzate anche l'Heavy e il Prog Metal in generale....alla prossima recensione!!
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