The Kinks

In questa sezione parliamo principalmente delle Band "pioniere" del Rock anni '60 e '70, come lo sono stati i Beatles, i Rolling Stones, i Doors, i Led Zeppelin, e molti altri.

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Carlo Maria
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Re: The Kinks

Messaggio da Carlo Maria »

reallytongues ha scritto:Comunque se tanto sono da criticare i Beatles per la scarsa innovazione ecc...beh allora pure i Kinks post garage rock sarebbero da imputare come gruppo che nulla ha innovato!
Nei loro infarciti concept non sento una nota una che non abbia già ascoltato da altri, Beatles compresi poi!
ssecondo me i Kinks sono stati abili artigiani (intendo sempre i Kinks del dopo botto creativo garage), capaci di alcune bellissime melodie, ma incapaci di andare oltre ad un cocktail ben fatto, ma tutto sommato innocuo.
Non condivido per niente!
TI segnalo l'ottima biografia della band che presenta Ondarock, che evidenzia come in realtà abbiano spesso precorso i tempi e rarissimamente seguito le mode:

http://www.ondarock.it/popmuzik/kinks.htm
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reallytongues
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Re: The Kinks

Messaggio da reallytongues »

ahahahha
conosco benissimo chi ha scritto quella monografia e ti posso dire che si tratta di un tizio che non fa altro che scrivere per fare l'originalone e darsi un tono da critico che non è
prima di tutto se vogliamo mettere il dito nella piaga nemmeno la fase proto hard è così innovativa visto che il garage e il proto heavy (vedi Link Wray per esempio...) già si faceva da qualche anno
il resto della produzione dei primi anni vede i Kinks come uno dei gruppi migliori a livello esecuitivo e compositivo di selvaggio r&b (ma altri gruppi all'epoca facevano lo stesso)
lo spostamento verso la pop music più raffinata li vede semplicemente seguire le orme dei Beatles, ma pure degli Zombies. Non si può certo definire un gruppo come innovatore solamente perchè per primi suonarono raga in "See My Friends"! ci vuole ben altro!
I Kinks sono stati un gruppo che era pienamente nel flusso della scena inglese e non sono stati assolutamente precursori di nulla. Non hanno seguito le mode è vero, ma molte idee musicali si. I Beatles innanzi tutto e mi spiace che ci sia tutta questa resistenza nel non ammettere che i 4Four erano comunque un esempio per tutti e soprattutto per un gruppo come i Kinks che spesso sembrano davvero una COPIA dei 4Four nel creare canzoni classicamente inglesi con retrogusto della chansonne francese. Poi pure la Band di Robbie Robertson che diede loro una bella lezione di roots music che iniziarono a inserire nei loro album post 68.
Ammettoche i Kinks pur attingendo da altri (come tutti) hanno seguito una loro strada personale, ma questa strada non mi sembra assolutamente all'altezza dei veri grandi innovatori degli anni 60.
Se sono ispiratori poi del brit pop dei Blur, mi sembra più che altro una grave colpa :lol:
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Re: The Kinks

Messaggio da Hairless Heart »

Reallytongues che "difende" i Beatles, con questa le ho viste tutte..... :lol:
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Re: The Kinks

Messaggio da roberto63 »

Le mie conoscenze della musica dei Kinks sono piuttosto episodiche. Pertanto mi astengo dall'esporre opinioni scarsamente argomentate. Per quanto ne so, trovo che possiedano un'interessante propensione all'eclettismo; non trascurerei la longevità artistica corroborata da una produzione di valore a distanza di molti anni dall'esordio.

Sì, è possibile che siano sottovalutati.
Ultima modifica di roberto63 il 09/09/2015, 9:51, modificato 1 volta in totale.
Teorema di Stockmayer:
Se sembra facile, è dura.
Se sembra difficile, è fottutamente impossibile.
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Re: The Kinks

Messaggio da Carlo Maria »

reallytongues ha scritto: Non si può certo definire un gruppo come innovatore solamente perchè per primi suonarono raga in "See My Friends"! ci vuole ben altro!
I Kinks sono stati un gruppo che era pienamente nel flusso della scena inglese e non sono stati assolutamente precursori di nulla. Non hanno seguito le mode è vero, ma molte idee musicali si. I Beatles innanzi tutto e mi spiace che ci sia tutta questa resistenza nel non ammettere che i 4Four erano comunque un esempio per tutti e soprattutto per un gruppo come i Kinks che spesso sembrano davvero una COPIA dei 4Four nel creare canzoni classicamente inglesi con retrogusto della chansonne francese. Poi pure la Band di Robbie Robertson che diede loro una bella lezione di roots music che iniziarono a inserire nei loro album post 68.
Ammettoche i Kinks pur attingendo da altri (come tutti) hanno seguito una loro strada personale, ma questa strada non mi sembra assolutamente all'altezza dei veri grandi innovatori degli anni 60.
Se sono ispiratori poi del brit pop dei Blur, mi sembra più che altro una grave colpa :lol:
Quoto una parte del tuo post (e non tutto, così non mi sgridi :lol: ).
Non lo condivido.
Cito Piero Scaruffi, questa volta: "[---] i Kinks contribuirono a inventare un genere (il garage-rock) che non avrebbe conosciuto confini. [---] Se si tiene conto che i Kinks inventarono anche di fatto l'album concept e l'opera rock nel mondo della canzone, Ray Davies (classe 1944) va annoverato fra i massimi compositori della musica rock, e probabilmente il massimo dell'era del Merseybeat (1964-67, l'apice dei Kinks) [...] See My Friends (luglio 1965), scritto durante un tour in India ha il primo drone indianeggiante della musica rock." Queste poche righe prese qua e là, giusto per dare un'idea.
In verità, non posso dire di non condividere in toto il tuo commento: è assolutamente vero che, come tutti, anche Ray Davies attinsero da altri ed è assolutamente sacrosanto che i grandi innovatori siano stati altri, tuttavia ti trovo riduttivo nel riconoscere i meriti del gruppo e del loro grande autore di punta. I Kinks sono stati una band prolifica (24 dischi studio in 32 anni, non un record, ma decisamente non male!) e su risultati davvero notevoli, visto che possono annoverare almeno una quindicina di dischi meritevoli, e forse si potrebbe arrivare tra i 16 e i 18. Quelli che possono vantare una media migliore, se ci sono sono davvero pochi.
Quanto al loro potenziale innovativo, io ritengo che ci sia eccome: del primo terzetto di dischi abbiamo già detto, ma mi sento di condividere la riflessione di Scaruffi ("CONTRIBUIRONO a inventare un genere"). Non si tratta di un'invenzione solo loro, quindi, tuttavia la proposta musicale dei Kinks è attestato da più parti che sia risultata significativa. Face to Face, album che a me piaciucchia abbastanza, ma che contiene un paio di gioielli veri e propri, fu un significativo cambio di marcia e già il successivo disco della band evidenzia sonorità differenti. Più patinate, da un lato, molto più ricercatamente personali, anche, visto come il resto del mondo andava in altre direzioni. E davvero, l'influenza beatlesiana io la ritrovo (perché c'è) solo in alcuni brani del primo periodo. I brani peggiori, per la cronaca, quelli meno spinti e più easy listening, con coretti mersey beat e accordi facili. Già col Green Village, però, i Kinks perseguono una via decisamente diversa e più ambiziosa, fatta di tanti concept che costruiscono un vero e proprio mondo inglese. E i prodromi di tale capolavoro si vedono tutti nei due album precedenti, nella sferzante ironia dei testi. I Beatles hanno scritto buoni brani, persino un paio di capolavori assoluti, ma erano anche un compromesso commerciale, al punto che, secondo me, la personalità di John un po' (e quella di George parecchio) nè è sempre rimasta schiacciata, risultando poi un triste hippie fuori tempo massimo quando lasciò i FabFour. I Kinks hanno realizzato album decisamente più personali, arrivando a estremizzare la vena da music hall in quel bozzetto solo parzialmente riuscito che è l'ambizioso doppio progetto di Preservation Act 1 e 2. E in questi due dischi non c'è solo originalità: c'è proprio un diverso approccio alla musica, che al tempo era francamente abbastanza nuovo. Io la vedo come fonte d'ispirazione anche per dischi watersiani come The Wall.
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Re: The Kinks

Messaggio da Hairless Heart »

Dopo essermi tenuto a fatica dal ribattere a certe affermazioni (ma mi sono sfogato in un altro topic..... :lol: ), ho deciso che è il momento di approfondire quello che resta uno dei gruppi più importanti della scena inglese anni '60. Ne parlate troppo bene, pur con diverse sfumature, per non esserne incuriositi. Fra l'altro ho trovato un valido aiuto in un altro forum!
Intanto scopro che, almeno nel primissimo periodo, se ascoltassimo solo gli album perderemmo fior di canzoni, d'altronde nella prima metà dei '60 è ancora il disco a 45 giri il formato dominante, lo sanno bene i fans di Stones e "di quegli altri". Per fortuna le nuove edizioni dei cd ci vengono in aiuto, proponendo di seguito all'album di turno i brani usciti solo su singolo.

Approcci di un neofita al malloppone dei Kinks.

KINKS (1964). Il primo album contiene quasi interamente cover di altri artisti, ad accompagnare la sferzante You Really (tongues) Got Me, di cui avete già parlato. E' comunque un disco bello pimpante, a partire dalla cover di Chuck Berry e da So Mystifying, qui possiamo paragonarli ai primi Stones. Ma il discorso si fa più interessante con i singoli dell'epoca, quasi tutti originali. Non c'è solo la pur efficace All day and all of the night, è notevole anche You still want me, un gradino sotto porrei I Gotta Move e It's Alright. E qui non si può non sentire forte l'influenza dei Beatles, c'è una canzone in particolare dove la chitarra ritmica suona esattamente come quella di Lennon, penso a Misery ad esempio.

KINDA KINKS (1965). Qui cominciamo già a trovare quasi interamente pezzi originali. Il song-writing di Ray Davies is fa leggermente più sofisticato, ma la band perde in spinta. Ci sono buone cose come Come on now, Nothin' in the world can stop...., Wonder where my baby is tonight. La stessa Tired of waiting for you, molto osannata, non mi fa gridare al miracolo. I Beatles sono più che presenti, un brano sembra uscito dal film A Hard day's night....
Il cambio di marcia avviene nella sezione delle bonus-tracks del cd. Everybody's gonna be happy è assolutamente fantastica, la mia preferita fino ad ora! A seguire See my friends, Set me free (ancora l'ombra dei futuri, anzi imminenti, baronetti....) e A well respected man.

(continua, con calma.....)
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Re: The Kinks

Messaggio da reallytongues »

Grande Hairless!
si condivido quello che hai scritto
anche a me "Everybody's gonna be happy" fa impazzire, ha un incedere incredibile ed è cantata proprio da sbruffoncelli
e "Tired..." dopo qualche ascolto mi risulta noiosetta
"Set Me Free" per me è il capolavoro dei Kinks melodici assieme a poco altro
e ho detto tutto
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Re: The Kinks

Messaggio da Carlo Maria »

Sono curioso di leggere la tua disamina, Hair! [happy]
Comunque dai: non te la prendere se attacco i tuoi Beatles: auspico sempre di farlo con un pizzico di leggerezza, anche quando ci vado giù pesante. ;)

Tornando ai Kinks, ho nel mentre finito di riascoltare la loro discografia. Invero gli ultimi non li avevo mai sentiti, e francamente non è che mi sia perso chissà che.
I tre capolavori di fila dei Kinks restano quelli: Something Else, The Village Green e Arthur. Il primo e il terzo presentano numerose canzoni splendide e che svettano (e sono di generi differenti, a palesare le capacità del gruppo di cambiare pelle); il secondo è invece per me un disco di una compattezza e di un'organicità straordinarie.
Lola è già un passo sotto, ma ha ancora numerosi brani che spiccano. Percy un album poco interessante di cui salvo giusto un paio di brani, Muswell però mostra nuovi cambiamenti di sound e ha una freschezza apprezzabile, mentre Everybody's in Show-Biz sarà anche un album minore, ma fatto con cura. Preservation Act 1 e 2 sono per molti una pietra di scandalo, un tradimento della musica precedente del gruppo. Per me sono invece un tentativo interessante, anche se solo parzialmente riuscito. Cambiano totalmente genere, sono molto teatrali, ampollosi, ambiziosi. Alcuni brani chicca ci sono anche qui, però. Soap Opera resta sulla falsa riga, ma senza i picchi dei predecessori e quindi è sostanzialmente un album mediocre, mentre Schoolboys è un ritorno parziale al rock and roll di dieci anni prima, ma senza la verve e la spontaneità di certi esordi. Sleepwalker risulta quindi un disco fortemente inaspettato e inatteso, perché mostra che Ray Davies ha ancora frecce al suo arco e non ha ancora esaurito la sua vena. I testi sono carini e la musica ha di nuovo subito un mutamento di pelle, virando verso un rock più duro. Misfits accresce questo aspetto su alcuni brani: Live Life è hard rock, mentre la brillante Father Christmas è un pezzo in cui trovo anticipazioni del punk hardcore anni '80-'90 (lo trovo molto moderno, personalmente), ma presenta anche influenze funk e reggae, con brani come Black Messiah. Il disco però mi piace solo in parte. Il successivo Low Budget, trovo annacqui totalmente i testi di Davies e anche appiattisca le potenzialità della band col suo hard rock troppo tirato per gli stilemi della band. Insomma, anche se certa critica apprezza proprio anche questa fase e pur amando io l'hard rock, non sono riuscito a seguirli in questa nuova fase e in questo nuovo cambio di genere.
I successivi album, e quelli dopo, Give the People What They Want e State of Confusion vedono infatti un rallentamento del ritmo, forse perché lo stesso Davies colse di essersi spinto oltre, chissà. Da lì in poi, davvero c'è pochino da dire e gli ultimi album sono quasi inutili.
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Re: The Kinks

Messaggio da Carlo Maria »

Ho citato tre soli brani, tardi. Li riporto qui per mostrare come suonavano i Kinks nel 1978.





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Re: The Kinks

Messaggio da Hairless Heart »

Carlo Maria ha scritto:Comunque dai: non te la prendere se attacco i tuoi Beatles
La mia faccina ridens parla chiaro. ;)
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Re: The Kinks

Messaggio da Hairless Heart »

KINK KONTROVERSY (1965) Lavoro che mi ha soddisfatto (quasi) pienamente, per la prima volta i Kinks dimostrano di credere un po' di più nel formato a 33 giri rispetto ai singoli, meno numerosi in questo periodo a giudicare dall'esiguo numero di bonus-tracks.
Le canzoni sono quasi tutte convincenti, tolte I am free e un altro paio. Magari nessuna fa gridare al miracolo ma, dalla ballata Ring the bell, a Till the end of the day, a Gotta get the first plane home, alla beatlesiana What's in store for me, tutte hanno il loro perché. Quanto a Where have all the good times gone, dire che la strofa è vagamente dylaniana è un eufemismo.
Dunque dei primi tre album, questo è quello che preferisco.
Quanto alle bonus, buona Dedicated follower of fashion, mentre per Sittin' on my sofa: peccato, perché il pregevole riff avrebbe meritato uno sviluppo meno svogliato.
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Re: The Kinks

Messaggio da Carlo Maria »

Mi interessano le tue valutazioni sui Kinks, per cui spero che arriverai presto al quinto album, cioè a quelli per me migliori! :)
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Re: The Kinks

Messaggio da Hairless Heart »

Dopo questo trittico di album, posso tentare un primo parzialissimo bilancio. E’ sicuramente una band che ogni appassionato di musica vintage non può ignorare, ha saputo sfornare una serie non indifferente di canzoni di livello, sia su album che soprattutto su 45 giri. A questo punto mi chiedo: come mai non ha raggiunto, o meglio non ha perpetuato il grande successo (che pure, mi pare, all’epoca c’era) alla pari delle grandi band coeve, in primis Stones, Beatles e Who? Qualche spiegazione me la sono data. Intanto la qualità del suono, che si può paragonare forse a quella degli Stones, ma quella dei Beatles è davvero di un altro pianeta, indipendentemente dalla recente rimasterizzazione (non so, ma dubito dipenda dal supporto).
C’è poi la questione del cantato. Al di là delle melodie, campo in cui i Beatles sotterravano tutti, credo molto dipenda dall’esecutore. Who e Rolling Stones avevano/hanno un frontman dalle elevate capacità e soprattutto carisma. I Beatles di frontmen non ne avevano uno ma tre, forse quattro. Trovo il (i?) vocalist dei Kinks nettamente inferiore da questo punto di vista. E questo non può non influire sul risultato finale.
Ho poi un altro dubbio: non ho potuto fare a meno di notare dei rimandi agli altri grandi del periodo, anche qui i Beatles in primo luogo, ma come già detto pure agli Stones, in un paio di spunti su Kink Kontroversy io ho sentito chiaramente gli Who, di Dylan abbiamo già accennato. Mi chiedo se questo sia indice di ecletticità, o piuttosto di una certa mancanza (relativa, intendiamoci) di una propria personalità.
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Re: The Kinks

Messaggio da reallytongues »

i Kinks sono stati boicottati dalle radio e tv americane dopo che avevano combinato dei casini li in USA, nel regno unito pure perchè le loro invettive contro il modo di vivere della borghesia inglese non andava giù ai media
certo poi c'è da dire che anche gli Stones hanno avuto problemi (per la droga), ma ne uscirono quasi rafforzati
i Beatles pure con Lennon, ma già verso fine anni 60
ma io direi anche che Beatles, Stones e Who hanno sfornato album più forti e carismatici
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Re: The Kinks

Messaggio da Hairless Heart »

Beh, in quanto a casini negli USA, anche qui i Beatles non sono secondi a nessuno [smile] , vedi dichiarazioni di Lennon su Beatles/Gesù Cristo, e conseguenti falò di dischi e merchandising della band organizzati dal Ku Klux Klan. Eppure ne sono usciti discretamente.
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Re: The Kinks

Messaggio da reallytongues »

non credo che però avessero problemi di difussione in radio i Beatles, se non in qualche emittente rurale
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Re: The Kinks

Messaggio da Hairless Heart »

FACE TO FACE (1966). Rispetto al precedente Kink Kontroversy ritengo sia un disco meno compatto, con alti a bassi, anche se gli alti sono “più alti”, con almeno un paio di gemme.
Party Line è, a parer mio, beatlesiana vecchio stile; è immediata, ciononostante guadagna ad ogni ascolto. La famosa Dandy, altro pezzo tra i migliori, ha un intro praticamente uguale a quello di Run for your Life dei Beatles, accordo compreso! Rosie….. è un pezzo più maturo, nobilitato dal clavicembalo, ma non convince più di tanto. Lo stesso dicasi per Too much on my mind e Session man, di cui apprezzo solo l’intro. Ma arriviamo a Rainy day in June. Eccola! La migliore dell’album, e il rammarico è quello di non sentirla interpretata da una voce più carismatica, tipo Jim Morrison o giù di lì. Holiday in Waikiki è molto simile alla contemporanea 19th Nervous Breakdown degli Stones, sia nel groove che nella parte cantata, il che mi ha ispirato…….
http://vintagerockforum.altervista.org/ ... 530#p32530
La parte seguente del disco è abbastanza anonima, con la parziale eccezione di Little miss Queen…, una sorta di swing acustico demodé. Ma sul finire, ecco l’altra perla: Sunny Afternoon, la mia canzone del momento! Ecco, un pezzo così probabilmente ha ispirato Paul McCartney per buttarsi su pezzi tipo When I’m 64 e altre del White Album.
E come accadeva per i primi album, le bonus tracks sono di livello mediamente superiore all’album, tutti i pezzi sono più o meno interessanti, da I’m not Like Everybody Else, a Dead End Street a Mister Pleasant. Persino i due inediti hanno un loro perché, l’ottima Mr Reporter e Little Women, uno strumentale che sembra uscire da From Genesis to Revelation, il rinnegato album d’esordio della band di Peter Gabriel.
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Re: The Kinks

Messaggio da reallytongues »

beh si "Sunny Afternoon" è il pezzo pop più bello dei Kinks, irresistibilmente romantico e decadente, ma ancora in pieno stile beat
la prima volta che l'ascoltai rimasi a bocca aperta:
è il classico brano che pensi già di conoscere anche se non lo hai mai sentito
mi piace molto anche l'agrodolce "I'm Not like Everybody Else" e l'acida "Dead End Street" che mi pare uscita solo su singolo ai tempi
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Re: The Kinks

Messaggio da Hairless Heart »

SOMETHING ELSE BY THE KINKS (1967).
Ahia...... stando agli interventi di Carlo Maria ed a quelli precedenti, avrebbe dovuto essere l'inizio del periodo migliore, e invece......
Per me è stata una grossa delusione, il peggiore tra quelli che ho ascoltato sinora. In alcuni tratti sembra una raccolta di scarti di altri album, in altri addirittura un disco quasi provocatorio. Fatto sta che a parer mio non c'è un solo brano davvero all'altezza delle cose precedenti, neppure, ebbene si, la celebre Waterloo Sunset. Non parliamo poi di Death of a clown, che considero proprio brutta.
Dell'album salvo David Watts, che si regge completamente su quella specie di riff vocale, e non mi dispiacciono Afternoon Tea e pure Harry Rag: mi ricorda molto Raggle Taggle Gypsy, di cui ho postato una versione nel thread sui Waterboys (probabilmente si è attinto alla stessa fonte).
Neanche le bonus sono strabilianti come in passato, quella che preferisco è Autumn Almanac.
Ora mi aspetto mirabilie dalla Preservation Society!
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Re: The Kinks

Messaggio da Carlo Maria »

Ahahah! Se non ti è piaciuto neanche Something Else, mi verrebbe da consigliarti di desistere! :D ;)
Dubito che il gigantesco Green Village possa appassionarti, in questo caso, temo. Forse di più Arthur, magari, o potresti risultare interessato alle svolte degli anni Settanta, non so!
Pensa che io sto ascoltando i Kinks in continuazione: mi sono praticamente fossilizzato. Mi sono creato una compilation di 58 brani, estratti da quasi tutti i dischi, fino al 1996 (To the Bone). E ne sono così soddisfatto che ne ho fatte più copie e le sto regalando a più amici, così, giusto per spargere il verbo kinksiano! ;) ;)
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