JETHRO TULL Aqualung
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JETHRO TULL Aqualung
Nel 1970 i Jethro Tull sono già delle rockstars, dopo l’exploit del 2° album “Stand up” che li porta in vetta alla classifica in terra natìa, ed il consolidamento avvenuto con “Benefit”. Nel ’69 sono terzi nel referendum annuale del Melody makers, dietro ai monumenti Beatles e Rolling Stones, nello stesso anno il primo tour negli USA pone le basi per la consacrazione definitiva anche oltreoceano (che arriverà poi, con il primo posto in classifica di “Thick as a brick” del 1972 e “A passion play” del 1973; tra l’altro, saranno la prima band ad esibirsi allo Shea Stadium dai tempi dei Fab4).
Quello che manca all’inizio del decennio, è il disco che li renda immortali, ed ecco che dalla mente geniale di Ian Anderson scaturisce “Aqualung”, capolavoro assoluto, ed album col quale i Tull d’ora in poi verranno identificati.
La line-up. Il pianista ed organista John Evan, da ghost-member viene promosso a quinto membro effettivo (su disco, dal vivo la cosa era già in essere); Glenn Cornick, il primo fantasioso bassista (basti pensare al suo assolo in Bourèe) abbandona la nave, sostituito da Jeffrey Hammond, ex compagno di scuola di Anderson e suo bassista nella John Evan’s Band. Probabilmente il personaggio più eccentrico dell’intero panorama Tull, il buon Jeffrey; era uso presentarsi in palco con vestiti e strumenti a strisce bianconere (come può non essere simpatico uno così?).
Pare sia stato lo stesso Anderson a “raddoppiargli” il cognome, così come ha tolto una “s” a John Evans, e aggiunto il suffisso “more” a Barrie Barlow. Era talmente un suo amico da dedicargli una canzone in ognuno dei primi tre dischi: Song for Jeffrey, Jeffrey goes to Leicester square, For Michael Collins Jeffrey and me. Completano la band l’ormai fido Martin Lancelot Barre ed il batterista Clive Bunker, alla sua ultima prova coi Tull.
Concept. Aqualung viene unanimemente considerato un concept-album, ma la cosa è stata ripetutamente smentita da Ian Anderson, il quale parla di insieme di canzoni più o meno sullo stesso tema, ma senza una storia che faccia da collante. In effetti i temi portanti sono almeno due: il mondo dei “reietti”, di coloro che vivono ai margini della società; ed il violento attacco alle istituzioni religiose. Queste due tematiche contraddistinguono le due facciate del fu-vinile, che tra l’altro nelle prime edizioni portavano come sottotitolo il nome delle due canzoni più simboliche: Aqualung per la facciata A e My God per la facciata B. Anzi, inizialmente il titolo dell’intero album doveva essere “My God”, ma poi la presenza sul mercato di un bootleg con questo titolo consigliò di cambiare strategia.
Anderson ce l’ha comunque messa tutta per farlo sembrare un concept, visto che nel retro di copertina
appare anche una specie di decalogo (anzi: un ennalogo) che recita:
1. In principio l'Uomo creò Dio; e ad immagine dell'Uomo egli lo creò.
2. E l'Uomo diede a Dio una moltitudine di nomi, perché fosse il Signore di tutta la terra quando l'Uomo l'avesse deciso.
3. Ed il settemilionesimo giorno l'Uomo si riposò e si appoggiò pesantemente sul suo Dio e vide che era cosa buona.
4. E l'Uomo formò Aqualung dalla polvere della terra, e una schiera di altri suoi simili.
5. E questi uomini inferiori furono gettati nel vuoto; ed alcuni furono bruciati, ed alcuni furono separati dalla loro specie.
6. E l'Uomo divenne il Dio che egli aveva creato, e con i suoi miracoli regnò su tutta la terra.
7. Ma mentre tutte queste cose accadevano, lo Spirito che aveva causato la creazione di Dio da parte dell'Uomo continuò a vivere in tutti gli uomini; persino in Aqualung.
8. E l'uomo non se ne accorse.
9. Ma per l'amor del cielo è meglio che cominci a stare in guardia.
La musica. Dal punto di vista prettamente musicale, Aqualung porta a compimento il processo iniziato con Benefit. Il blues ormai è solo un ricordo, qui c’è un massiccio uso di riff chitarristici hard-rock (in cui Barre ha di che sfogarsi), mitigato da momenti altamente lirici guidati dalla sapiente chitarra acustica di Anderson. Il tutto condito dallo strumento simbolo dei Jethro Tull, il flauto traverso. Senza dimenticare il pianoforte, protagonista assoluto nell’intro di Locomotive breath. E le sublimi orchestrazioni del buon David Palmer, futuro sesto membro della band. Il risultato finale, come definirlo? Art-rock… folk-prog… gothic-celtico…. CAPOLAVORO mi sembra riassuma il tutto al meglio.
La copertina. E’ opera di Burton Silverman e ritrae il personaggio simbolo del disco, un clochard “dallo sguardo bieco e luciferino”. Pare che quest’immagine tragga spunto da una foto scattata dall’allora moglie di Anderson, Jennie (cui si attribuisce anche parte del testo della title-track). Nonostante l’apparenza, il nostro Ian ha sempre smentito di essere lui quel clochard, anche se fin dagli esordi era solito presentarsi sul palco vestito da straccione con delle palandrane improbabili.
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Re: JETHRO TULL Aqualung
Che dire... è il mio disco preferito dei JT. E ha il raro dono di essermi piaciuto da subito, senza per questo venirmi a noia.
La chitarra elettrica fa fare il vero salto di qualità in questo disco, al di la dell'assolo della title track mi viene in mente il riff di cross ayed Mary, oltre a tutto il resto che offre questo grandissimo LP.
La chitarra elettrica fa fare il vero salto di qualità in questo disco, al di la dell'assolo della title track mi viene in mente il riff di cross ayed Mary, oltre a tutto il resto che offre questo grandissimo LP.
Ultima modifica di SH61 il 28/05/2012, 18:23, modificato 1 volta in totale.
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Re: JETHRO TULL Aqualung
Solco n° 1 : AQUALUNG
https://www.youtube.com/watch?v=ghi3JER ... Mic9I8DrSK
Tanananana na…… Ad aprire le danze è uno dei grandi riff leggendari della storia del rock, inizialmente alternato ad una sapiente pausa, come a lasciare il tempo di chiedersi cosa sta succedendo. La voce graffiante (sigh…sob….che nostalgia….) di Ian Anderson chiama tutta la band a disegnare una serie di strofe dalla sequenza armonica niente affatto scontata. Da notare come, alla fine di ogni tornata, sembra che la canzone cresca di tonalità ma in effetti ricasca sempre sullo stesso accordo. Segue una sezione acustica di rara intensità, con la voce filtrata attraverso un megafono. Dopo uno stacco che funge da “sveglia”, torna questa stessa parte ma in versione rock, la quale prelude all’assolo di chitarra elettrica. Negli anni Martin Barre, dal vivo, opererà delle variazioni sul tema, ma mai secondo me pareggiando l’efficacia di questa incisione. Terminato l’assolo, ritorna con un breve accenno la sezione acustica e quindi la strofa con riff dell’inizio. Il finale, qui in veste “sobria”, dal vivo verrà dilatato, secondo me anche eccessivamente.
Si tratta probabilmente della canzone più celebre in assoluto dei Jethro Tull (forse assieme a Bourèe); io l’ho sempre vista come un altro dei grandi controsensi del rock (vedi anche viewtopic.php?f=30&t=438#p4436): se ci pensiamo, in Aqualung non è presente il flauto, il simbolo per eccellenza dei Tull!
Leggenda vuole che, mentre Barre stava registrando il suo assolo a metà canzone, sia entrato nello studio Jimmy Page. Barre stesso, tra il serio e il faceto, fa notare come ci sia una pausa impercettibile nell’assolo.
Del testo abbiamo parlato ampiamente qui viewtopic.php?f=31&t=696&start=20#p9043
Il personaggio al centro delle vicende, e raffigurato nella cover, viene chiamato Aqualung (letteralmente auto-respiratore) perché il rantolo che emette respirando affannosamente somiglia al rumore di un palombaro col boccaglio.
https://www.youtube.com/watch?v=ghi3JER ... Mic9I8DrSK
Tanananana na…… Ad aprire le danze è uno dei grandi riff leggendari della storia del rock, inizialmente alternato ad una sapiente pausa, come a lasciare il tempo di chiedersi cosa sta succedendo. La voce graffiante (sigh…sob….che nostalgia….) di Ian Anderson chiama tutta la band a disegnare una serie di strofe dalla sequenza armonica niente affatto scontata. Da notare come, alla fine di ogni tornata, sembra che la canzone cresca di tonalità ma in effetti ricasca sempre sullo stesso accordo. Segue una sezione acustica di rara intensità, con la voce filtrata attraverso un megafono. Dopo uno stacco che funge da “sveglia”, torna questa stessa parte ma in versione rock, la quale prelude all’assolo di chitarra elettrica. Negli anni Martin Barre, dal vivo, opererà delle variazioni sul tema, ma mai secondo me pareggiando l’efficacia di questa incisione. Terminato l’assolo, ritorna con un breve accenno la sezione acustica e quindi la strofa con riff dell’inizio. Il finale, qui in veste “sobria”, dal vivo verrà dilatato, secondo me anche eccessivamente.
Si tratta probabilmente della canzone più celebre in assoluto dei Jethro Tull (forse assieme a Bourèe); io l’ho sempre vista come un altro dei grandi controsensi del rock (vedi anche viewtopic.php?f=30&t=438#p4436): se ci pensiamo, in Aqualung non è presente il flauto, il simbolo per eccellenza dei Tull!
Leggenda vuole che, mentre Barre stava registrando il suo assolo a metà canzone, sia entrato nello studio Jimmy Page. Barre stesso, tra il serio e il faceto, fa notare come ci sia una pausa impercettibile nell’assolo.
Del testo abbiamo parlato ampiamente qui viewtopic.php?f=31&t=696&start=20#p9043
Il personaggio al centro delle vicende, e raffigurato nella cover, viene chiamato Aqualung (letteralmente auto-respiratore) perché il rantolo che emette respirando affannosamente somiglia al rumore di un palombaro col boccaglio.
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Re: JETHRO TULL Aqualung
Uno dei miei album preferiti, puoi ascoltarlo 2342162539 volte e ancora è figo.
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Re: JETHRO TULL Aqualung
Solco n° 2 : CROSS-EYED MARY
https://www.youtube.com/watch?v=0ufuH4vZ77w
L’intro è da leggenda, un duetto flauto-mellotron che non a caso è stato talvolta usato come incipit nei concerti (e garantisco che è goduria pura!). Per il resto un grande brano rock dal ritmo possente, stavolta col suo bel assolo di flauto, alternato alla chitarra.
Il testo racconta di Mary la strabica, una prostituta ragazzina che si offre agli emarginati come Aqualung, o che va con i ricchi danarosi per dare il denaro ai poveri: dunque una specie di Robin Hood in gonnella.
https://www.youtube.com/watch?v=0ufuH4vZ77w
L’intro è da leggenda, un duetto flauto-mellotron che non a caso è stato talvolta usato come incipit nei concerti (e garantisco che è goduria pura!). Per il resto un grande brano rock dal ritmo possente, stavolta col suo bel assolo di flauto, alternato alla chitarra.
Il testo racconta di Mary la strabica, una prostituta ragazzina che si offre agli emarginati come Aqualung, o che va con i ricchi danarosi per dare il denaro ai poveri: dunque una specie di Robin Hood in gonnella.
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Re: JETHRO TULL Aqualung
Solco n° 3 : CHEAP DAY RETURN
https://www.youtube.com/watch?v=hEDH5lbWlms
Il primo dei momenti acustici dell’album, nei quali Anderson sa essere intenso come nessun altro.
Breve ma molto efficace il testo, che racconta di un fatto reale, il viaggio in treno per andare a fare visita al padre malato. Riflessioni amare sul fatto che il padre morirà probabilmente mentre lui sarà in giro sul palco da qualche parte nel mondo (cosa che in effetti accadrà poco dopo), e sul fatto che l’infermiera gli chiede l’autografo, forse pensando più a questo che alla salute del padre.
https://www.youtube.com/watch?v=hEDH5lbWlms
Il primo dei momenti acustici dell’album, nei quali Anderson sa essere intenso come nessun altro.
Breve ma molto efficace il testo, che racconta di un fatto reale, il viaggio in treno per andare a fare visita al padre malato. Riflessioni amare sul fatto che il padre morirà probabilmente mentre lui sarà in giro sul palco da qualche parte nel mondo (cosa che in effetti accadrà poco dopo), e sul fatto che l’infermiera gli chiede l’autografo, forse pensando più a questo che alla salute del padre.
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Re: JETHRO TULL Aqualung
Stupendo questo brevissimo brano. Una delle prime canzoni dei JT che imparai a suonare con l'acustica utilizzando il capotasto mobile.
Non sapevo che il testo parlasse di questo. Molto significativo il tema trattato.
(Un mio difetto, quello di non interessarmi mai dei testi ...)
Non sapevo che il testo parlasse di questo. Molto significativo il tema trattato.
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Sii te stesso; tutti gli altri sono già occupati. (Oscar Wilde)
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Re: JETHRO TULL Aqualung
Se è per quello, neppure io approfondisco mai i testi, il non sapere l'inglese ovviamente mi limita assai. Ma da quel poco che ho potuto vedere, credo che Ian Anderson sia assolutamente quello più capace nel creare i testi, dimostrando spesso una grandissima cultura personale.
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Re: JETHRO TULL Aqualung
Grande album Aqualunq, io l'ho sempre percepito come un tantino indecifrabile... Indubbiamente è un disco che manda all'aria qualsiasi tentativo di essere ricondotto ad uno specifico genere musicale. Hai detto "Art-rock… folk-prog… gothic-celtico….": mi trovi d'accordo. Certo è che, nonostante venga definito un lavoro Progressive, non ha nulla a che fare con il Prog sinfonico dei Genesis o dei primi King Crimson.
I temi di Aqualung sono interessanti, e richiedono un approfondimento dei testi, che non risultano proprio immediati nemmeno ad un madrelingua. Oltre alla title-track apprezzo molto Cross-Eyed Mary, la struttura è impeccabile: a quell'intro duettato, che si conclude con acuti trilli di flauto, subentra un brano decisamente potente. E l'alternarsi di chitarra a flauto è uno di quegli elementi strutturali che contribuiscono a rendere i Jethro un gruppo unico... Del resto, avevamo visto qualcosa del genere già in Stand Up (mi viene da pensare a tutta quella sezione finale di "Back to the Family").
I temi di Aqualung sono interessanti, e richiedono un approfondimento dei testi, che non risultano proprio immediati nemmeno ad un madrelingua. Oltre alla title-track apprezzo molto Cross-Eyed Mary, la struttura è impeccabile: a quell'intro duettato, che si conclude con acuti trilli di flauto, subentra un brano decisamente potente. E l'alternarsi di chitarra a flauto è uno di quegli elementi strutturali che contribuiscono a rendere i Jethro un gruppo unico... Del resto, avevamo visto qualcosa del genere già in Stand Up (mi viene da pensare a tutta quella sezione finale di "Back to the Family").
« La vita è la palingenetica obliterazione dell’io trascendentale che s’infutura nell’archetipo prototipo dell’autocoscienza cosmica. »
Ettore Petrolini
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Re: JETHRO TULL Aqualung
Non da me. Nonostante non manchino gli "spunti" riconducibili al prog, ed un paio di brani dalla struttura assai complicata, Aqualung resta un album essenzialmente rock. Variegato e multisfaccettato finchè si vuole, ma pur sempre rock. Tanto per fare un paragone, non è (molto) più prog di un Led Zeppelin IV. Il tutto naturalmente a mio modestissimo parere.nonostante venga definito un lavoro Progressive
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Re: JETHRO TULL Aqualung
Solco n° 4 : MOTHER GOOSE
https://www.youtube.com/watch?v=kCOxuwWP724
Questa canzone parte acustica, con la chitarra, i flauti e le percussioni, per poi finire in versione più elettrica. Un must dei Jethro Tull, ma tutto l’album ne è pieno. Per qualche motivo l’ho sempre accostata a Inside, dall’album precedente.
Mother Goose (Mamma Oca) è un tipico personaggio da filastrocca inglese.
https://www.youtube.com/watch?v=kCOxuwWP724
Questa canzone parte acustica, con la chitarra, i flauti e le percussioni, per poi finire in versione più elettrica. Un must dei Jethro Tull, ma tutto l’album ne è pieno. Per qualche motivo l’ho sempre accostata a Inside, dall’album precedente.
Mother Goose (Mamma Oca) è un tipico personaggio da filastrocca inglese.
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Re: JETHRO TULL Aqualung
Cross-Eyed mi euforizza. Quando parte il riff mi sento come uno scoiattolo col pepe al culo
Re: JETHRO TULL Aqualung
Questa recensione(complimenti) mi ha fatto venire voglia di riascoltarlo.Che dire...Grandissimo Album,Veramente grande musica.
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Re: JETHRO TULL Aqualung
Progknight94, evocativo come pochi......
Solco n° 5 : WOND’RING ALOUD
https://www.youtube.com/watch?v=luDfuZkeqKU
Canzone d’amore assolutamente meravigliosa, arricchita da uno splendido arrangiamento orchestrale.
Mi piace sottolineare le ultime due frasi del testo:
-E’ solo quello che doni
A far di te quello che sei.
A me ricordano, per la loro valenza di “amore universale”, le parole che chiudono il brano The end dei Beatles:
-Alla fine l’amore che ricevi
Equivale all’amore che dai.
Dunque l'intento è riuscito in pieno!tommy63 ha scritto:Questa recensione.... mi ha fatto venire voglia di riascoltarlo.
Solco n° 5 : WOND’RING ALOUD
https://www.youtube.com/watch?v=luDfuZkeqKU
Canzone d’amore assolutamente meravigliosa, arricchita da uno splendido arrangiamento orchestrale.
Mi piace sottolineare le ultime due frasi del testo:
-E’ solo quello che doni
A far di te quello che sei.
A me ricordano, per la loro valenza di “amore universale”, le parole che chiudono il brano The end dei Beatles:
-Alla fine l’amore che ricevi
Equivale all’amore che dai.
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Re: JETHRO TULL Aqualung
C'è poco da fare (e molto da dire, leggendo la recensione di Hairless): è uno dei dischi più belli di sempre. Neppure io mi sono mai posto il problema dei testi... Dovrò approfondire.
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Re: JETHRO TULL Aqualung
Solco n° 6 : UP TO ME
https://www.youtube.com/watch?v=RXdsuBaujbQ
L’atmosfera è quella da osteria, o da pub inglese se preferite, sottolineata da risate sguaiate dal forte odore di birra. Brano particolare e spesso sottovalutato, con un originale riff eseguito da flauto, pianoforte e basso.
https://www.youtube.com/watch?v=RXdsuBaujbQ
L’atmosfera è quella da osteria, o da pub inglese se preferite, sottolineata da risate sguaiate dal forte odore di birra. Brano particolare e spesso sottovalutato, con un originale riff eseguito da flauto, pianoforte e basso.
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Re: JETHRO TULL Aqualung
Insieme a My God e Locomotive Breath, il brano che preferisco di tutto l'album. Non so decidermi tra questi tre pezzi, anche se ultimamente sto particolarmente in fissa proprio con Up to Me .
Re: JETHRO TULL Aqualung
Quando non si sa dove cacciare una band la si mette nel progressive.Harold Barrel ha scritto:Certo è che, nonostante venga definito un lavoro Progressive, non ha nulla a che fare con il Prog sinfonico dei Genesis o dei primi King Crimson.
Sii te stesso; tutti gli altri sono già occupati. (Oscar Wilde)
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Re: JETHRO TULL Aqualung
Anche nel Vintage Rock Forum....
Solco n° 7 : MY GOD
https://www.youtube.com/watch?v=U4P5dsPvRIA
Uno dei momenti, o forse IL momento topico del disco. Già l’introduzione alla chitarra acustica “vale il prezzo del biglietto”, e mi dà sostanzialmente ragione quando sostengo che è con questo strumento che Anderson dà il meglio di sé. Il pianoforte si sovrappone appena prima che parta il cantato. Quando, alla seconda tornata, improvvisamente vi è la virata elettrica, è un’autentica esplosione! Ma tutta la song è un continuo mutare di situazioni. Personalmente ritengo che la parte centrale, quella coi coretti, sia un po’ lunga e tediosa.
Pare sia il primo brano composto per l’album, anzi faceva parte già da un po’ delle scalette dei concerti, ma i primi tentativi di registrazione (per Benefit?) non avevano soddisfatto…….indovinate chi????
E’ una sorte di mini-suite, che a tutti gli effetti prelude alle due opere successive dei Tull: “Thick as a brick” e “A passion play”.
Il testo è un attacco frontale e violentissimo contro, si badi bene, le istituzioni religiose, non contro il credo in se. Anderson è contro il sistema ecclesiastico, colpevole di non seguire gli insegnamenti di Gesù Cristo e di aver perpetrato veri e propri crimini nel corso della storia. E per fortuna che al momento della registrazione, alcune frasi sono state modificate, perché inizialmente l’attacco era contro tutte le religioni, anche contro gli ebrei ed i musulmani. Ma forse sarebbe stato davvero troppo.
……magari “qualcuno” ci potrebbe raccontare cosa significa ascoltarla dal vivo a sorpresa, ancora prima della pubblicazione…..ehm…..
Solco n° 7 : MY GOD
https://www.youtube.com/watch?v=U4P5dsPvRIA
Uno dei momenti, o forse IL momento topico del disco. Già l’introduzione alla chitarra acustica “vale il prezzo del biglietto”, e mi dà sostanzialmente ragione quando sostengo che è con questo strumento che Anderson dà il meglio di sé. Il pianoforte si sovrappone appena prima che parta il cantato. Quando, alla seconda tornata, improvvisamente vi è la virata elettrica, è un’autentica esplosione! Ma tutta la song è un continuo mutare di situazioni. Personalmente ritengo che la parte centrale, quella coi coretti, sia un po’ lunga e tediosa.
Pare sia il primo brano composto per l’album, anzi faceva parte già da un po’ delle scalette dei concerti, ma i primi tentativi di registrazione (per Benefit?) non avevano soddisfatto…….indovinate chi????
E’ una sorte di mini-suite, che a tutti gli effetti prelude alle due opere successive dei Tull: “Thick as a brick” e “A passion play”.
Il testo è un attacco frontale e violentissimo contro, si badi bene, le istituzioni religiose, non contro il credo in se. Anderson è contro il sistema ecclesiastico, colpevole di non seguire gli insegnamenti di Gesù Cristo e di aver perpetrato veri e propri crimini nel corso della storia. E per fortuna che al momento della registrazione, alcune frasi sono state modificate, perché inizialmente l’attacco era contro tutte le religioni, anche contro gli ebrei ed i musulmani. Ma forse sarebbe stato davvero troppo.
……magari “qualcuno” ci potrebbe raccontare cosa significa ascoltarla dal vivo a sorpresa, ancora prima della pubblicazione…..ehm…..
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Re: JETHRO TULL Aqualung
Mi è fischiato un orecchio.Hairless Heart ha scritto: ……magari “qualcuno” ci potrebbe raccontare cosa significa ascoltarla dal vivo a sorpresa, ancora prima della pubblicazione…..ehm…..
L’attacco elettrico di Martin Barre con quell’intervallo tono-semitono ha un impatto devastante soprattutto quanto lo si sente in anteprima, magari dai Jethro Tull in concerto, magari nel 1971 …
Sì, perché ebbi la fortuna di assistere a quel concerto a Treviso (scusate, ma forse l’ho già detto) e sentire My God come primo brano della scaletta. Un brivido simil-scossa tellurica mi parte dalla zona cervicale fino ad arrivare alla zona lombare e il cuore a mille! Penso che quei primi dieci minuti siano stati i più emozionanti (musicalmente) che abbia mai provato in vita mia.
La settimana successiva a caccia del disco per conoscerne il titolo, vederne la copertina …ma nessuno ne sapeva nulla perché Aqualung non era stato ancora pubblicato. Eravamo in febbraio e uscì il mese dopo.
Qualcuno l’ha visto quel concerto? Eh, eh! …
Probabilmente no. Nel ’71 il recensore muoveva i primi passi, Tommy era alle elementari e le uniche copertine che riconosceva erano quelle dei quaderni a righe e quadretti dei suoi compagni di classe. SH61 era impegnato con gli esami di quinta… e poi basta, tutti gli altri non erano manco nati. (S.E.&O.)
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