ItalyTullTour 2012
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ItalyTullTour 2012
Per essere precisi è il tour di "Jethro Tull's Ian Anderson", tanto per complicarsi la vita.
Il flauto con l'uomo attaccato è in Italia per tre concerti:
31 maggio Torino - Teatro Colosseo
1 giugno Milano - Teatro Smeraldo
2 giugno Modena - Palasport Panini.
In programma l'esecuzione integrale di Thick as a brick, nel quarantennale dalla sua uscita, e del sequel fresco di stampa, TAAB2 - Whatever happened to Gerald Bostock?
Sul palco, la stessa line-up che ha inciso il nuovo album, e cioè:
LUI
David Goodier - basso
Florian Opahle - chitarra elettrica
John O'Hara - tastiere
Scott Hammond - batteria.
La novità è rappresentata dal vocalist di scorta Ryan O'Donnell, presente anche lui nel nuovo album, il quale ogni tanto dà il cambio ad Anderson, anche durante l'opera originale.
Il flauto con l'uomo attaccato è in Italia per tre concerti:
31 maggio Torino - Teatro Colosseo
1 giugno Milano - Teatro Smeraldo
2 giugno Modena - Palasport Panini.
In programma l'esecuzione integrale di Thick as a brick, nel quarantennale dalla sua uscita, e del sequel fresco di stampa, TAAB2 - Whatever happened to Gerald Bostock?
Sul palco, la stessa line-up che ha inciso il nuovo album, e cioè:
LUI
David Goodier - basso
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Re: ItalyTullTour 2012
Povero vecchietto <3
In ogni caso se non vengono in veneto mi complicano la vita, maledetti.
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Re: ItalyTullTour 2012
-----Ultime notizie------
E' stata aggiunta una data al tour: il 32 maggio nell'orto di Progknight94, ingresso libero. Il padrone di casa offrirà panini alla nutella a tutti.
E' stata aggiunta una data al tour: il 32 maggio nell'orto di Progknight94, ingresso libero. Il padrone di casa offrirà panini alla nutella a tutti.
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Re: ItalyTullTour 2012
Allora ci vediamo il 32
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Re: ItalyTullTour 2012
Com'era facile prevedere, ed altamente auspicabile, la data di Modena è stata rimandata al 4 dicembre, vista la situazione drammatica in Emilia.
Altri particolari qui:
http://www.blueskypromotion.it/home/jet ... _taab.html
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Re: ItalyTullTour 2012
Sarai contento.......Progknight94 ha scritto:se non vengono in veneto mi complicano la vita, maledetti.
ECCO LE DATE DEL “TAAB 1&2” 40th Anniversary Tour - 2012 (sezione autunnale)
ven 30 nov PADOVA Gran Teatro Geox
sab 1 dicembre TREVIGLIO/BERGAMO Palasport
lun 3 dicembre ROMA, Gran Teatro
mar 4 dicembre MODENA, Pala G. Panini Casa Modena (data di recupero)
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Re: ItalyTullTour 2012
Ma quindi proporranno per intero anche la parte prima di Thick as a Brick? Ciò rende la cosa ancora più interessante.Hairless Heart ha scritto:“TAAB 1&2” 40th Anniversary Tour - 2012 (sezione autunnale)
« La vita è la palingenetica obliterazione dell’io trascendentale che s’infutura nell’archetipo prototipo dell’autocoscienza cosmica. »
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Re: ItalyTullTour 2012
Fa piacere che leggi sempre tutto quello che scrivo.Hairless Heart ha scritto:In programma l'esecuzione integrale di Thick as a brick, nel quarantennale dalla sua uscita, e del sequel fresco di stampa, TAAB2 - Whatever happened to Gerald Bostock?................
..........Ryan O'Donnell, presente anche lui nel nuovo album, il quale ogni tanto dà il cambio ad Anderson, anche durante l'opera originale.
E' lo schema fisso di questo tour, lo è stato anche nelle due date appena svolte.
Il tutto intervallato da proiezioni di piccoli "sketches" con protagonista lo stesso Anderson. Questi filmati si trovano agevolmente nel tubo. Lo spettacolo, nel suo insieme, risulta una specie di musical. Naturalmente la voce (o meglio quel che rimane) di Ian si apprezza maggiormente in TAAB2, costruito sulle sue capacità attuali, che nel capostipite, dove davvero più che cantare sussurra.
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Re: ItalyTullTour 2012
Aggiornazione delle date autunnal-italiane di Ian Anderson e famiglia.
Ven 30 novembre - Padova - Gran Teatro Geox
Sab 01 dicembre - Trieste - Palasport Chiarbola
Dom 02 dicembre - Lucca - Teatro del Giglio
Lun 03 dicembre - Roma - Gran Teatro
Mart 04 dicembre - Modena - Palapanini
Gio 06 dicembre - Pesaro - Fiera Padiglione D
Voce di Anderson a parte, lo spettacolo merita.
Ven 30 novembre - Padova - Gran Teatro Geox
Sab 01 dicembre - Trieste - Palasport Chiarbola
Dom 02 dicembre - Lucca - Teatro del Giglio
Lun 03 dicembre - Roma - Gran Teatro
Mart 04 dicembre - Modena - Palapanini
Gio 06 dicembre - Pesaro - Fiera Padiglione D
Voce di Anderson a parte, lo spettacolo merita.
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Re: ItalyTullTour 2012
Si avvicinano le date italiane del tour. Per l'occasione, intervista a Ian Anderson nel numero di novembre di Rolling Stone, ed anche a RadioRai (vedi link sottostante).
http://www.radio.rai.it/podcast/A42531799.mp3
(l'intervista inizia ai 17 minuti).
http://www.radio.rai.it/podcast/A42531799.mp3
(l'intervista inizia ai 17 minuti).
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Re: ItalyTullTour 2012
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Re: ItalyTullTour 2012
Articolo del Corriere del veneto sul concerto di venerdì scorso a Padova.
La prog rock opera dei Jethro Tull
Sold out al Gran Teatro Geox di Padova per l'unica data del Nord Est del “Thick as a brick 1 & 2 World Tour”
Quando mi dicono che il progressive rock è una noia mortale, cosa che succede molto più spesso di quanto uno possa immaginare, tengo sempre a precisare che non è (sempre) vero e che la prova “suonata” è “Thick as a brick” dei Jethro Tull. Era il dieci marzo 1972 quando sugli scaffali dei negozi di dischi di mezzo mondo arrivava uno “strano” vinile a firma Jethro Tull; il titolo era “Thick as a brick”, la confezione un vero e proprio giornale ripiegato e all'interno due sole canzoni, lato A “Thick as a brick, Part I”, 22 minuti e 40 secondi, lato B “Thick as a brick, Part II” 21 minuti e sei secondi. La musica era firmata da Ian Anderson, leader, voce e mente dei Jethro Tull, i testi da un fantomatico poeta Gerald Bostock, bambino prodigio sotto il cui nome si nasconde, manco a dirlo, lo stesso Anderson. Quarant'anni dopo il musicista scozzese, firmando il lavoro come Jethro Tull's Ian Anderson, ha composto e dato alle stampe un secondo album intitolato “Thick as a Brick 2 - whatever happened to Gerald Bostock?”, altro concept in cui si immaginano futuri diversi per l'ex enfant prodige Bostock.
Premessa necessaria questa, per raccontare l'attesa e il grande l'interesse nel vedere portato sul palco l'esecuzione integrale di entrambi gli album, cosa successa venerdì sera in un Gran Teatro Geox di Padova sold out in ogni settore, in quella che rimarrà l'unica data del Nord Est del “Thick as a brick 1 & 2 World Tour”. Attesa e interesse ben riposto, visto il trionfo della messa in scena del doppio concept, trasformata sul palco in una vera “prog rock opera”: video che riannodano i fili della storia, parti recitate, costumi di scena e, sopra ogni cosa, una band di altissimo livello formata da John O'Hara alle tastiere, David Goodier al basso, Florian Opale alla chitarra, Scott Hammond alla batteria e il cantante e attore Ryan O'Donnell. Proprio su O'Donnell va a concentrarsi l'attenzione, l'attore e musicista trentenne infatti “sdoppia” il personaggio Bostock/Anderson, in una presenza quasi costante in scena che anima costantemente con corse, mimo, cambi di costumi e parti vocali (anche raddoppio voci). Proprio lui all'inizio ancora luci accese, trascinandosi dietro una valigia, attraversa la platea e sale sul palco. Poi band e rodie, tutti vestiti uguali, con impermeabile e coppola in testa, riassestano il palcoscenico come fosse un magazzino (probabilmente quello dei ricordi) fino a quando sullo schermo dietro al palco viene proiettato un video con il quale, con soggettiva di Gerald Bostock adulto, si entra in uno studio di psichiatria (Ian Anderson interpreta praticamente tutti i personaggi dei video): alla domanda “come sono iniziati i sintomi”, il video si interrompe la parola passa alla musica. “Thick as a brick, Part I” e “Thick as a brick, Part II” sono eseguiti come uno spartito classico, il livello è assoluto, dal vivo si riescono ad apprezzare anche le sfumature di un album quasi perfetto.
In pieno stile “british” l'atmosfera viene stemperata (nella pausa tra le due parti) con il cellulare di Anderson che squilla e la (finta) connessione skype con Anna Phoebe che prende parte al concerto suonando il violino in video, per poi chiudere la teleconferenza alle prese con il figlioletto. Ian Anderson, gilet, bandana e pantaloni stretti infilati negli scarponcini, è un portento, salta come una cavalletta, alternando la chitarra al marchio di fabbrica, il flauto traverso, suonato spesso nella posa classica su una gamba sola e con l'altra sollevata a mo' di gru, a tenere il tempo. Dopo l'intervallo (venti minuti sono troppi) si riprende con “Thick as a brick 2 - whatever happened to Gerald Bostock?”. Quarant'anni dopo il giornale locale usato come copertina del primo album è diventato un sito internet e, nel live, un video su Youtube che porta il pubblico a visitare la tenuta di St. Cleve. Diciamolo pure, era impossibile ricostruire con seguito a 40 anni di distanza, la perfezione del primo “Thick as a brick”, ma Anderson (il disco è firmato da solista) ci va molto vicino, raccontando, come premette in un antefatto recitato, cinque storie di ipotetiche vite di Gerald Bostock: un avido banchiere, un homeless omosessuale, un soldato della guerra in Afghanistan, un predicatore evangelista ipocrita, e un uomo comune che, sposato e senza figli, gestisce un negozietto. Le 17 canzoni, suddivise in sette blocchi narrativi (introduzione, cinque identità di Bostock e la conclusione comune), sono di un livello che è difficile ritrovare in pubblicazioni recenti. “Banker Bets, Banker Wins” e “Wootton Bassett Town” sono perfette, sia nella scrittura che nell'esecuzione, e portano alla conclusione comune di tutte le cinque vite: la solitudine. Il finale è un trionfo, il pubblico, che ha seguito le due ore di musica (esclusa la pausa) nel silenzio dell'opera teatrale, esplode quando in video Anderson recita le ultime parole che chiudono un concept lungo 40 anni: “and your wise men don't know how it feels to be thick as a brick... two”. Poi, trovata spassosissima, la band è chiamata sul palco dal video wall come fossero i titoli di coda di un film, inutile aggiungere che la standing ovation è tutta per il folletto Anderson. Un solo bis (ma che bis!) “Locomotive Breath”, poi, felici, si va a casa.
http://corrieredelveneto.corriere.it/ve ... 1362.shtml
"Band di altissimo livello" mi pare un'espressione un po' forte, per il resto tutto ok.
La prog rock opera dei Jethro Tull
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Premessa necessaria questa, per raccontare l'attesa e il grande l'interesse nel vedere portato sul palco l'esecuzione integrale di entrambi gli album, cosa successa venerdì sera in un Gran Teatro Geox di Padova sold out in ogni settore, in quella che rimarrà l'unica data del Nord Est del “Thick as a brick 1 & 2 World Tour”. Attesa e interesse ben riposto, visto il trionfo della messa in scena del doppio concept, trasformata sul palco in una vera “prog rock opera”: video che riannodano i fili della storia, parti recitate, costumi di scena e, sopra ogni cosa, una band di altissimo livello formata da John O'Hara alle tastiere, David Goodier al basso, Florian Opale alla chitarra, Scott Hammond alla batteria e il cantante e attore Ryan O'Donnell. Proprio su O'Donnell va a concentrarsi l'attenzione, l'attore e musicista trentenne infatti “sdoppia” il personaggio Bostock/Anderson, in una presenza quasi costante in scena che anima costantemente con corse, mimo, cambi di costumi e parti vocali (anche raddoppio voci). Proprio lui all'inizio ancora luci accese, trascinandosi dietro una valigia, attraversa la platea e sale sul palco. Poi band e rodie, tutti vestiti uguali, con impermeabile e coppola in testa, riassestano il palcoscenico come fosse un magazzino (probabilmente quello dei ricordi) fino a quando sullo schermo dietro al palco viene proiettato un video con il quale, con soggettiva di Gerald Bostock adulto, si entra in uno studio di psichiatria (Ian Anderson interpreta praticamente tutti i personaggi dei video): alla domanda “come sono iniziati i sintomi”, il video si interrompe la parola passa alla musica. “Thick as a brick, Part I” e “Thick as a brick, Part II” sono eseguiti come uno spartito classico, il livello è assoluto, dal vivo si riescono ad apprezzare anche le sfumature di un album quasi perfetto.
In pieno stile “british” l'atmosfera viene stemperata (nella pausa tra le due parti) con il cellulare di Anderson che squilla e la (finta) connessione skype con Anna Phoebe che prende parte al concerto suonando il violino in video, per poi chiudere la teleconferenza alle prese con il figlioletto. Ian Anderson, gilet, bandana e pantaloni stretti infilati negli scarponcini, è un portento, salta come una cavalletta, alternando la chitarra al marchio di fabbrica, il flauto traverso, suonato spesso nella posa classica su una gamba sola e con l'altra sollevata a mo' di gru, a tenere il tempo. Dopo l'intervallo (venti minuti sono troppi) si riprende con “Thick as a brick 2 - whatever happened to Gerald Bostock?”. Quarant'anni dopo il giornale locale usato come copertina del primo album è diventato un sito internet e, nel live, un video su Youtube che porta il pubblico a visitare la tenuta di St. Cleve. Diciamolo pure, era impossibile ricostruire con seguito a 40 anni di distanza, la perfezione del primo “Thick as a brick”, ma Anderson (il disco è firmato da solista) ci va molto vicino, raccontando, come premette in un antefatto recitato, cinque storie di ipotetiche vite di Gerald Bostock: un avido banchiere, un homeless omosessuale, un soldato della guerra in Afghanistan, un predicatore evangelista ipocrita, e un uomo comune che, sposato e senza figli, gestisce un negozietto. Le 17 canzoni, suddivise in sette blocchi narrativi (introduzione, cinque identità di Bostock e la conclusione comune), sono di un livello che è difficile ritrovare in pubblicazioni recenti. “Banker Bets, Banker Wins” e “Wootton Bassett Town” sono perfette, sia nella scrittura che nell'esecuzione, e portano alla conclusione comune di tutte le cinque vite: la solitudine. Il finale è un trionfo, il pubblico, che ha seguito le due ore di musica (esclusa la pausa) nel silenzio dell'opera teatrale, esplode quando in video Anderson recita le ultime parole che chiudono un concept lungo 40 anni: “and your wise men don't know how it feels to be thick as a brick... two”. Poi, trovata spassosissima, la band è chiamata sul palco dal video wall come fossero i titoli di coda di un film, inutile aggiungere che la standing ovation è tutta per il folletto Anderson. Un solo bis (ma che bis!) “Locomotive Breath”, poi, felici, si va a casa.
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"Band di altissimo livello" mi pare un'espressione un po' forte, per il resto tutto ok.
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