Aqualung compie 50 anni

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Aqualung compie 50 anni

Messaggio da Hairless Heart »

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“Aqualung”, lo splendido cinquantenne dei Jethro Tull: un senzatetto di grande successo

Il 19 marzo 1971 usciva il quarto disco della band i Ian Anderson, un album capace di vendere più di 7 milioni di copie

Moltissimi guardando quel barbone che campeggia in copertina credono di riconoscere Ian Anderson, leader maximo dei Jethro Tull. Da almeno tre anni infatti il Nostro impone la sua fiera immagine nei palchi d'Inghilterra a corollario di una ricca mistura tra rock, blues, folk, classica e jazz che strappa letteralmente dalle sedie. Nelle esibizioni live Ian si presenta con palandrana, sguardo allucinato, lunghi capelli incolti e barba a incorniciare il volto da folletto. Una sorta di menestrello che si è calato un po' troppe birre e che invece di intrattenere la corte si dedica a ben più stuzzicanti passatempi.

In un periodo già florido di idee, musicali e di costume, come la fine degli anni '60 Ian Anderson si impone come uno dei personaggi più distinguibili e d'impatto. La sua mise buca immediatamente lo schermo dell'attenzione. Sul palco poi Ian si scatena trasformandosi in una specie di demone: atteggiamento sfrontato, movimenti che paiono mefistofelici passi di danza, un saltare qua e là per il palco che lo rende irrefrenabile. Il tutto con un'ulteriore arma visivamente e musicalmente imbattibile: il flauto traverso che suona con piglio tutto suo, lontanissimo dall'uso che fino a quel momento di tale strumento viene fatto nella musica classica. Il flauto nelle mani e nelle labbra di Anderson diventa qualcosa di potente e rock, al pari della chitarra elettrica.

Mentre Ian è impegnato al flauto assume poi tutta una serie di pose, la più famosa è quella che lo vede suonare su una gamba sola. Normale che con un frontman del genere i Jethro Tull divengano Ian Anderson, e viceversa. Con buona pace degli altri componenti che sono tutti validissimi musicisti. Normale che nel marzo 1971 la maggior parte del pubblico veda rispecchiato nel barbone che contraddistingue il nuovo album, proprio l'amato frontman.

In realtà le cose non stanno così. Il personaggio in copertina è un vero e proprio barbone che la moglie di Ian, Jennie Franks, ha fotografato sulle rive del Tamigi insieme ad altri senzatetto qualche tempo prima. Ispirato da questa immagine Anderson commissiona all'americano Burton Silverman l'acquarello che campeggerà sulla front cover. L'artista si da da fare inserendo il personaggio principale al centro della scena mentre con aria torva e infreddolita si fa strada tra la pioggia. Accanto a lui, su un muro, un manifesto strappato che reclamizza vacanze natalizie in una località sciistica delle Highlands meridionali. Col senno di poi, Anderson racconterà che avrebbe preferito piazzare in copertina la foto scattata dalla moglie, ma ormai il dado è tratto e quel barbone sarà destinato a lasciare una traccia indelebile.
In alto a sinistra della copertina campeggiano delle scritte a caratteri gotici: «Jethro Tull, Aqualung». È il 19 marzo 1971 e l'album fa bello sfoggio di sé nelle vetrine di tutti negozi di dischi. L'album inizia una scalata al successo che non avrà freni, arrivando a vendere in tutto il mondo oltre 7 milioni di copie e candidandosi come il miglior disco realizzato dai Jethro Tull nel corso della loro lunga carriera.

Il balzo che il quarto album della band compie non è casuale, mai come in questo lavoro infatti l'equilibrio tra i vari stili musicali che i nostri si industriano a mescolare raggiunge lo stato dell'arte. Certo, da lì a poco ci saranno i capolavori prog di Thick as a brick e A Passion Play, nei quali le strutture si faranno sempre più magnificamente contorte e labirintiche. Ma se dovessimo puntare il dito sul disco dei Tull che raggiunge il pieno equilibrio tra qualità delle canzoni e grande successo Aqualung non ha rivali.

Il titolo ha ancora a che fare con il barbone in copertina. Ian e sua moglie ricordano infatti che nel momento della foto, il personaggio emetteva un rumore tirando il fiato che ricordava quello dei respiratori subacquei. Aqua-lung (scritto talvolta aqualung o aqua lung) è infatti il nome originale della prima attrezzatura subacquea a circuito aperto, sviluppata da Jacques Cousteau e Emile Gagnan nel 1943.

Il senzatetto dal respiro affannato diventa quindi all'istante un'icona della musica rock, messo abilmente in scena da Ian Anderson che lo dona di parola e lo rende narratore delle storie che si dipanano lungo i 42 minuti del disco. La forte presenza del personaggio di copertina e la divisione dell'album in 2 parti nelle rispettive facciate, denominate Aqualung e My God, hanno spesso fatto pensare a un concept album. Ian Anderson ha però sempre negato, asserendo che si tratta di una serie di canzoni slegate tra loro che affrontano diversi argomenti. Nonostante le dichiarazioni del loro autore è però indubbio che i testi nascondano un fil rouge, il senzatetto Aqualung è un uomo che nella vita ha fallito e che approfitta del suo rancore e del suo smarrimento per lanciare strali contro la società, la politica, la religione, la perdita delle certezze.

Per affrontare tutto ciò, Anderson si avvale di una formazione rinnovata della sua band che vede l'ingresso del tastierista John Evan, sul palco vero contraltare carismatico del leader, e del bassista Jeffrey Hammond, vecchio amico di Ian già evocato in diverse canzoni: A song for Jeffrey (contenuta nell'esordio This was, 1968) e Jeffrey Goes To Leicester Square (da Stand up, 1969). Hammond, che in copertina viene indicato come Jeffrey Hammond- Hammond, ha sostituito Glenn Cornick, bassista originario licenziato al termine del tour americano del 1970. I due novizi vanno a coadiuvare il chitarrista Martin Lancelot Barre, che con i suoi riff connota l'anima più rockeggiante del gruppo, e il batterista Clive Bunker, che abbandonerà i Tull proprio dopo Aqualung per dedicarsi alla famiglia.

La band vive adesso un perfetto amalgama che permette di essere credibile sia nei momenti più tesi, sia nei delicati arabeschi di stampo folk che vengono impreziositi dagli arrangiamenti orchestrali di David Palmer (destinato, nel 1976, a entrare a fare parte dei Jethro Tull in qualità di tastierista). Per le parti acustiche Anderson dichiarerà inoltre di essersi ispirato a moderni trovatori quali Roy Harper e Bert Jansch, alfieri del movimento folk rock inglese che in quegli anni sta trovando terreno fertile grazie al successo di band come Fairport convention, Pentangle o Steeleye Span.

Ma è sull'elettrico che il sound del gruppo fa un bel balzo in avanti rispetto ai dischi precedenti. Non è un caso che il disco venga registrato negli studi della Island Records di Londra proprio mentre i Led Zeppelin stanno lavorando al loro quarto album. La vicinanza con questi ispira non poco i Tull che irrobustiscono diverse tracce con divagazioni hard e riff destinati a stamparsi per sempre nella storia del rock. (.....)
-Non ci sono più le mezze stagioni.
-Si stava meglio quando si stava peggio.
-Band on the Run è troppo bassa.
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twoofus
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Re: Aqualung compie 50 anni

Messaggio da twoofus »

Album da isola deserta.
You and I have memories longer than the road that stretches out ahead.
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aorlansky60
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Re: Aqualung compie 50 anni

Messaggio da aorlansky60 »

Nella folta produzione dei Jethro Tull -costituita nell'arco di più decenni- questo disco (insieme a "Stand Up" e "Benefit" che lo precedettero) è quello al quale sono più legato; seppure THICK AS A BRIK sia un gioiello musicale, in cima alla loro discografia personalmente continuo a mettere proprio questo.
Ama tutti, credi a pochi, non far male a nessuno.
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