Jeffrey & Jack

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Hairless Heart
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Jeffrey & Jack

Messaggio da Hairless Heart »

C’è questo particolare curioso di questi due nomi ricorrenti in più titoli di canzoni dei Jethro Tull.
Jeffrey è un amico d’infanzia di Ian Anderson, nonché suo primo bassista nella prima band adolescenziale, che nel tempo assumerà la denominazione di John Evan’s Band, John Evan’s Smash e decine di altri nomi diversi.
Il nome appare in un titolo già nel primo album tulliano, This was del ’68, e nel primo 45 giri dei Jethro Tull propriamente detti, Song for Jeffrey. Una canzone che ha un suono volendo ancor più grezzo del resto dell’album, con quell’armonica sguaiata e la voce effettata in modo particolare.



Del seguente lavoro, Stand up del ’69, è invece Jeffrey goes to Leicester Square, brano che ha il solo torto di stare accanto a una serie di brani poco meno che leggendari e comunque fondamentali della discografia di Anderson e compagni. E’ comunque un pezzo interessante dalle melodie quasi medievali.
Segue, in Benefit del ’70, For Michael Collins, Jeffrey and me. Michael Collins è uno degli astronauti della missione Apollo 11 del luglio 1969, ed è l’unico rimasto nella navicella mentre i suoi compagni, Neil Armstrong e Buzz Aldrin, diventavano i primi uomini a passeggiare sulla Luna. Chiaro l’intento di Anderson di paragonare la figura di Collins a quella del suo amico Jeffrey, il quale non ha fatto in tempo a condividere con lui il successo planetario che stava vivendo.
Le canzoni dedicate a Jeffrey terminarono perché, in seguito all’uscita dal gruppo del bassista Glenn Cornick, il sostituto è proprio lui, il buon Jeffrey, a cui Anderson “raddoppia” il cognome facendolo diventare così Hammond-Hammond. Ed entra nella band giusto in tempo per vivere la stagione più florida dal punto di vista della popolarità, e pure da protagonista sia dal punto di vista artistico (si ritaglierà delle parti per sé, come ad esempio nell’intermezzo recitato di A passion playThe story of the hare who lost his spectacles”) che dal punto di vista “visivo” sul palco, presentandosi in maniera eccentrica con abbigliamento e strumento a strisce verticali bianche e nere. Hammond abbandonerà poi i Tull ed il mondo della musica nel ’75, dedicandosi all’altra forma d’arte di cui è appassionato, la pittura.

Diverso è il discorso attorno ai “Jack”. Si comincia con l’album Songs from the wood del ’77, per molti quello della rinascita, e con il brano Jack-in-the-green. Si tratta di un personaggio appartenente alla mitologia inglese.
Per passare poi a due pezzi incisi nel 1981 ma che appariranno su album solo con l’uscita del cofanetto di 5 LP 20 years of Jethro Tull. Il primo è Jack Frost and the hooded crow, dove Jack Frost è, per il folklore nord-europeo, un’allegoria che simboleggia l’inverno. Questo personaggio, che si presenta come un elfo, avrebbe il compito di far nevicare e cioè creare l’ambientazione ideale per l’arrivo di Babbo Natale (o meglio, Santa Claus).



L’ultimo brano è Jack-a-Lynn. Questa probabilmente, ma non ne sono assolutamente sicuro, non è altro che una derivazione dal nome di donna Jacklyn.
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Watcher
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Re: Jeffrey & Jack

Messaggio da Watcher »

Si è mai saputo poi il vero motivo per cui Jeffrey doppio Hammond ha lasciato?
Sii te stesso; tutti gli altri sono già occupati. (Oscar Wilde)
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reallytongues
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Re: Jeffrey & Jack

Messaggio da reallytongues »

"Song For Jeffrey" è bellissima, assomiglia al primo Captain Beefheart di "Safe as Milk" con pure quella chitarra slide scalcagnata che accompagna.
Non mi sono mai chiesto chi fosse sto Jeffrey:
curiosa sta cosa..
nel continente nero paraponzi ponzi bo
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Hairless Heart
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Re: Jeffrey & Jack

Messaggio da Hairless Heart »

@Watcher: per quel che ne so io, si è ritirato volontariamente per dedicarsi alla pittura, così come aveva già fatto prima di essere richiamato da Ian Anderson nel '71. Dunque, uno dei pochi che se n'è andato dai Tull non per decisione di Anderson o per aver litigato con lui.
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Progknight94
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Re: Jeffrey & Jack

Messaggio da Progknight94 »

Tra l'altro prima di andare via suona in "minstrel" che dal punto di vista bassistico è un capolavoro.
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