Avete fatto bene a spostarlo in un topic tutto suo, perchè (NON) lo merita...
Visto che oggi ho un pò tempo, cercherò di fare partecipe chi legge attraverso i miei ricordi del tempo, le "emozioni" che provai la sera che mi portai a casa l'album...
Autunno 1981, Settembre inoltrato: è sera, fa quasi buio ormai e mi ritrovo nel centro città dove vivo (Parma) per faccende varie; dopo averle sbrigate mi concedo il solito "tour" di alcuni negozi del centro a me cari, transito in una via dove allora c'era un noto negozio di dischi -(che come tutti gli altri della città e del resto del mondo ha trovato il proprio destino nel corso del tempo, cioè la chiusura definitiva...)- naturalmente, come sono abituato a fare, getto lo sguardo sulla vetrina dove sono esposti gli ultimi arrivi, e l'occhio cade su un Lp che evidenzia una scritta a cui non sono certo indifferente, "
Genesis" scritto in corsivo ad attirare la mia attenzione... il problema è che il resto della copertina mi sembra veramente "
brutto"
considerando che possono essere "i Genesis" (avendo a mente le loro famose copertine, anche le ultime senza Peter Gabriel)... entro e chiedo "
che roba è quel disco" la commessa mi risponde essere "
l'ultimo disco dei Genesis arrivato in negozio appena da qualche giorno"... OK, trattandosi
di loro non posso certo non prenderlo, pago e prendo la via di casa, incuriosito al pensiero di ciò che vi troverò...
Piccola nota di disappunto personale: era la prima volta, da quando li conoscevo, che venivo colto alla sprovvista dall'uscita di un albums dei Genesis (di solito mi tenevo molto informato) ma forse era semplicemente dovuto al fatto che avevo "mollato" l'interesse nei loro confronti: dopo il 1978 e pubblicazione di "And then there where three" il cui ascolto era stato per me piuttosto deludente, non li seguivo più come un tempo, anche se "Duke" aveva in qualche modo ridestato l'interesse... Ma non potevo immaginare quello cui stavo andando incontro, quella sera...
Arrivo a casa, metto il disco sul piatto, accendo il giradischi, abbasso la puntina della
Shure V15 IV (allora mia fedele rivelatrice di microsolchi), metto in testa la
Sennheiser Unipolar 2002 (mai troppo rimpianta cuffia elettrostatica dalle qualità audio eccelse che accompagnò quei miei anni, quando non disponevo di diffusori acustici), alzo il volume, mi siedo ed inizio ad ascoltare...
"Abacab"
Una partenza tutto sommato buona, il brano era in tema con lo stile di certi brani di "Duke", inutile nasconderlo, comunque godibile; bella anche la lunga coda strumentale a chiudere il brano; l'album inizia con buone prerogative...
"No Reply at All"
qui arriva la prima sorpresa,
e non è di quelle buone : i fiati [un intera sezione, per la prima volta] in una canzone dei Genesis (!!); non gradisco per niente; se avessi voluto della roba simile, avrei acquistato un disco degli Earth Wind & Fire o dei Commodores (che peraltro aborro)...
"Me & Sarah Jane"
il disappunto viene mitigato da questo brano sontuoso, che allora come oggi mi appare il migliore dell'album, quello più in linea con la gloriosa tradizione musicale di Banks, Rutherford & C; contiene uno sviluppo armonico in più fasi che anche ad un vecchio fan della band -periodo Gabriel per intenderci- non può non piacere. Da esso traspare inequivocabilmente chi ne sia il pregevole autore (A.Banks, anche senza bisogno di citarlo)...
""Keep It Dark""
Canzone che trovo subito monotona ed insapore, perfettamente alla moda dei suoni di quei nuovi "anni 80" appena nati, d'accordo, ma con un andamento armonico piatto e banale ed una scelta di suoni che non mi attirano per niente; piccola annotazione più che doverosa: avevo ancora nelle orecchie un pregevole album da poco acquistato,
"NUDE" dei CAMEL, i cui suoni saranno forse stati "demodè" per l'anno di pubblicazione (1981) ma perfettamente in linea con i miei gusti musicali; a confronto di esso, questa "Keep it dark" cade su tutta la linea...
fine della prima facciata dell'album (ah già, detto per i più giovani: allora occorreva girare la facciata del supporto...
...per mettere in contatto con la testina phono-rivelatrice la facciata B prima capovolta... bei tempi romantici andati e perduti per sempre, trucidati dalla fredda generazione digitale...) e comincio già a pensare che tra bene e male, questo disco sia una specie di delusione...
"Dodo/Lurker"
qui arriva un altro [forte] disappunto: a parte che il brano è pretenzioso ma non riesce a raggiungere quanto si propone, con una produzione decisamente "pesante" -suoni, wattagio messo in campo ed orchestrazione generale- (pesante anche da sopportare per le orecchie), alla fine arriva quel
refrain di tastiere -ripetuto più volte- che trovo così terribilmente lezioso e sgradevole all'ascolto -specie pensando da chi proviene- il che non fa altro che aumentare il mio disappunto; non faccio tempo a riprendermi dalla perplessità, che arriva in tutto il suo splendore in pompa magna, annunciata da quella specie di... boh? dopo tanti anni, ancora non riesco a dare un nome
a quel suono, correrei il rischio di essere volgare :
"who dunnit?"
Non ci crederete, ma nella mia vita da appassionato di musica, ricordo ancora oggi i primi istanti in cui conobbi determinati albums (in particolare "Beatles 62/66", "Beatles 67/70", "Selling England by the pound", "NURSERY CRYME"); cioè: ho cristallizzato nella memoria l'immagine di cosa stavo facendo quei giorni, come fosse oggi, tanto fu alto il pathos da me provato all'ascolto degli albums citati (ce ne sono anche alcuni altri), ma non credevo potesse essere possibile la stessa cosa
in NEGATIVO;
ebbene, "who dunnit?" è riuscita in questo.
Per me, una delle scempiaggini più orripilanti mai composte in musica; inutile e quasi volgare; ancora peggio: pensando da CHI proviene questo obbrobrio, che non penseresti mai poter essere possibile, la mia arrabbiatura non può che aumentare; col tempo ho elaborato la cosa concludendo che si tratta di una solenne ed allo stesso tempo elegante "presa per il c..." (chiedo scusa per la volgarità) da parte dei Genesis verso i loro fans più zelanti. Non gliel'ho perdonata (cioè: col tempo forse si, ma non ne sono molto sicuro) nel senso che dopo l'ascolto di "
quella canzone", ho deciso che quello era destinato ad essere il mio "ultimo album dei Genesis". Detto fatto. Non ne ho più acquistati in vinile. Solo nel 1991 caddi di nuovo preda del fascino
di quel nome e dei suoi richiami del passato, quando acquistai "We Cant Dance" in formato CD che si rivelò un altra mezza delusione...
Quella sera non arrivai nemmeno all'ascolto delle canzoni finali dell'album, perchè il disgusto provato era tale che per istinto di rigetto abbassai il volume dell'ampli ed azionai la leva alza braccio della testina; fine della storia.
...
Nel mio immaginario personale, questa rock band è rimasta ancorata agli albums realizzati non oltre il 1977 ("Wind & Wuthering" per intenderci); faccio tutt'ora fatica a digerire "And then there where three" (salvo poche cose) e lo stesso "Duke", che apprezzo maggiormente del primo in rapporto alle cose buone che contiene; ma i Genesis degli anni 80 per me non destano più alcun motivo di interesse, salvo pochissime cose che comunque non possono ergersi ai livelli degli anni 70 per ciò che sono stati capaci di fare.