OT breve ma non troppo a proposito di Lennon e McCartney, di cui parlava Lamia: sia chiaro che quella non è una questione tra loro due, bensì tra il lato stupido dei loro fans. Molti fans dei Beatles sono in realtà nati ascoltando la produzione solista di Paul (è una questione anagrafica), per poi risalire alla produzione di gruppo che, ricordiamolo, si ferma al 1970. E così alcuni di quei fans finiscono presto per scontrarsi con i pareri di chi ama i Beatles come gruppo. Gruppo che, va detto, fu creato da Lennon il quale, almeno fino a un certo punto, ne era il leader riconosciuto. Dopo i fatti tragici del 1980, l'immagine di Lennon come icona crebbe ulteriormente: in quanto a notorietà, John già in vita era una spanna al di sopra degli altri tre, anche per la continua sovraesposizione mediatica, o per l'impegno sociale, o per quello politico, o anche soltanto per la storia con Yoko Ono, per l'infanzia travagliata, per le avventure del lost weekend, per il ritiro a vita privata etc, insomma per una vita che, la si approvi o no, è stata sempre sopra le righe, ben più al di sopra di quelle degli altri tre.
Poi, dopo la morte, ci fu:
-la glorificazione del personaggio pubblico;
-la successiva disintegrazione del personaggio privato ad opera della famigerata biografia di Altman (1988), che era una specie di Novella 2000 del rock;
-la successiva operazione per restituirgli dignità;
-la beatificazione.
Questo, ovviamente è il mio parere, sebbene non molto distante dalla realtà
Di fronte a tutto ciò anche lo stesso McCartney si trovò spiazzato: dovette restare inorridito a pensare che in un lontano futuro i Beatles sarebbero rimasti troppo legati al nome di Lennon, che stava per oscurare tutti gli altri. Iniziò così una (per molti discutibile) campagna atta a riprendersi ciò che secondo lui gli spettava (e visto che c'era anche qualcosa che non gli spettava, tanto chi avrebbe potuto contraddirlo?):
"Yesterday? E' tutta mia. Le canzoni scritte da me? Ovvio, sono mie al 100%, al massimo al 90%. Esempi: Rain? 50 e 50. A Day in the life: 40 e 60, Help 55 lui e 45 io, Come together? ma sì, 50 e 50", e così via, chiaramente con l'umana tendenza ad accaparrarsi l'intera (o quasi) paternità dei capolavori e autoregalandosi alcune cose fino ad allora riconosciute apertamente come Lennoniane. Tutto fu ridotto a fredde e antipatiche percentuali e a numeri, stando ben attento però a lasciare agli altri le ciofeche, il tutto documentato in un'autobiografia best-seller. Con in più diversi tentativi (falliti) di rovesciare i nomi dei gloriosi crediti: non più il celebre marchio Lennon-McCartney, stabilito dai due nel lontano 1958, ma McCartney-Lennon, non sia mai qualcuno dovesse avere dubbi.
Credo che la faccenda abbia avuto questo input, e che abbia finito per influenzare i fans accaniti che come conseguenza oggi sostengono che: McCartney era il musicista, McCartney era il poeta, McCartney era il bello, McCartney era il buono, lui ha insegnato a suonare la chitarra al cattivo e perfido Lennon, McCarney faceva tutti gli arrangiamenti (con buona pace di George Martin). C'è uno che passa la vita scrivendo libri intitolati più o meno "chi era il vero leader dei Beatles?", portando una serie di pretesti atti a dimostrare chi comandava (cosa che evidemtemente lo scrittore ritiene importantissima).
C'è addirittura la clamorosa fazione che giura sull'omosessualità di Lennon, o sulla sua dislessia! In fondo era un teppista da giovane! Quale orrore!
Insomma, forse neanche Paul lo avrebbe voluto, ma pian piano si è creata una schiera di fan che vive per dimostrare la sua "verità", e magari nemmeno ascolta più Revolver e Abbey Road. Guai a parlare delle produzioni soliste: ecco che "Wings at the speed of sound è superiore a Sgt.Pepper, e te lo dimostro!" E se gli fai notare che Paul dopo i Beatles ha scritto testi che vanno dal pessimo all'assurdo, mentre John, almeno da questo punto di vista, ha dalla sua testi di album come Plastic Ono Band o Imagine, ti rispondeanno che tanto i testi nella musica sono ininfluenti (anche perchè sono in inglese! Ohibò!), e che Paul scrive le parole giusto per riempire le strofe. Se poi gli chiedi come mai nei Beatles scriveva cose come i testi di Hey Jude, Eleanor Rigby e Let it be, mentre da solo regala C Moon e Silly love songs, si offendono.
Risultato? Paul (poveretto) diventa antipatico anche a chi lo ha adorato (in verità ci mette del suo pubblicando una valanga di dischi inutili), mentre John che, ahilui, non può prender parte alla disputa, resta un'icona e probabilmente si starà sbellicando di risate.
Oggi i Lennoniani e i McCartneyani si detestano, mentre i Beatlesiani si dividono in sottogruppi, i sottogruppi si dividono in moderati o accaniti, i moderati in aggressivi o aggrediti, e tutti insieme diventano... sottosviluppati.
Questa sarebbe la musica che unisce? Perciò, riflettiamo e meditiamo, discutiamo, esponiamo e ascoltiamo, apprezziamo anche se non condividiamo. E divertiamoci con i giochini.
Prosit.
You and I have memories longer than the road that stretches out ahead.