Ecco che mi accingo all'opera titanica....
THE LAMB LIES DOWN ON BROADWAY
In generale
Album controverso, alcuni addirittura affermano che si tratti del primo album solista di Gabriel. In realtà, tranne che per un brano (The light dies on Broadway), tutti i testi sono di Gabriel e le musiche degli altri 4. La storia del portoricano Rael in realtà è il pretesto per Gabriel di parlare di se stesso, del suo rapporto con il sesso, la paura, la morte.
C'è in effetti una grande rottura con gli album precedenti. Qui le venature prog sono meno marcate, non c'è quasi romanticismo (inteso come "età romantica" non come "amore"), c'è un lirismo lisergico e non onirico, e non vediamo aspetti socialmente impegnati. La forma del concept album, poi, lo espone come una lunghissima suite, basata sulla lunga storia scritta da Gabriel, da cui si potrebbe ricavare tranquillamente un'opera rock (qualche tentativo nel passato in effetti è stato fatto).
Quindi un album diversissimo dai precedenti, molto avanti nella sperimentazione (collabora Eno con le sue Enossifications
), tutto sommato un album che non appartiene del tutto né a Gabriel, né agli altri 4, sicuramente un album "anomalo" se si guarda quanto i Genesis hanno prodotto fino a quel momento. Ed è anche l'album che portò alla rottura definitiva tra Peter e gli altri. Il motivo lo sanno anche le pietre (
): non puoi costringere 4 giganti della musica a farti da gruppo per musicare le tue parole...
Copertina "psichedelica" e di grande impatto. Nota di colore: alcuni brani strumentali "ponte" sono stati usati da Gabriel in concerto per potersi cambiare d'abito...
The Lamb fu eseguito dal vivo per ben 102 volte durante il tour mondiale 74/75 alla fine del quale Gabriel lasciò definitivamente la band.
Registrazione
Qualità medio-alta. C'è una differenza sostanziale tra il doppio LP e il CD: nell'LP il suono è più compresso perché la dinamica elevata dei nastri portava ad incidere un solco troppo profondo e impossibile da leggere dalle tradizionali testine del giradischi. Tutto sommato una buona incisione. Gli strumenti hanno una buona spazialità e la sezione ritmica è presente e ben definita.
Brani
The Lamb lies down on Broadway
Strepitosa apertura al piano che preannuncia un pezzo veloce e ben strutturato. Bella la parte cantata con controcanto di Peter sul coro iniziale. Notevole la ritmica, dove il basso e l'elettrica dialogano con la batteria creando un tessuto potente. Breve intermezzo "riposante" con la voce di Peter che si staglia sulla base di tastiere. Finale che sfuma sul brano successivo. Voto 8
Fly on a Windshield
"C’è qualcosa di solido che si sta formando nell’aria" ... Brano con un inizio tranquillo e acustico (e con un testo un po' folle...) con la bella voce di Peter in evidenza, che sfocia poi in una progressione strumentale ossessiva con un ritmo evocativo e pesante e solo di chitarra elettrica e tastiere che si incrociano in modo un po' lisergico. Voto 7
Broadway Melody of 1974
Brano di "collegamento" che riprende con ritmi e arrangiamenti diversi il tema di The Lamb. Il pezzo si sviluppa intorno ad un unico ritornello che viene ripetuto più volte. Il brano sfuma dolcemente nella canzone successiva. Voto 7
Cuckoo Cocoon
Pezzo acustico molto delicato, con belle chitarre acustiche a reggere la struggente voce di Peter e il suo flauto nei due intermezzi strumentali. Breve ma intenso. Voto 8
In the cage
Brano potente, spesso presentato dal vivo anche negli anni 80 e 90, molto evocativo e lisergico, con un assolo di Tony da urlo nella sezione centrale strumentale. Ritmi esplosivi, batteria micidiale, un giro di basso da paura, tutti contribuiscono alla riuscita di un brano eccezionale. Su tutti svetta Peter con una prova vocale strepitosa. Voto 9
The Grand Parade of Lifeless Packaging
Ossessivo, ostico, musicalmente sperimentale, è un ritornello che viene ripetuto più volte, ed ogni volta cambia leggermente in modo da portare l'ascoltatore alla fase finale che chiude in modo potente e acido il brano. Voto 7,5
Back in N. Y. City
Brano poderoso, con ritmo pesante e calcato. L'atmosfera oppressiva è sottolineata dal riff ossessivo delle tastiere e della chitarra elettrica. Una voce rauca e "urlata" si staglia sopra le note della base che improvvisamente cambia e diventa leggera e acida, con la voce anch'essa distorta. Il "ponte" si chiude con un passaggio quasi improvviso ("No time for romantic escape...") e ritorna il motivo principale. Interessante e ambiguo. Voto 7,5
Hairless heart
Strumentale delicato e struggente, con un bell'arpeggio di tastiera che fa da base per la dolce melodia di chitarra acustica. Bella l'apertura melodica successiva e il ritorno al riff inziale. Voto 8,5
Counting out time
Divertente e scanzonata, anche il testo è ironico. Bel ritmo e arrangiamenti frizzanti con la voce di Pietro che racconta in musica le esperienze sessuali del giovane Rael. Voto 7,5
The Carpet crawlers
Uno dei capolavori assoluti dei Genesis. Questo brano riesce a essere delicato, struggente, potente, evocativo e onirico. Pur nella sua struttura essenziale (e poco prog...) dona sensazioni ed emozioni uniche. Voto 10
The Chamber of 32 Doors
Notevole riff di chitarra inziale, con tastiere sontuose a fare da base e batteria a sottolineare l'importanza del momento... Poi tutto cambia. Inizia un ritmo a tratti teso ed a tratti lento. La voce di Pietro è fantastica, pennella sensazioni nell'aria accompagnato da hammond e chitarra ritmica, cambia tono in funzione del momento musicale. Lisergico quanto basta senza essere noioso. Voto 8,5
Lilywhite Lilith
Breve affresco sonoro, arioso ma anche poco incisivo. Un po' troppo beatlesiano per i miei gusti, con un passaggio strumentale centrale poco contestualizzato. Voto 6,5
The Waiting Room
Brano psichedelico ricco di ricerca sonora e atmosfere acide, con un finale aperto e arioso che prepara al brano successivo. Voto 7
Anyway
Un bel riff di piano prelude alla voce di Pietro che canta splendidamente questo brano che presenta una melodia particolarmente complessa e suggestiva. Meno riusciti gli arrangiamenti di chitarra elettrica, forse un po' banali rispetto alla melodia principale. Il brano si riprende con un bellissimo arpeggio impetuoso al piano sottolineato dai bassi che prelude al solo di chitarra elettrica originale e interessante. Segue il finale che riprende il riff iniziale. Voto 7,5
Here Comes the Supernatural Anaesthetist
Ironico, divertente, con un ritmo sincopato esplosivo e una parte strumentale da antologia. Semplicemente bello. Voto 8,5
The Lamia
E' la seconda punta lirica più alta dell'album (la prima era Carpet). Struggente, voce emozionante, pianoforte che guida l'intero brano con arpeggi e melodie che riprendono il riff iniziale. Il finale quasi lirico, con hammond che fa da base e voce e chitarra elettrica (un solo notevolissimo di Steve), si miscela sapientemente con il brano successivo. Voto 9,5
Silent Sorrow in Empty Boats
Strumentale vagamente epico e lisergico, con mellotron e chitarra elettrica che creano un'atmosfera quasi fantasy. Il finale riprende ritmo e porta al brano successivo. Voto 7,5
The Colony of Slippermen (The Arrival - A Visit to the Doktor - The Raven)
Minisuite divisa in tre movimenti. E' un capolavoro di integrazione tra voce, strumenti, situazioni, ricerca sonora. La ritmica è originale, basso e batteria collaborano per dare una base innovativa al resto del brano. Ci sono frammenti onirici (quasi un incubo...) che generano poi situazioni più rilassate nel finale. Voto 9
Ravine
Strumentale breve che inizia con un effetto vento e sinth e prosegue con un arpeggio di chitarra acustica che fa da base alle figure lisergiche disegnate dalle tastiere. Molto d'atmosfera. Voto 7,5
The Light Dies Down on Broadway
Reprise di The Lamb con diverso arrangiamento. Brano poco incisivo e, tutto sommato, abbastanza inutile. Voto 6,5
Riding the Scree
Assolo da brivido di Tony all'inizio, con un Phil in grande spolvero e un Mike che fa qualsiasi cosa col basso. Il brano si dipana con grande forza, aprendo poi a una melodia prima imperiosa e poi struggente. Finale bachiano di grande fascino e impatto che lascia il posto al breve ritornello cantato. Voto 8,5
In the Rapids
Struggente ed evocativa, con la voce di Pietro che racconta la discesa nelle rapide di Rael, in un epilogo della storia che sarà completato con il brano successivo. Il pezzo ha una struttura semplice ma che coinvolge con la voce e gli arrangiamenti asciutti e incisivi, sia acustici (piano) che elettrici (chitarra). Grande emozione. Voto 9
It
Finale rockeggiante, con un testo ricco di giochi di parole, un ritmo serrato e arrangiamenti basati soprattutto sulla chitarra di Steve che imprime una certa originalità ad un brano che, francamente, non sarebbe memorabile. Voto 7,5
Wow... che fatica...