WillowFarm ha scritto:
Penso che il passo dal Progressive alla Grande Musica Classica non sia così tanto lungo.
Faccio fatica ad abbinare il rock, anche se Progressive, con la musica classica. Sempre di rock stiamo parlando. A parte episodi evidenti quali ELP (i primi album), Wakeman (quasi sempre), e Nice (totalmente) i più rappresentativi gruppi progressive, e citiamo sempre i soliti bla bla bla … Genesis, Yes, VDGG, Gentle Giant, hanno inserito nelle loro composizioni solamente spunti riferiti alla musica cosiddetta “colta” ed in maniera diversa.
WillowFarm ha scritto:
Dove a volte ci troviamo di fronte ad una "introduzione", una "esposizione del tema principale", poi uno "sviluppo o elaborazione" ed a seguire una "ripresa del tema".
Non solo nella musica classica ma anche nel jazz e nel blues in egual modo esiste questo tipo di struttura, non ho il minimo dubbio.
Cosa accomuna i Soft Machine ai Genesis? Oppure i Van Der Graaf Generator ai Jethro Tull? Poco direi. Eppure queste band appartengono al genere Progressive-rock; ognuna con le proprie peculiarità.
Prendiamo delle band considerate prog a caso:
Genesis (chissà perchè mi vengono in mente sempre per primi …
), Yes, Gentle Giant, VDGG, King Crimson, Jethro Tull, Camel, ELP, Gong (
), Hatfield and the North, I primi Pink Floyd, Soft Machine, Caravan.
Dimenticato qualcuno?
Sì, almeno altre 50.
Non perché ne conosca altre 50, ma c’è senz’altro minimo questo numero di appartenenti al genere, ripeto, ognuno con la propria originalità, per non parlare poi del progressive non inglese o del new-progressive in generale, ma qui il discorso si allarga ulteriormente.
Adesso, tra i gruppi elencati troviamo il comune denominatore.
Dal libro Progressive&Underground di C. Rizzi vengono citati tre elementi fondamentali che contraddistinguono il Progressive e sono:
1) La suite
2) L’uso della tastiera
3) I testi impegnati
La suite.
Intesa come scrittura del brano in forma estesa. Non più tre minuti, tre accordi, ritornello e conclusione sfumata quindi automatico rifiuto della “forma canzone”.
Quali gruppi sopra elencati rispettano queste condizioni?
Quasi tutti, ad eccezione per alcuni brani dei Genesis, Jethro Tull e Caravan.
Gli stessi Genesis, i VDGG, ELP, King Crimson e Caravan hanno creato le migliori suite che la musica moderna ricordi.
Supper’s Ready, Nine Feet Underground, Close to the Edge tanto per fare alcuni esempi.
L’uso delle tastiere.
Talvolta a scapito delle chitarre.
Praticamente utilizzate da tutti esclusi i Jethro Tull dove le tastiere di John Evan sono sempre state pressoché di contorno con l’eccezione di Thick As a Brick.
Chi invece ne ha fatto lo strumento cardine della propria sonorità sono stati i soliti ELP, Yes e Genesis, alcuni utilizzando i suoni dei mellotron e dei moog, altri semplicemente quelle dell’hammond o del Fender piano.
I testi impegnati.
Un po’ tutti. Non esiste più “I love you, you love me” alla Beatles degli esordi. I testi assumono un’importanza quasi quanto la musica. Riferimenti mitologici (Genesis in primis e KC), storici (Camel), fiabeschi e medievali (Gentle Giant), sempre comunque riferimenti al passato. Testi a volte incomprensibili e dalle mille interpretazioni ma senza dubbio impegnati e mai banali.
Ci aggiungerei:
- L’uso di
strumenti musicali fino ad allora “classici”: chitarra classica, pianoforte, flauto, oboe, fagotto, xilofono, violino e violoncello.
- L’utilizzo di
ritmiche complesse, spesso in tempi dispari e con continui cambi.
- Mancanza quasi totale per tutti dell’
improvvisazione, particolarità tipica del blues-rock o del jazz, qui con qualche eccezione nel sound della scena di Canterbury.
- La singolare innovazione spesso fruita del
concept album (anche se non tutti ne hanno sfruttato il privilegio); non più canzoni singole ma brani legati uno all’altro da un unico filo conduttore (con ispirazione ad un mito, una leggenda ecc.) (The Lamb, Thick as a Brick, The Snow Goose)
- L’importanza della
veste grafica: non più i componenti della band in posa ma copertine disegnate che sono “quasi capolavori” (Paul Whitehead/Genesis, Roger Dean/Yes)
Gli anni settanta sono stati la consacrazione di questo genere, iniziato poco prima nel ‘69, con l’esplosione di quella bomba atomica che è In the Court of Crimson King che ha dato stimolo ai gruppi emergenti. Chi voleva mettersi in mostra doveva fare QUESTA musica. Le etichette vengono dopo.