Friar Park

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aorlansky60
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Re: Superclassifica PROGRESSIVE ROCK del Vintage Rock Forum

Messaggio da aorlansky60 »

Cribbio!

per numero di temi trattati, questo sito è peggio [o meglio] del palazzo in cui viveva George Harrison (Friar Park ndr, antica costruzione Vittoriana con 120 stanze e 30 bagni), uno come me appena arrivato non sa nemmeno dove girarsi (e a dir la verità non so nemmeno più dove mi trovo... scusate lo sfogo... chiaramente stò scherzando. Bella l'idea del tema qui in oggetto.)
:-)
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Lamia
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Re: Superclassifica PROGRESSIVE ROCK del Vintage Rock Forum

Messaggio da Lamia »

.....
Scusate, leggo adesso, Aor mi fai morire! :D Cavolo, non sapevo di Harrison, alla faccia della residenza! D’altro canto, se non erro, i Beatles negli anni 60 contribuirono , con le vendite dei dischi, all’innalzamento delle finanze inglesi!
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Re: Superclassifica PROGRESSIVE ROCK del Vintage Rock Forum

Messaggio da aorlansky60 »

George la acquistò nel 1970 (ricordo il 45g "What is Life" tratto dal suo triplo album ALL THING MUST PASS del 1970, la cui copertina nell'edizione EMI ITA ritraeva George affacciato da una delle finestre delle torri di quel complesso fantasmagorico; la foto stessa che ritrae in copertina di album George seduto è stata scattata nel parco del complesso) la tenne e la curò per tutta la sua vita (immaginarsi l'impegno anche economico che significava dovere avere a che fare con quel palazzo, circondato da molti ettari di parco, che fu costruito in epoca Vittoriana secondo il volere di un eclettico e facoltoso avvocato inglese del tempo, certo Lord Frank Crisp, che George omaggerà dando titolo ad una delle canzoni dell'album citato "Ballad of sir Frankie Crisp (Let it Roll)" tra l'altro una delle mie songs preferite in assoluto di George). Alla sua scomparsa, la proprietà passò in eredità al figlio e alla moglie di Harrison. Beati loro, deve essere uno spasso vivere in un posto simile, non ti bastano 6 giorni della settimana lavorativa per farci il giro di tutte le stanze (e di tutti i bagni), senza considerare gli ettari di parco intorno. Il posto ideale per giocare "a nascondino" [smile]
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Re: Superclassifica PROGRESSIVE ROCK del Vintage Rock Forum

Messaggio da twoofus »

Siamo OT...
Friar Park era la residenza di Harrison (possedeva altre decine di case in Inghilterra, alle Hawaii e in America, ma abitava lì), si trova poco fuori Londra, a una mezzoretta, nella zona di Henley on Thames, e fino a qualche anno fa era anche visitabile. Ci sono moltissimi aneddoti su questo complesso che George comprò nel 1970, quando era quasi in rovina dopo essere stato adibito a convento per suore, e che ristrutturò in oltre 2 anni, costruendovi anche un modernissimo studio di registrazione nella suite per gli ospiti, che battezzò FPSHOT (Friar Park Henley On Thames), e dove incise tutti i suoi dischi e quelli di moltissimi altri artisti, e dove si svolsero le sessioni per Anthology dei Beatles negli anni 90. Non era difficile trovarlo lì che curava i giardini, cosa che negli anni diventò per lui anche più importante della chitarra, oppure che girava con degli automezzi per i boschi o in barca per i laghi!
Il suo costruttore, Frankie Crisp, era un grande burlone: fece installare, in quasi 30 ettari di proprietà, boschi, foreste, fontane, giardini, caverne, labirinti e diversi laghi artificiali con delle grotte; in alcuni laghi ci sono delle pietre posizionate appena sopra il livello dell'acqua solo per avere l'illusione di... camminare sull'acqua! Nel parco c'è addirittura una replica in scala del Monte Cervino! Tra le centinaia di scale, grotte e labirinti, vi sono delle divertenti scritte che Harrison lasciò intatte, con giochi di parole tipici dell'umorismo inglese. C'è un monaco con in mano una padella bucata e una targa con l'iscrizione "Two Holy Friars" ("I due frati santi"), in un intraducibile gioco di parole tra "frying" ("frittura") e "friar" ("frate"). La copertina del celebre All Things Must Pass, quella con i nani, fu scattata in quel parco.
Ci sono altre canzoni su Friar Park, oltre a Ballad of Sir Frankie Crisp, in cui si parla del fantasma di Crisp che gironzola nelle stanze e tra i labirinti dei boschi; Crackerbox Palace, pubblicata nel 1976, era il nome con cui george chiamava Friar Park; The Answer's at the End si riferisce a una delle curiose frasi delle targhe lasciate da Crisp.
Tra le altre cose, va ricordato che per finanziare il celebre film cult dei Monty Python, Brian di Nazareth, Harrison offrì Friar Park come garanzia per i finanziamenti necessari, in quanto la EMI Films aveva ritirato il proprio appoggio finanziario all'opera ritenuta blasfema. E quando Harrison motivò il suo gesto dichiarando che era un fan dei Python e semplicemente voleva vedere il film, Eric Idle (quello dei Python) lo descrisse come "il biglietto del cinema più costoso della storia del cinema".
Oggi il tutto se lo gode la moglie Olivia e, soprattutto, Dhani Harrison.
Su YouTube si trovano dei filmati pazzeschi.
Fine OT.
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Re: Superclassifica PROGRESSIVE ROCK del Vintage Rock Forum

Messaggio da Lamia »

Wow!! Si dovrebbe scrivere un libro solo per questo! :D Molto interessante , Aor e twoofus, grazie!
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Friar Park

Messaggio da Hairless Heart »

"Aveva una casetta piccolina in Friar Park....."
Sposto qui un'interessante discussione snocciolatasi altrove.
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Re: Friar Park

Messaggio da aorlansky60 »

Da buon anfitrione qual'era (era una persona dal carattere piuttosto comunicativo e sociale, amava circondarsi di amici e persone), George organizzava spesso incontri tra questi a casa sua; direi che in giro c'è moltissima gente dell'ambiente che ha un buon ricordo di Friar Park, per averlo frequentato e conosciuto.
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Re: Friar Park

Messaggio da twoofus »

Lamia ha scritto: 17/01/2019, 16:37 Wow!! Si dovrebbe scrivere un libro solo per questo! :D Molto interessante , Aor e twoofus, grazie!
Okay, e scriviamolo questo libro.

FRIAR PARK - PRIMA PARTE
George Harrison e sua moglie Pattie Boyd vivevano in uno splendido bungalow situato a Esher, nel Surrey, chiamato Kinfauns e dipinto a colori psichedelici dallo stesso George e dal gruppo olandese The Fool (quelli che dipinsero anche la RollsRoyce di Lennon e le pareti della Apple Boutique a Londra, tra le altre cose). Fu lì che vennero incisi i demo delle canzoni scritte in India e che, alla fine del 1968, finirono nel White Album. Ma Kinfauns ben presto apparve troppo piccola per la coppia, e soprattutto piccola costruirvi uno studio di registrazione e, cosa più importante, era ormai troppo esposta. In un’intervista dell’epoca, George disse: "Sto cercando una casa che mi dia la pace assoluta della più completa privacy, possibilmente con un lago privato perché solo l'acqua mi tranquillizza la mente. Non mi interessano quali caratteristiche abbia la casa, ma l’importante è che non si trovi sulla strada e che ci sia spazio per mettere su un mio studio di registrazione”. Pattie Boyd: "Ad Esher, molte ragazze ormai riuscivano facilmente ad entrare nel giardino, e a volte persino in casa, e per noi questo era diventato un po' un incubo. George voleva uno studio in cui potesse lavorare da solo, che poi era questa la vera ragione per cui cercammo una casa grande”.
Parte del 1969 fu trascorsa alla ricerca di un luogo adatto. Videro tra le altre cose anche Plumpton Place, vicino a Lewes nell'East Sussex, che era ottimo e si trovava alla fine di un vialetto circondato da fossati e giardini. Ma l'anziana proprietaria rifiutò l'offerta di Harrison perché non voleva che “dei musicisti di rock and roll comprassero la sua bella casa". La donna avrebbe cambiato idea poco dopo, dal momento che la proprietà fu acquistata da Jimmy Page.
Un giorno Pattie adocchiò casualmente una piccola pubblicità sul Sunday Times, che era stata messa dalle suore salesiane che per anni avevano gestito a Friar Park una scuola che era stata da poco chiusa: nell’annuncio c’era scritto che il grande edificio, quesi in stato di abbandono, doveva presto essere demolito a meno che non fosse saltato fuori un acquirente. All’epoca il castello era ancora parzialmente abitato, ma solo da sei monache e un monaco, e la cosa colpì molto il senso dell'umorismo di Harrison. Pattie se ne innamorò all'istante; Harrison, che vide il castello il giorno seguente, decise immediatamente di comprarlo. Si disse che il complesso rifletteva esattamente la complessità di Harrison, e molti la chiamarono “la sua follia gotica”.
1. continua...
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Re: Friar Park

Messaggio da twoofus »

FRIAR PARK - SECONDA PARTE
E così all'inizio del 1970 George e Pattie si trasferirono da Kinfauns a Friar Park, sito a Henley on Thames, una cittadina sul Tamigi a circa 40 miglia a ovest di Londra. Friar Park era un castello vittoriano di 120 stanze, costruito da tale Sir Frank Crisp nel 1898 sul sito di un antico monastero. Il castello neo-gotico in mattoni rossi, circondato da un’alta palizzata in legno, era una fedele espressione dell'eccentricità inglese dell’epoca. Per circa 160.000 sterline dell’epoca (all’incirca 3 milioni di euro di oggi), insieme alla dimora, Harrison rilevò anche una grande casa per il guardiano, due rifugi, 12 acri di giardini e parchi e altri 20 acri di terra; l’enorme palazzo di tre piani aveva 25 camere da letto e numerose altre stanze, tra cui una sala da ballo e una biblioteca, per un totale di 120 stanze. Tutt’intorno c'erano torri, torrioni e torrette, con parapetti adornati di gargoyles.
Ma non era tutto. Oltre ad essere un eminente e celeberrimo avvocato, nonchè appassionato giardiniere e orticoltore dilettante, Crisp era anche uno studioso microscopista con la fissa per i nani da giardino: la magione fu perciò costruita con un occhio speciale per i dettagli più strani e un incredibile gusto per l’assurdo. Pattie disse: "Crisp doveva essere chiaramente un uomo meraviglioso, molto colto e con un grande senso dell'umorismo, il quale deve aver viaggiato tanto e dai suoi viaggi ha riportato qui ogni sorta di cose che ha scoperto in altri paesi. La sua attenzione per i dettagli era maniacale e proprio ciò colpì molto George."
2. continua...
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Re: Friar Park

Messaggio da twoofus »

FRIAR PARK - TERZA PARTE

Durante la vita di Crisp e anche per molti anni dopo la sua morte avvenuta nel 1919, il parco che circondava il castello era stato sempre aperto al pubblico: era una specie di incrocio tra un orto botanico, un'attrazione da luna park e il paese delle meraviglie di Lewis Carroll. Il fulcro del giardino alpino era una replica fedele e in scala del monte del Cervino, costruito con oltre 20.000 tonnellate di granito dello Yorkshire. C'era una grande serie di grotte sotterranee artificiali e caverne attraverso le quali si poteva viaggiare in barca e passare da un lago all'altro attraversando fiumi e cascate, mentre tutt’intorno c’erano installati specchi deformanti, attrezzi circensi, gnomi, fate, funghi velenosi e tantissimi scintillanti vetri blu. Al di sopra delle grotte c'erano dei giardini elisabettiani e degli orti giapponesi, oltre a una topiaria con immensi alberi ornamentali e un vasto labirinto da dove era difficilissimo uscire. Sui prati c’erano istallati numerosi cartelli con la scritta “Don’t Keep Off The Grass”, cioè "Potete calpestare le aiuole”, ma anche “Non state lontani dall'erba", inteso in tutti i sensi possibili e immaginabili.
All'interno della magione c’erano delle doppie porte che conducevano fino a un vestibolo di marmo e poi a un'enorme sala con una grande scalinata e ad una stupenda Minstrel’s Gallery, la “galleria del menestrello” (come quella di Andersoniana memoria...). C’era un camino talmente grande che era fiancheggiato su ciascun lato da un pannello che mostrava l'Albero della Vita e l'Albero del Destino. La sala da pranzo aveva le finestre di vetro maculato, mentre il soffitto della sala da ballo era costellato di angioletti e cherubini. Inizialmente c’erano dappertutto dei sacri simbuli Hindu, che però all’inizio della seconda guerra mondiale erano stati rimpiazzati da numerose svastiche: queste furono immediatamente rimosse, cosicchè tornarono alla luce alcuni dei simboli Hindu rimasti ancora visibili nel 1970. In tutta la casa, ogni interruttore delle luci era in realtà il buffo viso di un monaco che veniva attivato con un clic pigiando il naso del monaco!
3. continua...
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Re: Friar Park

Messaggio da twoofus »

FRIAR PARK - QUARTA PARTE

Ogni angolo della casa rivelava a George qualche nuovo piacere eccentrico oppure qualche oscuro enigma da risolvere. Le pareti erano zeppe di giochi di parole, aforismi, massime e proverbi, alcuni dei quali furono usati da Harrison in qualche canzone. Tra i più curiosi:
“Scan not a friend with a microscopic glass, You know his faults, now let his foibles pass.
Life is one long enigma, my friend, So read on, read on, the answer's at the end”, che finì nella canzone omonima, The answer's at the end.
The ballad of Sir Frankie Crisp (Let it Roll), canzone contenuta in All Things Must Pass, parlava del fantasma di Crisp che secondo la leggenda girava per il castello e per le sue amate oasi verdi:
“Lasciate che giri per la casa, che attraversi l’ingresso fin fuori la porta, fino alla fonte dell’allegria perpetua, lasciatelo girare che ne vale la pena.
Ci vediamo là, dove risuona la vostra eco, dove vi smarrite nel labirinto, dove guardate il Signore e le bocche Egli nutre, e lasciate che giri in mezzo all’erbaccia.
Lasciate girare sir Frankie Crisp,
Lasciate che giri nelle caverne, per le sue lunghe passeggiate tra Calma e Ombra, oppure verso i ripo-si nei boschi, con quel suo fazzoletto intonato alla cravatta. Dappertutto ci sono soltanto bizzarre il-lusioni, mentre Joan e Molly spazzano le scale con gli occhi che brillano pieni di luce interiore.
Lasciate che giri nella notte.”
Crackerbox Palace invece fu pubblicata nel 1976, ed era il nome con cui George chiamava Friar Park. Nel suo video promozionale, ovviamente girato lì, si possono vedere molti angoli della tenuta.
Va anche ricordato che per finanziare con la sua casa di produzione “Handmade Films” il celebre film cult dei Monty Python, Brian di Nazareth, Harrison offrì Friar Park come garanzia per ottenere i finanziamenti necessari, in quanto la EMI Films aveva ritirato il proprio appoggio finanziario all'opera ritenuta blasfema. E quando Harrison motivò il suo gesto dichiarando che era un fan dei Python e semplicemente voleva vedere il film, Eric Idle (quello dei Python) lo descrisse come "il biglietto del cinema più costoso della storia del cinema".
4. continua...
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Re: Friar Park

Messaggio da twoofus »

FRIAR PARK - QUINTA PARTE

Ma al suo arrivo, nel marzo 1970, Harrison aveva trovato ben poco del passato splendore di Friar Park: da tempo i giardini erano stati usati come discarica locale, i rovi e l'edera coprivano tutto, i laghi erano stati svuotati e riempiti di materiale di risulta, mentre internamente la casa era quasi in uno stato di rovina, con l'erba che cresceva attraverso i pavimenti, i muri che si sgretolavano e molte stanze chiuse da anni. Non c'era riscaldamento, e non vi erano mobili e letti, quindi inizialmente George e Pattie dormirono nell'ingresso nei sacchi a pelo, avvolti in cappotti e sciarpe e con il fuoco che bruciava costantemente nell'enorme grata del camino. L'unico altro spazio che si rivelò abitabile era la cucina originale, cioè un'enorme stanza piastrellata con pavimenti lastricati, lavandini di dimensioni industriali e una grande dispensa. Sotto la direzione dell'architetto David Platt, i due iniziarono a restaurare alcune parti della proprietà, vivendo per un periodo in una delle logge. A volte dormivano su un materasso sul pavimento in una stanza diversa ogni notte. “Era come un gioco. Sembravamo due bambini che giocavano", disse Pattie. "Intraprendemmo anche un corso di giardinaggio, che si rivelò eccitante e divertente."
Invece lo studio di registrazione, moderno e super attrezzato, costruito nella suite per gli ospiti, fu ultimato solo nel 1972 e battezzato FPSHOT (Friar Park Henley On Thames); lì furono incisi tutti i dischi di George e anche quelli di moltissimi altri artisti, e sempre lì si svolsero le sessioni per Anthology dei Beatles negli anni 90.
Tornando al 1970, dopo l’arrivo dei coniugi Harrison, Friar Park iniziò presto a riempirsi di altra gente: tra i primi ad arrivare ci fu Terry Doran, tuttofare dei Beatles (il celebre motor trade immortalato in "She's Leaving Home"), che all’epoca gestiva un ramo della Apple, la Apple Publishing, e dopo lo scioglimento dei Beatles, era diventato assistente personale di Harrison.
5. continua...
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Re: Friar Park

Messaggio da twoofus »

FRIAR PARK - SESTA PARTE

E poi ci fu la segretaria della Apple, Chris O'Dell, la quale vi si trasferì in pianta stabile dopo essere stata licenziata da Allen Klein: negli anni diventò grande amica di Pattie Boyd, ma prima aveva avuto tanti altri onori: fu tra le poche persone presenti sul tetto il giorno del famoso concerto dei Beatles (era seduta sotto il camino, accanto a Yoko Ono); in seguito è stata la protagonista di una canzone di George (Miss O’Dell, 1973) e qualche anno fa ha scritto una biografia dal titolo “Miss O'Dell: My Life with The Beatles, The Stones, Bob Dylan, and the Women Who Loved Them”, in cui racconta storie che sembrano incredibili per un comune mortale; per riassumerne alcune, basta dire che dopo le avventure con i Beatles, entrò nello staff degli Stones (la sua foto è anche sulla copertina di Exile on Main Street), con tutto quel che ne consegue, mentre nel 1974 andò in tour con Crosby Stills Nash & Young nella loro incarnazione più litigiosa. E fu sempre lei a ritrovarsi da sola, in un aereo privato in piena tempesta, in compagnia di John e Yoko di ritorno dall’isola di Wight.
E secondo voi chi battè a macchina, sotto dettatura di George, i testi che furono inseriti nella lussuosa confezione del triplo All Things Must Pass? Lei, ovvio.
Nel suo fantastico libro, che ho letto due volte, ci sono queste ed altre “avventure”, comprese quelle con Bob Dylan, Ringo Starr, Mick Jagger, Eric Clapton, James Taylor, Leon Russell... Oggi lei racconta: "Penso che Friar Park fosse una follia per George quanto per l'uomo che l'ha costruita. L'obiettivo principale di George era quello di far tornare tutto com'era prima che le suore ci avessero messo le mani."
Sempre nel suo libro, la O’Dell ha raccontato che poco dopo il suo arrivo, Harrison invitò tutti i membri del movimento Hare Krishna che avevano base a Londra a sistemarsi in un’intera ala di Friar Park, con la scusa di aiutare con i lavori di restauro. E la cosa finì per non piacere a Pattie! Arrivarono intere famiglie con figli e nipoti, che portarono con sè anche gli usi e i costumi della loro comunità: a causa dell’eccessivo odore di zafferano e di spezie mischiato all’onnipresente incenso, presto l’aria divenne irrespirabile; ma la cosa peggiore riguardava la libertà che veniva concessa ai bambini, i quali scorrazzavano liberi dappertutto senza alcun freno e senza che nessuno badasse a loro. Accadde diverse volte che qualche bambino rischiasse di annegare nella fontana del giardino; dopo averli salvati per un pelo, ogni volta Pattie e Chris O’Dell dovevano attivarsi per chiamare d’urgenza il medico perché li rianimasse e li surasse, beccandosi anche immeritate ramanzine e sguardi di disprezzo; questo durò finché il dottore inorridito disse loro di non chiamarlo più per casi del genere, altrimenti avrebbe denunciato la cosa alle autorità. Fu allora che Pattie chiamò George, il quale all’epoca era super impegnato a Londra tra la EMI e la Apple per le incisioni del suo album, e gli disse testualmente: “Ma che problemi hanno queste donne con l’educazione dei loro figli? O questa cosa finisce subito o me ne vado io!”.
Prima che la situazione degenerasse definitivamente, la comunità dovette essere cortesemente allontanata da George. Dopo la partenza, quando si recarono nell’ala che era stata occupata da loro, la Boyd e la O’Dell trovarono una situazione agghiacciante anche dal punto di vista igienico.
Anche John Lennon spesso faceva una capatina a Friar Park, che chissà perché chiamava Henley-on-Toast; ma non fu mai attratto da quel luogo, in quanto, parole sue, lo considerava “un po' cupo”.
6. continua...
Ultima modifica di twoofus il 22/01/2019, 18:49, modificato 1 volta in totale.
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Re: Friar Park

Messaggio da twoofus »

FRIAR PARK - SETTIMA PARTE

Harrison iniziò a lavorare al suo album All Things Must Pass poco dopo il trasferimento a Friar Park, che perciò fu ovviamente invasa anche da musicisti e addetti ai lavori, ognuno dei quali fu accolto da un tour guidato per la visita di tutta la casa, e da un invito con un sacco a pelo per restare lì a dormire. Bobby Withlock (quello di Derek & the Dominos), ricorda: “Ero lì quando George stava incidendo l’album, al quale ho partecipato anch’io. Ricordo che, appena arrivati, abbiamo messo giubbotti e giacche a vento, e con un paio di torce siamo scesi in un buco del cortile, da dove improvvisamente ci siamo trovati in un tunnel con un torrente che scorreva nel mezzo. Poi ci ritrovammo davanti uno stagno ed entrammo un altro tunnel che ci condusse fino ad un’immensa grotta. Ricordo che al mattino, il primo che si svegliava preparava a tutti gli altri il tè. Mi è rimasto impresso uno dei numerosi bagni che aveva 12 fori tutt’attorno alle pareti di legno, mentre gli interruttori della luce erano dei piccoli frati, come in tutta la casa. E che faceva molto freddo, anche perchè io abitavo proprio in cima, nella stanza più alta della torre di mezzo, quella che chiamavano la stanza 101. Dicevano che lì c’era un fantasma, ma io non l'ho mai visto."
Le decine di musicisti, da Clapton a Ringo, da Klaus Voormann a Preston, da Bobby Keys a Leon Russell, Ginger Baker, Jim Price, Gary Brooker e altri, giocherellavano e si rincorrevano nei parchi, salendo fin sulla replica del Monte Cervino; spesso giravano a gran velocità intorno alla proprietà con i numerosi go-kart messi a disposizione, con i quali organizzavano vere e proprie gare. O’Dell: “Al mattino trovavamo tè, uova e porridge con i giornali disposti sul tavolo della cucina, mentre la sera c’era esclusivamente cucina indiana. Mentre i musicisti si radunavano a mangiare, bere e parlare, Harrison faceva ascoltare loro le sue nuove canzoni, ma molto spesso scompariva e si isolava per meditare o altro, a seconda se era in vena di piaceri spirituali o terreni. Si ascoltava musica e si guardavano film nella sala di proiezione, spesso cose dei Monty Phyton. Qui George si divertiva a spiegare l'umorismo inglese al divertito contingente americano. Harrison sembrava avere una parte di sé piuttosto ossessiva e compulsiva, ma quella casa stuzzicava anche il suo lato comico”. "Era qui che veniva fuori la parte più burlona di George", disse Bobby Keys, ricordando la prima volta che arrivò a Friar Park. "Quel giorno George chiamo al telefono Mal Evans, il roadie dei Beatles, che ci aveva accolto, e gli disse di accompagnarci nelle nostre stanze. Mal disse ‘Seguitemi, ragazzi’, e noi tutti in fila lo seguimmo giù per delle lunghissime caverne, attrraversando grotte e antri perché quel posto aveva una rete sotterranea immensa; mentre scendevamo pensavamo ‘ok, quello è un Beatle, ma non è un po’ strano?’. Alla fine, dopo un tempo interminabile, ci trovammo in mezzo a un labirinto di caverne buie, quando improvvisamente George saltò fuori e cercò di spaventarci urlando e ridendo! In verità non ci spaventammo molto, ma quello fu il suo modo di presentarsi!”
7. continua...
Ultima modifica di twoofus il 22/01/2019, 18:49, modificato 1 volta in totale.
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Re: Friar Park

Messaggio da twoofus »

FRIAR PARK - OTTAVA PARTE

Negli anni Harrison acquistò altre considerevoli proprietà, tra cui una fantastica villa a Mahui alle Hawaii, un’altra in Australia, sulle isole Hamilton nell’Oceano Pacifico, con una piscina che entrava fin dentro l’abitazione; poi ancora una maestosa dimora di quattro piani contornata da giardini e piscine in Svizzera, con vista sul lago di Lugano, oltre ad altre case sparse in America e in Inghilterra. Ma la sua residenza restò per sempre Friar Park, anche dopo la separazione da Pattie, ed è lì che ha vissuto con la seconda moglie Olivia e il figlio Dhani.
Ma, malgrado tutto, quella privacy tanto agognata fu spezzata dal criminale che nel dicembre del 1999 lo aggredì in piena notte ferendolo gravemente con un coltello. Il demente, un tizio di Liverpool di nome Mick Abram, chiaramente della stessa risma di Mark Chapman, era un esaltato che riusci ad arrampicarsi su per uno dei muri di cinta e a penetrare nella cucina. George, svegliato dai rumori, scese a controllare e iniziò una cruenta battaglia tra l’uomo armato di coltello e Harrison, raggiunto poi dalla moglie Olivia. L’uomo ferì George con una quarantina di coltellate al torace e alla gola, prima che Olivia, anch’essa ferita, riuscisse a spaccargli una pesante lampada in testa. Il resoconto dettagliato dell’aggressione, davvero impressionante, è facilmente reperibile sul web come estratto delle testimonianze di George e Olivia al processo in cui Abrams venne condannato. E nemmeno allora Harrison perse il suo celebre senso dell’humor, quando dichiarò: “Certamente questo qui non era venuto da me per fare un’audizione per i Traveling Wilburys!”.
Da allora George, che era sempre stato molto cortese e disponibile con i numerosi fans che stazionavano all’esterno, si chiuse in se stesso e aumentò le misure di sicurezza.
8. fine
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Re: Friar Park

Messaggio da aorlansky60 »

@ twoofus

WOW, complimenti, davvero un sacco di dettagli che non conoscevo;

a proposito, la Chris O'Dell citata più volte, era la moglie di Denis O'Dell (uno dei chief director della Apple, uno di quelli che fu poi "fired" da Allen Klein) o un semplice caso di omonimia ? Dalle mie riminescenze del passato (letture di testi vari) ne conoscevo il suo nome appunto come moglie di quello indicato.
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Re: Friar Park

Messaggio da twoofus »

No, solo omonimia. Nel suo libro racconta tutto: partì ventenne da Tucson, Arizona, proprio come la JoJo di Get back, per arrivare a Londra e presentarsi alla Apple, dove fu assunta come segretaria. Delle avventure che racconta nel libro bisognerebbe farne un film.
Lei è anche su Facebook.
Denis O'Dell invece fu messo a capo della Apple Films dai Beatles, e poi socio di Harrison quando fondarono la Handmade Films, la casa di produzione con cui George produsse numerosi film, tra cui Shangaii Surprise con Madonna e Sean Penn, Brian di Nazareth ed altri.
Ultima modifica di twoofus il 23/01/2019, 12:31, modificato 1 volta in totale.
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Re: Friar Park

Messaggio da Hairless Heart »

Impressionante, twoofus! E, al solito, interessante.
Cosine che hai buttato giu tu, o trovate in qualche libercolo?
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Re: Friar Park

Messaggio da aorlansky60 »

Dopo la sua scomparsa avvenuta nel Novembre 2001, è bello poter pensare che George Harrison abbia incontrato il suo alter ego sir Frank Crisp : a quest’ultimo deve aver fatto molto piacere che un altro uomo abbia così tanto amato Friar Park prendendosene grande cura, ed è bello poter pensare che, parafrasando il titolo della celebre canzone a lui dedicata, a sir Frank Crisp si sia aggiunto il baronetto George, nei rispettivi spiriti a girovagare per la tenuta, il parco e le stanze del palazzo vittoriano : è bello immaginare di vederli insieme a ridere e scherzare correndo, in fondo devono essere stati accomunati dallo stesso carattere, nei quali spiccava un grande e splendido “senso dello Humour” nella migliore tradizione British
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twoofus
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Re: Friar Park

Messaggio da twoofus »

Hairless Heart ha scritto: 23/01/2019, 11:54 Impressionante, twoofus! E, al solito, interessante.
Cosine che hai buttato giu tu, o trovate in qualche libercolo?
L'ho buttate giù, ma sono frutto di tante e tante vecchie letture, oltre a una veloce ricerca sul web per quanto riguarda date e numeri che non ricordo mai.
Soprattutto nel libro che ho citato, quello di Chris O'Dell, ci sono aneddoti a bizzaffe. Purtroppo non è mai stato tradotto in italiano.
Altre letture interessanti in merito sono I Me Mine di George e l'autobiografia di Pattie Boyd (Wonderful Tonight: George Harrison, Eric Clapton and Me) che è stata recentemente tradotta in italiano.
Se digiti Friar Park su "Google Immagini", vengono fuori foto spettacolari. Da qualche parte c'è anche la planimetria completa.
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