Per quelli che si ostinano a negare.....
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Re: Per quelli che si ostinano a negare.....
Jon Anderson racconta come i Beatles cambiarono la sua vita
https://www.rockol.it/news-740898/jon-a ... doti-video
Jon Anderson la storica voce degli Yes così racconta - come riportato da Classic Rock - l'effetto che gli fece ascoltare i Beatles nel 1966.
"Ero in un bordello ad Amburgo quando ho sentito per la prima volta “Tomorrow Never Knows”. Il posto si chiamava Top Ten Club: sette piani di caos, dove suonavo e stavo con la mia prima band, The Warriors. Fu quando, in quel bordello, misi “Revolver” (il settimo album della band di Liverpool, ndr) e arrivai alla fine della seconda parte ascoltando “Tomorrow Never Knows”, che compresi che i Beatles non erano solo una rock'n'roll band. Quella canzone si distingue come il loro allontanamento più avventuroso dal punto di vista sonoro e lirico da tutto quello che avevo mai sentito. Era come ascoltare la musica per la prima volta. Ascoltandolo nel 1966, non sai come l'hanno fatto. Non hai idea di come l'hanno messo insieme e di come sono venuti fuori i testi. “Tomorrow Never Knows” ha avuto un effetto su di me e su tutti, perché era davvero rivoluzionario.”.
L'oggi 78enne musicista britannico continua: "Io e gli altri musicisti che conoscevo allora guardavamo ai Beatles come ai leader sul cosa fare dopo. Erano gli unici a dimostrare che si poteva progredire come band. Tutti gli altri facevano solo pop commerciale. Gli Hollies erano fantastici, i Moody Blues, ovviamente gli Stones. Ma facevano solo R&B e pop. I Beatles, con l'aiuto di George Martin, cambiarono la cultura della musica. Hanno avviato una reazione a catena nella musica delle altre band. E dopo “Tomorrow Never Knows”, sono semplicemente migliorati. "Sgt. Pepper” è stata una mossa incredibilmente grandiosa in una direzione che nessuno aveva nemmeno percepito prima. Era una straordinaria esibizione musicale, con un pubblico che potevi sentire tifare e applaudire. La sua struttura musicale, la sua identità musicale, la sua produzione e i suoi arrangiamenti mi hanno lasciato a bocca aperta. Sconvolse il mondo della musica. Non puoi averne idea se non c'eri.”
E ancora continua a raccontare: "Eravamo di nuovo ad Amburgo quando l'ho comprato, e l'abbiamo suonato all'infinito, per mesi.
Uscivi e prendevi qualcosa da mangiare, poi tornavi e lo suonavi di nuovo, cinque volte, ogni volta. È impossibile esprimere a parole cosa si prova ad ascoltare la sua ultima canzone, “A Day In The Life”, per la prima volta. Era proprio come una grande porta che si apriva. Tutto quello che potevi dire era: 'Che diavolo?'. A quel tempo mi facevo di acido, quindi ero comunque su un altro pianeta. Sono ancora su quel pianeta dove i Beatles mi misero allora. Anche “Sgt. Pepper” faceva parte di un momento straordinario. Era come se la realtà fosse cambiata musicalmente e anche l'intero concetto di come viviamo e per cosa viviamo stava cambiando. Tutti erano presi dalla droga, dal rock'n'roll, dall'amore libero e dalla pace. Era un periodo incredibile per un giovane, e soprattutto per un musicista. Ci siamo resi conto che tutto, da quel momento in poi, era possibile. Ecco perché noi Yes abbiamo creato ciò che abbiamo creato. Perché abbiamo capito che non dovevamo fare affidamento solo su ciò che andava in radio, dovevamo fare affidamento solo sulla musica. Accadde con l'aiuto dei Beatles che hanno aperto quell'incredibile porta. Erano gli dei del rock'n'roll. Erano i leader di tutto, tutti gli altri lentamente li seguirono e si svegliarono un po'. Dopo, fu niente in confronto a Sgt. Pepper.” .
Jon Anderson chiude dicendo: "I Beatles raggiunsero l'apice. Quando ascoltavo il “White album” o “Let It Be”, pensavo sempre: 'Grazie a Dio hanno fatto “Sgt. Pepper”'. I Beatles non mi hanno mai deluso, tranne quando si sciolsero. Ma avevano già rotto gli schemi. Cambiare il mondo una volta era sufficiente. I Beach Boys, Buffalo Springfield, Miles Davis e anche musicisti elettronici come Walter Carlos. C'era stata davvero tanta musica nel '66, '67 e '68. Ma erano i Beatles gli dei del rock e di tutto il resto. Gli Yes ne furono costantemente influenzati. Il fatto che il secondo lato di “Abbey Road” fosse un'idea completa è stato ciò che mi ha ispirato a fare brani musicali di lunga durata. Ci hanno mostrato che puoi fare qualsiasi cosa. Che non ha niente a che fare con il business o il pop o i soldi. Che funzionerà se riesci a farlo con amore, cuore e onestà.”
Dedicato ai vari Scaruffi della situazione.
Se i Beatles sono stati influenti o no, va chiesto ai diretti interessati.
https://www.rockol.it/news-740898/jon-a ... doti-video
Jon Anderson la storica voce degli Yes così racconta - come riportato da Classic Rock - l'effetto che gli fece ascoltare i Beatles nel 1966.
"Ero in un bordello ad Amburgo quando ho sentito per la prima volta “Tomorrow Never Knows”. Il posto si chiamava Top Ten Club: sette piani di caos, dove suonavo e stavo con la mia prima band, The Warriors. Fu quando, in quel bordello, misi “Revolver” (il settimo album della band di Liverpool, ndr) e arrivai alla fine della seconda parte ascoltando “Tomorrow Never Knows”, che compresi che i Beatles non erano solo una rock'n'roll band. Quella canzone si distingue come il loro allontanamento più avventuroso dal punto di vista sonoro e lirico da tutto quello che avevo mai sentito. Era come ascoltare la musica per la prima volta. Ascoltandolo nel 1966, non sai come l'hanno fatto. Non hai idea di come l'hanno messo insieme e di come sono venuti fuori i testi. “Tomorrow Never Knows” ha avuto un effetto su di me e su tutti, perché era davvero rivoluzionario.”.
L'oggi 78enne musicista britannico continua: "Io e gli altri musicisti che conoscevo allora guardavamo ai Beatles come ai leader sul cosa fare dopo. Erano gli unici a dimostrare che si poteva progredire come band. Tutti gli altri facevano solo pop commerciale. Gli Hollies erano fantastici, i Moody Blues, ovviamente gli Stones. Ma facevano solo R&B e pop. I Beatles, con l'aiuto di George Martin, cambiarono la cultura della musica. Hanno avviato una reazione a catena nella musica delle altre band. E dopo “Tomorrow Never Knows”, sono semplicemente migliorati. "Sgt. Pepper” è stata una mossa incredibilmente grandiosa in una direzione che nessuno aveva nemmeno percepito prima. Era una straordinaria esibizione musicale, con un pubblico che potevi sentire tifare e applaudire. La sua struttura musicale, la sua identità musicale, la sua produzione e i suoi arrangiamenti mi hanno lasciato a bocca aperta. Sconvolse il mondo della musica. Non puoi averne idea se non c'eri.”
E ancora continua a raccontare: "Eravamo di nuovo ad Amburgo quando l'ho comprato, e l'abbiamo suonato all'infinito, per mesi.
Uscivi e prendevi qualcosa da mangiare, poi tornavi e lo suonavi di nuovo, cinque volte, ogni volta. È impossibile esprimere a parole cosa si prova ad ascoltare la sua ultima canzone, “A Day In The Life”, per la prima volta. Era proprio come una grande porta che si apriva. Tutto quello che potevi dire era: 'Che diavolo?'. A quel tempo mi facevo di acido, quindi ero comunque su un altro pianeta. Sono ancora su quel pianeta dove i Beatles mi misero allora. Anche “Sgt. Pepper” faceva parte di un momento straordinario. Era come se la realtà fosse cambiata musicalmente e anche l'intero concetto di come viviamo e per cosa viviamo stava cambiando. Tutti erano presi dalla droga, dal rock'n'roll, dall'amore libero e dalla pace. Era un periodo incredibile per un giovane, e soprattutto per un musicista. Ci siamo resi conto che tutto, da quel momento in poi, era possibile. Ecco perché noi Yes abbiamo creato ciò che abbiamo creato. Perché abbiamo capito che non dovevamo fare affidamento solo su ciò che andava in radio, dovevamo fare affidamento solo sulla musica. Accadde con l'aiuto dei Beatles che hanno aperto quell'incredibile porta. Erano gli dei del rock'n'roll. Erano i leader di tutto, tutti gli altri lentamente li seguirono e si svegliarono un po'. Dopo, fu niente in confronto a Sgt. Pepper.” .
Jon Anderson chiude dicendo: "I Beatles raggiunsero l'apice. Quando ascoltavo il “White album” o “Let It Be”, pensavo sempre: 'Grazie a Dio hanno fatto “Sgt. Pepper”'. I Beatles non mi hanno mai deluso, tranne quando si sciolsero. Ma avevano già rotto gli schemi. Cambiare il mondo una volta era sufficiente. I Beach Boys, Buffalo Springfield, Miles Davis e anche musicisti elettronici come Walter Carlos. C'era stata davvero tanta musica nel '66, '67 e '68. Ma erano i Beatles gli dei del rock e di tutto il resto. Gli Yes ne furono costantemente influenzati. Il fatto che il secondo lato di “Abbey Road” fosse un'idea completa è stato ciò che mi ha ispirato a fare brani musicali di lunga durata. Ci hanno mostrato che puoi fare qualsiasi cosa. Che non ha niente a che fare con il business o il pop o i soldi. Che funzionerà se riesci a farlo con amore, cuore e onestà.”
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-Non ci sono più le mezze stagioni.
-Si stava meglio quando si stava peggio.
-Band on the Run è troppo bassa.
-Si stava meglio quando si stava peggio.
-Band on the Run è troppo bassa.
Re: Per quelli che si ostinano a negare.....
Intervista bellissima. Che poi, il top ten di Amburgo è il locale in cui i Beatles suonavano nel 1961 e 1962. Quale classic rock è?
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Re: Per quelli che si ostinano a negare.....
Non ne ho idea. Ho solo riportato quanto scritto su Rockol.
-Non ci sono più le mezze stagioni.
-Si stava meglio quando si stava peggio.
-Band on the Run è troppo bassa.
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Re: Per quelli che si ostinano a negare.....
Penso intenda "come Classic Rock (il magazine inglese) riporta".
Sii te stesso; tutti gli altri sono già occupati. (Oscar Wilde)
Re: Per quelli che si ostinano a negare.....
Ecco qui l'intervista originale:
https://www.loudersound.com/features/th ... n-anderson
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Re: Per quelli che si ostinano a negare.....
Ennesima testimonianza a favore dell'importanza storica di quei 'ragazzi' da Liverpool; le dichiarazioni a favore (si badi bene: non solo in ambito musicale, la loro vicenda e il loro successo come 'songwriters' di qualità venne inquadrato e commentato anche da storici, sociologi, etc) in 50anni non si contano più.
Ma c'è ancora qualcuno convinto del contrario? Forse ha passato gli anni 60 (e 70) a vivere su Marte...
Noto che Jon Anderson porta ad esempio TOMORROW NEVER KNOWS che anche solo oggi sarebbe da inquadrare come un QUADRO SONORO di avanguardia, figurarsi quando fu pubblicato, nel 66... erano davvero "troppo" avanti...
Ma c'è ancora qualcuno convinto del contrario? Forse ha passato gli anni 60 (e 70) a vivere su Marte...
Noto che Jon Anderson porta ad esempio TOMORROW NEVER KNOWS che anche solo oggi sarebbe da inquadrare come un QUADRO SONORO di avanguardia, figurarsi quando fu pubblicato, nel 66... erano davvero "troppo" avanti...
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Re: Per quelli che si ostinano a negare.....
Si, quando vennero "promossi" dal loro promoter tedesco, Bruno Koshmider penso si chiamasse (se non ricordo male, vado a memoria), che li tirò fuori dal "Banbikino" (un nome che è tutto un programma) uno sguaiatissimo locale notturno per sonnanbuli, marinai solitari e donnine allegre, il primo che li ospitò quando arrivarono ad Amburgo...
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Re: Per quelli che si ostinano a negare.....
Dici quasi bene aor, i nomi corretti sono Bruno Koschmider (con la c) e Bambi Kino (con la m), che vuol dire Cinema Bambi.
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Re: Per quelli che si ostinano a negare.....
Ma no, qualcuno è stato anche ospite di queste pagine.aorlansky60 ha scritto: ↑29/11/2023, 17:23 Ma c'è ancora qualcuno convinto del contrario? Forse ha passato gli anni 60 (e 70) a vivere su Marte...
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Re: Per quelli che si ostinano a negare.....
@Hairless
un ospite 'marziano' di passaggio qui, vorrai dire...
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- aorlansky60
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Re: Per quelli che si ostinano a negare.....
Erano i tempi 'eroici' di quando quei ragazzi vestivano di pelle... in realtà ad Amburgo fecero la fame, lavoro notturno ininterrotto per una paga misera, che al giorno d'oggi i sindacati e 'il salario minimo' sarebbe una roba 'da siuri', al confronto... erano i tempi di quando scoprirono le pasticche di 'preludin'(così credo si chiamasse, vado sempre a memoria) per star svegli tutta la notte... sognavano "fama soldi e gloria" e saranno accontentati, ma quello che poi gli arrivò 'dopo Amburgo' non fu assolutamente paragonabile anche al loro sogno più ambizioso possibile...
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