Chiedo scusa per il ritardo, ma ho un po' di casini lavorativi.
Siamo negli anni 80, quelli del "riflusso", nell'Italia da bere (non solo Milano eh eh
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). Finita la stagione delle barricate, spazio all'estro individuale (e individualista). Un outsider, controverso anche per il suo passato politico, era senz'altro Sergio Caputo. Nel 1983, in anni di pop elettronico, esce un gioiellino swing, che a mio parere è tra i brani più traboccanti entusiasmo di tutta la storia del pop italico: "Sabato italiano", spiazzante i
nstant-classic. Lo stile retrò da
big band incanta, pur senza scadere mai nella "calligrafia"; Caputo canta con un trasporto e una convinzione tale da farci letteralmente percepire quella "aria formidabile" e le "stelle accese" di cui parla il testo.
Appunto, il testo. A qualcuno forse potrà sembrare un raffazzonato non-sense; per me invece è un capolavoro nel capolavoro, con i suoi accostamenti sbilenchi, le sue rime improbabili, le metonimie (
il fetido cortile ricomincia a miagolare); le sinestesie (
questa storia imprevedibile d'amore e dinamite), le allusioni politiche (
giù in strada per fortuna sono ancora tutti vivi), le metafore fantasiose (
la notte è un dirigibile che ci porta via lontano /
abissi imperscrutabili le donne degli amici), l'impressionismo (
equilibristi in bilico sul fine settimana) con cui si raccontano notti brave e si dipingono gli umori di quell'epoca.
RANK #3
Sergio Caputo - Un Sabato Italiano
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https://www.youtube.com/watch?v=aoLhakFoMb8[/bbvideo]