TOP 10 SONGS ( Le preferite di Philby70 )

[Philby70]

Ciao a tutti!
Bene. E' arrivato il mio turno di presentarvi i miei brani preferiti che... non sono i miei preferiti!
No, non vi sto prendendo in giro, solo che vale anche per me quel che penso valga per qualsiasi appassionato che possieda una discoteca fornita: diciamo che i brani preferiti di oggi potrebbero non esserlo domani, e se la classifica dovesse essere riscritta tra due settimane, probabilmente vi troverebbero posto dieci brani diversi!

Quindi, ho scelto dieci brani cui sono particolarmente affezionato, cercando di evitare nomi troppo noti - anzi inserendone qualcuno veramente poco conosciuto - oppure quando il gruppo conosciuto lo è, inserendo un brano considerato 'minore'...

Eccoci dunque a cominciare:

[Philby70]

DECIMA
BLACK SHEEP OF THE FAMILY ( Quatermass, 1970 )



Brano di apertura dell'unico, omonimo, album di questo trio che la critica più pigra, stante l'assenza di chitarra a favore di un ampio ruolo solista delle tastiere in una formazione triangolare, paragonerà ad Emerson Lake & Palmer.
In realtà, questi Quatermass sono molto più vicini all'hard rock di quanto lo siano stati i ben più famosi 'ispiratori', e questo brano lo dimostra appieno - una sorta di Deep Purple senza chitarra...


Tra l'altro, sono numerosi i punti di contatto dei Quatermass con la Purple-family:

- il batterista Mick Underwood proveniva dagli Episode Six, gruppo pre-viola di Gillan e Glover,

- il bassista e vocalist Jon Gustafson finirà nella Ian Gillan Band,

- il rifiuto dei Purple di inciderne una cover su "Stormbringer" sarà il pretesto preso al volo da Blackmore per lasciare la band. A quel punto 'The Man in Black' recluterà il gruppo degli Elf ( tranne il chitarrista, ovviamente ), guidato dal cantante Ronnie James Dio, per incidere la propria versione e sarà talmente soddisfatto del risultato da aggiungerci altri otto brani mica da poco e fare uscire il tutto come "Ritchie Blackmore's Rainbow", dando così vita al gruppo dallo stesso nome.

[MrMuschiato]

Conosco la versione dei Rainbow appunto, appena ho occasione ascolto anche questa e voto!

[Progknight94]

gli do un 7, son altri i loro brani che preferisco

[Mick Channon]

non conoscevo i Quatermass,quando ho letto che non avevano le chitarre ho storto un pò il naso,ma devo ammettere che il brano non è male,ha ragione Philby è molto hard rock nonostante l'assenza delle chitarre appunto.Non mi piace la voce del cantante quindi mezzo voto in meno
Voto: 7

[reallytongues]

mi sono sempre promesso di comprare i Quatermass (più che altro per la copertina memorabile)
bel brano:
richiama l'hard/r&b degli Small Faces...cioè l'hard che più mi piace (quello lontano dall'heavy insomma)
VOTO 7,5

[Hairless Heart]

Mi ricorda altre canzoni sul genere, tipo Born to be wild e dintorni.
Non è il mio genere, questo lo sanno anche i sassi, ma un 6,5 lo strappa ugualmente.
Personalmente non mi ha pesato l'assenza della chitarra, è ben surrogata dall'hammond.
Curioso, e per me inedito, l'aneddoto su Blackmore.

[Philby70]

Eccomi di nuovo a voi.
Visto che la mia prima uscita già qualche voto l'ha raccolto, procedo con la classifica passando alla...

NONA
THE SUPER-NATURAL ( John Mayall & the Bluesbreakers, 1967 )




Certo, il nome che appare è quello di Mayall, ma questo brano è farina del sacco del chitarrista Peter Green - successore del 'God' Clapton nei Bluesbreakers e futuro Fleetwood Mac - che ne è anche il protagonista assoluto nel farci provare tutta una serie di emozioni che vanno dal misterioso al sensuale con la sua magica chitarra.
A me vengono i brividi ogni volta che la ascolto...

[Hairless Heart]

Praticamente una Black magik woman rallentata!
Peccato che non abbia una parte cantata o perlomeno una melodia principale, poteva venirne fuori una bomba. Gli strumenti in sottofondo creano una bella atmosfera, specie grazie all'hammond, ma si sente che manca qualcosa, qui c'è solamente un assolo di chitarra. Non conosco il disco per cui ignoro se questo pezzo faccia da lancio per un'altra canzone.
Per questi motivi oltre al 6 non riesco ad andare.

[Philby70]

Non per niente, anche 'Black Magic Woman' l'ha scritta Peter Green ...

[Harold Barrel]

Comincio con Black Sheep of the Family - voto 7,5. Non è eccezionale, ma il sound è ottimo. Mi piace molto il ruolo che ricopre l'Hammond. Un bel brano rock dei seventies.

[Mick Channon]

Adoro Peter Green,sopratutto nei Fleetwood Mac,qui è grande ma è praticamente un assolo di chitarra,il brano in se è un po scarno,comunque grande atmosfera.
Voto: 7

[Progknight94]

6 a questa, anche tirato.. non me ne volere ma non ci trovo nulla di speciale:)

[reallytongues]

John Mayall & Peter Green
voto 7
bellissime le note tenute lunghe, sono i momenti migliori del brano
brano parecchio sperimentale, forse uno dei primi lanci psichedelici di un Peter ancora alla ricerca della sua formula migliore
Hard Road di Mayall è un disco dal suono lussureggiante, molto musicale, sono forse le composizioni un pochino al di sotto degli standar migliori
PS. John Mayall in dicembre è a Padova e Milano.

[Philby70]

Vedo che partecipate numerosi... bene bene, questo mi rende ancora più impaziente di dipanare le posizioni successive.

Per questa, ho meditato a lungo su quale brano inserire di uno dei miei artisti preferiti in assoluto: Richard Thompson.
Ex chitarrista dei gloriosi Fairport Convention, una istituzione del folk-rock britannico, poi titolare di una carriera solista lunga e carica di riconoscimenti, più che altro da parte dei colleghi; non è raro infatti sentirlo definire, su qualche rivista d'oltremanica, come un "songwriters' songwriter" o un "guitarists' guitarist".
Dicevo che sono stato parecchio indeciso su quale brano inserire - ovviamente tra i suoi che preferisco - e alla fine la scelta non dico che l'ho fatta a testa o croce ma quasi, anche alla luce di quanto disponibile su YouTube.
Il mio consiglio, comunque, è di indagare ulteriormente su di lui, viste le varie sfaccettature della sua opera.

Chissà perché, sento che forse questo sarà il brano più controverso della mia classifica...

OTTAVA
COCKSFERRY QUEEN ( Richard Thompson, 1999 )



Qualcuno la amerà, qualcuno non la sopporterà...

[Hairless Heart]

Davvero un'istituzione, i Fairport Convention! Non li ho mai approfonditi, anche perchè scoraggiato dalla mole di dischi che hanno profotto. Conosco svariati suoi ex (o attuali) componenti, per il solo fatto che hanno militato di passaggio nei Jethro Tull, a partire dal grande Dave Pegg.
Questa Cocksferry queen, più che un folk britannico, mi sembra un country molto americaneggiante. Non è un brano particolarmente controverso, ma non mi dice molto, non ha un qualcosa di caratterizzante. Piuttosto piatto, insomma. Voto 5.

John Mayall & Peter Green...

"I Maiali Verdi". Sarebbe stato un ottimo nome per una band.....

[MrMuschiato]

Quatermass - Black sheep of the family 5,5 non mi piace molto, preferisco e di molto la cover dei Rainbow

John Mayall & Peter Green - Supernatural 6 carina

Richard Thompson - Cooksferry Queen 6,5 giusto perchè ha quel che di countryeggiante (penso di aver appena creato una parola!)

[Mick Channon]

Di Thompson conosco solo il periodo dei Fairport Convention (ottimi dischi),del resto della sua carriera non so molto.il brano in questione non è male ma non riesco ad apprezzarlo appieno.
Voto : 6.5

[reallytongues]

Bello!
è quasi un country punk
crescendo irruento fino all'esplosione corale
RICHARD THOMPSON
VOTO 7

[Philby70]

Ringrazio tutti quelli che seguono con interesse questi miei umili consigli per gli ascolti, e vi introduco al prossimo scalino verso la vetta...


SETTIMA
BLIND PRAYER ( Rod Stewart, 1969 )




Occhio a liquidare il buon vecchio 'Rod the Mod' alla luce delle tavanate ( qualcuno ricorda questa definizione? ) che fa uscire ultimamente, e che ci fanno inquadrare la sua collocazione naturale su qualche palco di Las Vegas a cantare davanti a milionari incravattati e stangone impellicciate. Lo Stewart dei tempi d'oro era un musicista coi fiocchi, non soltanto un interprete: questo rock bluesato, pieno di pathos e che avrebbe benissimo potuto stare su uno dei suoi gloriosi dischi con Jeff Beck, è tratto dal suo esordio solista "An old raincoat won't ever let you down" - noto anche come "The Rod Stewart Album", disco in cui il nostro scrive più della metà dei brani, oltre ad occuparsi degli arrangiamenti.