La Crisi (della musica leggera)
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La Crisi (della musica leggera)
o Perché il rock si sta suicidando
Che titolo rivoluzionario, spaventoso!!
Però sembra proprio così, non si può negare, è davanti agli occhi di tutti noi: inizio proponendo alcuni esempi.
1) Roger Waters, 68enne, riempie stadi in giro per il mondo da due anni con “The Wall”, e va ancora avanti a piè sospinto, dopo aver riproposto in tour “Dark Side Of The Moon” pochi anni fa.
2) Ian Anderson, 64enne, un po' più in piccolo (ma relativamente) riporta in scena “Thick As A Brick”, e tra poco esce pure un album che ne sarebbe un seguito... proprio come Mike Oldfield con “Tubular Bells II”, “III” e “2003”.
3) Roger Daltrey, 64enne, idem con “Tommy”.
E questi sono solo alcuni casi: quanti altri artisti e band di ultrasessantenni continuano con la routine album-tour-album-tour-album-tour... Paul McCartney, i Deep Purple, Ozzy Osbourne, gli AC/DC, i Rush, David Gilmour, Greg Lake, Robert Fripp...
Ma cosa c’è di male in tutto questo? Anzi, se coloro che sono adorati come leggende della musica continuano a farci sognare con essa, tanto meglio! Loro non hanno alcuna colpa.
Non lo metto in dubbio, io sono il primo che apprezza il rock “classico” degli anni ’70, ma analizziamo la situazione da un punto di vista: perché continuano la loro carriera?
Essi continuano perchè la gente non aspetta nessun altro che loro: loro sono stati i musicisti più e meglio produttivi della storia della musica del secolo scorso.
Oggi la situazione è drasticamente diversa: infatti dove sono le band di ragazzi ventiduenni che in un anno fanno uscire "Machine Head", "Foxtrot", "Close to the Edge" e "Yessongs", "Obscured by Clouds" e "Storia di un Minuto"?
Solo per citare alcuni dischi usciti tutti nello stesso anno: uno più leggendario dell'altro!
"Evvabbè, quelli erano altri tempi"...
Ma allora quei tempi devono tornare, perchè da circa vent'anni la produzione di musica particolarmente e universalmente interessante si è fermata.
Non molto tempo fa è uscito "Mylo Xyloto" dei Coldplay, un disco che ha lo stesso impatto sul pubblico di "Dark Side Of The Moon" quarant'anni fa. Se fosse stato composto negli “anni d’oro” siamo sicuri che avrebbe ottenuto così tanto successo?
Evidentemente non c'è più la produzione artistica di quegli anni, sembra essersi fermato tutto all'inizio degli anni '90.
E' per questo che continuiamo ad osannare vecchietti: perchè non c'è più stato nulla di sbalorditivo, dopo di loro.
Questa “crisi” non tocca solo la musica (magari!): in effetti non si può dire che tocca “anche” altri campi, poiché la crisi è socioculturale.
Se la musica, infatti, come le altre arti, è lo specchio della società e della cultura, appare ovvio che nella situazione odierna non vi siano composizioni che ci entusiasmano come quelle degli anni “instabili” sotto svariati punti di vista, ma diversi da oggi anche in positivo: ci si sapeva (e poteva) stupire, per esempio.
Non avendo vissuto quegli anni, però, preferisco non esprimermi troppo.
Parliamo un po’ del rock, ora: perché sembra stare così male?
Ripercorriamone un attimo la storia, brevemente e inadeguatamente: da jazz, blues, gospel e folk nacque il “rock and roll”, genere che si è dotato di un proprio carattere con Elvis Presley, e negli anni ‘60 la forma con cui lo conosciamo oggi è nata con i Beatles e con i Rolling Stones (principalmente).
Da lì ha vissuto i suoi anni di grandezza, e poi ha iniziato, come tutte le grandi creazioni dell’uomo, a consumarsi, fino all'orribile autocannibalismo odierno.
Perché è un po’ come un recipiente, un barile aperto da quegli intoccabili nomi prima citati, e dal quale hanno potuto usufruire tutti i ragazzi che volevano sfogarsi negli anni delle contestazioni giovanili, quelli che fecero nascere e portarono avanti il rock definito “progressivo” e tutti gli altri sottogeneri.
Ora vediamo che il barile è vuoto, sono anni che anneghiamo tra centinaia di dischi che sono ripetizioni di ripetizioni, quando non si tratta di raccolte o ennesime ripubblicazioni di rimasterizzazioni, remissaggi e inediti dei vecchi dischi di successo: vediamo che questi ultimi sono in vetta alle classifiche, a voi le conclusioni.
A proposito di conclusioni, tiriamole perché altrimenti nessuno finirà mai di leggere questo post.
Purtroppo una rivoluzione artistica non salta fuori così, boom!, dal nulla, è l’uomo che deve cambiare vita, abbandonare i piaceri facili (temo sarà quasi impossibile) e riacquisire la capacità di stupirsi.
Ora parlate un po’ voi, dite la vostra!!
P.S.: chiedo scusa per la conclusione brusca, Harold/Michele sa che l'avevo finito già la settimana scorsa, ma non mi usciva nessuna "fine"
Che titolo rivoluzionario, spaventoso!!
Però sembra proprio così, non si può negare, è davanti agli occhi di tutti noi: inizio proponendo alcuni esempi.
1) Roger Waters, 68enne, riempie stadi in giro per il mondo da due anni con “The Wall”, e va ancora avanti a piè sospinto, dopo aver riproposto in tour “Dark Side Of The Moon” pochi anni fa.
2) Ian Anderson, 64enne, un po' più in piccolo (ma relativamente) riporta in scena “Thick As A Brick”, e tra poco esce pure un album che ne sarebbe un seguito... proprio come Mike Oldfield con “Tubular Bells II”, “III” e “2003”.
3) Roger Daltrey, 64enne, idem con “Tommy”.
E questi sono solo alcuni casi: quanti altri artisti e band di ultrasessantenni continuano con la routine album-tour-album-tour-album-tour... Paul McCartney, i Deep Purple, Ozzy Osbourne, gli AC/DC, i Rush, David Gilmour, Greg Lake, Robert Fripp...
Ma cosa c’è di male in tutto questo? Anzi, se coloro che sono adorati come leggende della musica continuano a farci sognare con essa, tanto meglio! Loro non hanno alcuna colpa.
Non lo metto in dubbio, io sono il primo che apprezza il rock “classico” degli anni ’70, ma analizziamo la situazione da un punto di vista: perché continuano la loro carriera?
Essi continuano perchè la gente non aspetta nessun altro che loro: loro sono stati i musicisti più e meglio produttivi della storia della musica del secolo scorso.
Oggi la situazione è drasticamente diversa: infatti dove sono le band di ragazzi ventiduenni che in un anno fanno uscire "Machine Head", "Foxtrot", "Close to the Edge" e "Yessongs", "Obscured by Clouds" e "Storia di un Minuto"?
Solo per citare alcuni dischi usciti tutti nello stesso anno: uno più leggendario dell'altro!
"Evvabbè, quelli erano altri tempi"...
Ma allora quei tempi devono tornare, perchè da circa vent'anni la produzione di musica particolarmente e universalmente interessante si è fermata.
Non molto tempo fa è uscito "Mylo Xyloto" dei Coldplay, un disco che ha lo stesso impatto sul pubblico di "Dark Side Of The Moon" quarant'anni fa. Se fosse stato composto negli “anni d’oro” siamo sicuri che avrebbe ottenuto così tanto successo?
Evidentemente non c'è più la produzione artistica di quegli anni, sembra essersi fermato tutto all'inizio degli anni '90.
E' per questo che continuiamo ad osannare vecchietti: perchè non c'è più stato nulla di sbalorditivo, dopo di loro.
Questa “crisi” non tocca solo la musica (magari!): in effetti non si può dire che tocca “anche” altri campi, poiché la crisi è socioculturale.
Se la musica, infatti, come le altre arti, è lo specchio della società e della cultura, appare ovvio che nella situazione odierna non vi siano composizioni che ci entusiasmano come quelle degli anni “instabili” sotto svariati punti di vista, ma diversi da oggi anche in positivo: ci si sapeva (e poteva) stupire, per esempio.
Non avendo vissuto quegli anni, però, preferisco non esprimermi troppo.
Parliamo un po’ del rock, ora: perché sembra stare così male?
Ripercorriamone un attimo la storia, brevemente e inadeguatamente: da jazz, blues, gospel e folk nacque il “rock and roll”, genere che si è dotato di un proprio carattere con Elvis Presley, e negli anni ‘60 la forma con cui lo conosciamo oggi è nata con i Beatles e con i Rolling Stones (principalmente).
Da lì ha vissuto i suoi anni di grandezza, e poi ha iniziato, come tutte le grandi creazioni dell’uomo, a consumarsi, fino all'orribile autocannibalismo odierno.
Perché è un po’ come un recipiente, un barile aperto da quegli intoccabili nomi prima citati, e dal quale hanno potuto usufruire tutti i ragazzi che volevano sfogarsi negli anni delle contestazioni giovanili, quelli che fecero nascere e portarono avanti il rock definito “progressivo” e tutti gli altri sottogeneri.
Ora vediamo che il barile è vuoto, sono anni che anneghiamo tra centinaia di dischi che sono ripetizioni di ripetizioni, quando non si tratta di raccolte o ennesime ripubblicazioni di rimasterizzazioni, remissaggi e inediti dei vecchi dischi di successo: vediamo che questi ultimi sono in vetta alle classifiche, a voi le conclusioni.
A proposito di conclusioni, tiriamole perché altrimenti nessuno finirà mai di leggere questo post.
Purtroppo una rivoluzione artistica non salta fuori così, boom!, dal nulla, è l’uomo che deve cambiare vita, abbandonare i piaceri facili (temo sarà quasi impossibile) e riacquisire la capacità di stupirsi.
Ora parlate un po’ voi, dite la vostra!!
P.S.: chiedo scusa per la conclusione brusca, Harold/Michele sa che l'avevo finito già la settimana scorsa, ma non mi usciva nessuna "fine"
Re: La Crisi (della musica leggera)
Ago ha scritto: ma analizziamo la situazione da un punto di vista: perché continuano la loro carriera?
Argomento interessante e sviluppato bene.
La loro carriera la continuano perché sanno di avere ancora un pubblico, non solo quelli che li ascoltavano negli anni 60-70 ma anche, in minor parte però, ragazzi giovani come te e molti altri di questo forum. Alcuni di questi artisti lo fanno ancora per passione, non per soldi, vedi i McCartney e qualcun altro che hai citato, altri per “arrotondare” la pensione.
Tu hai fatto una lista di album usciti nello stesso anno e qui copio e incollo: "Machine Head", "Foxtrot", "Close to the Edge" e "Yessongs", "Obscured by Clouds" e "Storia di un Minuto”.
Di questi sei album solo il primo non appartiene al genere Prog. Questo mi fa capire che tu sei un amante di questo genere. Ma lo sai quanti individui, non solo giovani come te, ma anzianotti come me non sopportano il prog? Ho amici coetanei che dei Genesis ne hanno solo sentito parlare (peggio per loro). Loro hanno vissuto per anni e anni ascoltando solamente rock, quello classico si intende, fusion, jazz, blues etc. Quindi il considerare quel anno importante, è soggettivo. Poi ci sono gli amanti del Punk, non ne conosco per fortuna, ma sicuramente ci sono, e per loro gli anni d’oro sono stati altri.
Per adesso mi fermo qui, comunque ho ancora molte cose da dire.
Sii te stesso; tutti gli altri sono già occupati. (Oscar Wilde)
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Re: La Crisi (della musica leggera)
Solo un paio di considerazioni sulla tua interessante esposizione, Ago (che non perdi il filo! ):
-Elvis e compagnia prima, i Bitols dopo, il rock '70 ed il prog, hanno vissuto dei periodi floridi anche e soprattutto perchè prima di loro non c'era stato niente di simile, adesso l'impressione è che, nel pop, tutto sia già stato detto. Apparentemente non ci sono le condizioni perchè ci possa essere una nuova era nella musica rock, inteso come qualcosa di originale ed innovativo.
-Tutti gli artisti da te citati sono e saranno sempre ricordati per le opere prodotte nei loro anni migliori, certo Daltrey difficilmente porterebbe in tour "The Who by numbers", o Anderson sarebbe un pazzo a perder tempo con uno "Stormwatch 2".
-Elvis e compagnia prima, i Bitols dopo, il rock '70 ed il prog, hanno vissuto dei periodi floridi anche e soprattutto perchè prima di loro non c'era stato niente di simile, adesso l'impressione è che, nel pop, tutto sia già stato detto. Apparentemente non ci sono le condizioni perchè ci possa essere una nuova era nella musica rock, inteso come qualcosa di originale ed innovativo.
-Tutti gli artisti da te citati sono e saranno sempre ricordati per le opere prodotte nei loro anni migliori, certo Daltrey difficilmente porterebbe in tour "The Who by numbers", o Anderson sarebbe un pazzo a perder tempo con uno "Stormwatch 2".
-Non ci sono più le mezze stagioni.
-Si stava meglio quando si stava peggio.
-Band on the Run è troppo bassa.
-Si stava meglio quando si stava peggio.
-Band on the Run è troppo bassa.
Re: La Crisi (della musica leggera)
@Watcher: infatti il mio era un esempio per far capire quanto era comunque florida la produzione di quel periodo!
So bene che il rock progressivo non ha mai "spaccato" tanto, cosicchè alla fine è diventato quasi una prerogativa delle persone più... razionali, sagge, colte, raffinate, un po' "fra le nuvole"
Solo che io ritengo che sia proprio il rock, pur nella sua vastità e flessibilità, ad aver esaurito le sue risorse, ad aver finito.
Ora il futuro della musica è in qualcosa di ancora ignoto, ma penso che si tratterà di un altro genere, non più rock; quindi qualcosa di inimmaginabile, ora.
So bene che il rock progressivo non ha mai "spaccato" tanto, cosicchè alla fine è diventato quasi una prerogativa delle persone più... razionali, sagge, colte, raffinate, un po' "fra le nuvole"
Hai centrato il puntoHairless Heart ha scritto:Apparentemente non ci sono le condizioni perchè ci possa essere una nuova era nella musica rock, inteso come qualcosa di originale ed innovativo.
Solo che io ritengo che sia proprio il rock, pur nella sua vastità e flessibilità, ad aver esaurito le sue risorse, ad aver finito.
Ora il futuro della musica è in qualcosa di ancora ignoto, ma penso che si tratterà di un altro genere, non più rock; quindi qualcosa di inimmaginabile, ora.
Certo; c'è comunque da dire che tutti quelli lì ne hanno composto un bel po' di grandi opere d'arte, nel giro di pochi anni per i motivi che ho già noiosamente e ripetutamente detto... sono dell'opinione, per esempio, che se consideriamo Waters post-84 non sia mai stato un compositore tanto esaltante, ma come anche tutti gli altri, d'altronde, finito il loro periodo (biennio, quinquennio, decennio) "d'oro"Hairless Heart ha scritto:-Tutti gli artisti da te citati sono e saranno sempre ricordati per le opere prodotte nei loro anni migliori, certo Daltrey difficilmente porterebbe in tour "The Who by numbers", o Anderson sarebbe un pazzo a perder tempo con uno "Stormwatch 2".
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Re: La Crisi (della musica leggera)
Bello, bravo a tirar fuori l'argomento
Per me bisogna mettere in chiaro due cose, come parzialmente ha già fatto Watcher: - è relativo il periodo d'oro di un genere, e quindi di conseguenza - i novanta non sono assolutamente poveri di tesori, sono nati più generi nei 90 che in qualsiasi altro decennio (amando ed essendo nato nei 90, dovevo difenderli! )
Per me bisogna mettere in chiaro due cose, come parzialmente ha già fatto Watcher: - è relativo il periodo d'oro di un genere, e quindi di conseguenza - i novanta non sono assolutamente poveri di tesori, sono nati più generi nei 90 che in qualsiasi altro decennio (amando ed essendo nato nei 90, dovevo difenderli! )
Perfettamente d'accordo. Io credo che debba cambiare la strumentazione. Alla fine è un fenomeno di massa ed ora la massa non è interessata al suono "reale", quindi per me ci sarà una contaminazione piuttosto pesante con l'elettronica Dal punto di vista sociale la situazione non mi sembra molto diversa da quella dei 70, quindi come diceva anche Neil Young in una recente intervista, se ci fosse qualcuno che riuscisse a produrre musica in cui la gente si potesse rispecchiare, com'era il rock, il prog, il punk, il grunge, l'impatto sarebbe grandissimo. Purtroppo la musica leggera di oggi è TTUNZZ TTUNZZ (che di per se non è un difetto, ma la qualità è bassissima) e il massimo del testo è cmon bitch put your hands in the airHai centrato il punto
Solo che io ritengo che sia proprio il rock, pur nella sua vastità e flessibilità, ad aver esaurito le sue risorse, ad aver finito.
Ora il futuro della musica è in qualcosa di ancora ignoto, ma penso che si tratterà di un altro genere, non più rock; quindi qualcosa di inimmaginabile, ora.
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Re: La Crisi (della musica leggera)
Probabilmente anche prima dei panc lo dicevano-Elvis e compagnia prima, i Bitols dopo, il rock '70 ed il prog, hanno vissuto dei periodi floridi anche e soprattutto perchè prima di loro non c'era stato niente di simile, adesso l'impressione è che, nel pop, tutto sia già stato detto. Apparentemente non ci sono le condizioni perchè ci possa essere una nuova era nella musica rock, inteso come qualcosa di originale ed innovativo.
Re: La Crisi (della musica leggera)
Sono d'accordo solo in parte: da questo punto di vista devo dire che hai ragione sul fatto che l'evoluzione dei sintetizzatori & affini ha portato alla produzione di musica dance sempre più "facile".Progknight94 ha scritto:Io credo che debba cambiare la strumentazione. Alla fine è un fenomeno di massa ed ora la massa non è interessata al suono "reale", quindi per me ci sarà una contaminazione piuttosto pesante con l'elettronica
Ma l'uomo non può fermare la propria evoluzione, non possiamo fermarci solo perchè ci si trova bene così, il progresso deve sempre essere massimo.
Può darsi che la situazione sociale non sia così diversa, secondo me la crisi dei valori di oggi è imparagonabilmente maggiore a quella di trent'anni fa, non ci si sa più stupire, non c'è nessuna novità...
Una volta usciva il PX, il mondo è impazzito, tutta l'umanità era così: , tutte le case del mondo provarono a copiarlo.
Ora, dopo quarant'anni, siamo ancora lì a venerarlo. Perchè il Vespone è veramente fantastico, ma forse anche perchè nessuno ha mai creato nient'altro di tanto eclatante.
Vediamo ovunque pubblicità tipo questa:
Insomma, continuiamo ad attaccarci al passato.
E allora mi chiedo: è giusto?
PS: sono ogni giorno più convinto che il rock sia da lasciar perdere, ha veramente finito.
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Re: La Crisi (della musica leggera)
Io penso semplicemente debba cambiare faccia. Personalmente non mi sarebbe dispiaciuto se avesse continuato sulla linea dei Nine Inch Nails
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Re: La Crisi (della musica leggera)
Queste sono osservazioni da fare.Evidentemente non c'è più la produzione artistica di quegli anni, sembra essersi fermato tutto all'inizio degli anni '90. E' per questo che continuiamo ad osannare vecchietti: perchè non c'è più stato nulla di sbalorditivo, dopo di loro.
[...] Io ritengo che sia proprio il rock, pur nella sua vastità e flessibilità, ad aver esaurito le sue risorse, ad aver finito. Ora il futuro della musica è in qualcosa di ancora ignoto, ma penso che si tratterà di un altro genere, non più rock [...]
Cercherò di essere sintetico.
Dalla seconda metà degli anni '50 alla prima metà degli anni '70 il Rock è stata praticamente l'unica musica dei giovani; fra la fine degli anni '60 e gli inizi dei '70 si cominciò a guardare il Rock sotto una luce diversa: era un genere che poteva reggere benissimo influenze di moltissimi generi musicali, dal Jazz alla musica classica. E qui non si parla solamente di Rock Progressivo, ma anche di Fusion, psichedelia, e avanti così. Fra i musicisti c'era una sorta di entusiasmo generale. Cominciarono ad assumere importanza le tastiere, e non è da trascurare il fatto che uscivano in quegli anni modelli sempre nuovi di sintetizzatori, qualche mellotron e organi Hammond.
La mia teoria è che un genere musicale può sì arrivare all'apice della sua complessità, ma per poi lasciare il posto a qualcos'altro. Pensateci bene: nella prima metà degli anni '70, non fu solo il Progressive a raggiungere le sue vette, ma anche il Blues, con musicisti incredibili, per fare un esempio.
In parole povere, la crescita esponenziale della complessità del Rock, culminata con il Progressive, non ha potuto che lasciare il posto a qualcosa di molto, molto più semplice: il Punk. E così siamo ripartiti da zero, e questa volta furono i Clash a portare il Punk all'apice delle contaminazioni da altri generi, con due dischi fenomenali: London Calling ma soprattutto Sandinista.
E poi, dalla seconda metà degli '80 fino ad oggi? Nulla, a parte repliche e imitazioni, fra l'altro molto evidenti per chi come noi conosce i modelli. Qualcuno se l'è cavata meglio degli altri, è vero... Ma in quale direzione dobbiamo andare? Peter Gabriel ci ha provato: praticamente la World Music è un'invenzione sua.
« La vita è la palingenetica obliterazione dell’io trascendentale che s’infutura nell’archetipo prototipo dell’autocoscienza cosmica. »
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Re: La Crisi (della musica leggera)
Non è che non ci sia stato più nulla.. Hardcore Old e New School, Post Hardcore, Emo, Math Rock, Grunge, Industrial, Post Punk, Post Rock, e tutto tutto il Metal... E poi tutti quelli che ancora non conosco.. uscendo dal rock poi ovviamente va tutto moltiplicato.. è tutto di nicchia però, a parte rari casi.
Re: La Crisi (della musica leggera)
In effetti no, c'è stato sempre di più quantitativamente, ma sempre meno qualitativamente.
Tutti quei generi che hai citato (il Metal ha un discorso a parte...) per me non sono molto più che derivazioni(/degenerazioni in alcuni casi) di sottogeneri del rock.
Qualcosa forse sarebbe stato degno di nota, come il Math Rock e post-prog tipo Rush, ma è passato tutto inosservato...
Il Metal forse è nato come una derivazione dall'hard rock, ma poi se ne è distaccato molto, diventando quasi un genere distinto dal rock (sottolineo quasi), assumendo una connotazione e una vita propria, e adesso è forse nel pieno degli anni
C'è da pensare: perché è stato tutto di nicchia?
Tutti quei generi che hai citato (il Metal ha un discorso a parte...) per me non sono molto più che derivazioni(/degenerazioni in alcuni casi) di sottogeneri del rock.
Qualcosa forse sarebbe stato degno di nota, come il Math Rock e post-prog tipo Rush, ma è passato tutto inosservato...
Il Metal forse è nato come una derivazione dall'hard rock, ma poi se ne è distaccato molto, diventando quasi un genere distinto dal rock (sottolineo quasi), assumendo una connotazione e una vita propria, e adesso è forse nel pieno degli anni
C'è da pensare: perché è stato tutto di nicchia?
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Re: La Crisi (della musica leggera)
Quoto Ago, quelli citati da PK94 sono dei sottogeneri, delle cose ben specifiche. Quella che conosco meglio è il Grunge, che non ha nulla, ma proprio nulla di nuovo. Almeno i generi che si sono sviluppati precedentemente erano delle rielaborazioni (la new wave, ad esempio), il grunge neppure quello. Secondo il mio modesto parere, ovvio.
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Re: La Crisi (della musica leggera)
Anche il prog è un sottogenere, se è per questo! finchè restiamo nel rock lo sono tutti..
Il riscontro c'è stato, e quantitativamente non molto inferiore a quello del progressive, credo. Poi andando a cercare altri generi fuori ne trovi a decine..
Il riscontro c'è stato, e quantitativamente non molto inferiore a quello del progressive, credo. Poi andando a cercare altri generi fuori ne trovi a decine..
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Re: La Crisi (della musica leggera)
Appunto, è proprio questo il problema.Progknight94 ha scritto:uscendo dal rock poi ovviamente va tutto moltiplicato.. è tutto di nicchia però, a parte rari casi.
Specialmente negli anni '90 si è vista una grande quantità di gruppi che spesso è sparita nel nulla, come probabilmente accadrà con molte cantanti che oggi sono al massimo della loro fama.
Secondo me era venuto a mancare quell'entusiasmo e quella fiducia generale che si aveva nel Rock'n'Roll fra gli anni '50 e '70. Se pubblicavi certa musica, avevi piu' o meno la sicurezza di fare centro. Come dicevo prima, dagli anni '80 il Rock ha perso quella centralità che aveva sempre avuto...Ago ha scritto:C'è da pensare: perché è stato tutto di nicchia?
Ho sentito in radio che secondo statistiche le vendite dei dischi Pop hanno superato quelle Rock. Bisogna però vedere che cosa intende con Rock e Pop...
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Re: La Crisi (della musica leggera)
Già... detta così, quell'affermazione praticamente non ha senso, perchè Pop indica un qualcosa di moda in un certo momento.Harold Barrel ha scritto:Bisogna però vedere che cosa intende con Rock e Pop...
Infatti da molte parti trovi Pictures at an Exhibition come un album Pop.
Probabilmente si intendeva dire che il rock odierno ha sempre meno successo del resto della musica odierna (come per esempio la canzone italiana attuale)... la mia catastrofo-rivoluzionaria mente mi suggerisce: "e meno male!"
Insomma, io non riesco più ad ascoltare Virgin Radio... basta, non ne posso più!
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Re: La Crisi (della musica leggera)
Forse una volta il pop coincideva più spesso col rock..
Re: La Crisi (della musica leggera)
In realtà nei primi anni 70 "pop" era un termine "nobile".Progknight94 ha scritto:Forse una volta il pop coincideva più spesso col rock..
Forse l'ho già scritto, ma c'era una trasmissione televisiva musicale, chiamata :
"Adesso musica.... classica, leggera, pop"
Esisteva quindi questa distinzione, attraverso la quale si classificava il pop come quello che oggi viene definito rock.
Quindi erano pop la PFM, Gli Area e il Banco del Mutuo soccorso, ad esempio.
E pop erano pure gli ELP.
Questione di intendersi sui termini.
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Re: La Crisi (della musica leggera)
Anche i Korn sono pop.....
....ehm, sulla questione "pop" ci dedicammo un topic.
....ehm, sulla questione "pop" ci dedicammo un topic.
-Non ci sono più le mezze stagioni.
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Re: La Crisi (della musica leggera)
Mi domandavo chi erano questi Korn, mai sentiti.
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Re: La Crisi (della musica leggera)
La crisi attuale credo sia figlia dei cambiamenti globali, c'è crisi in quasi tutti i settori, e ne fa le spese anche la musica. Non penso che il Rock abbia esaurito tutte le possibilità d'espressione, solo che ora fra le priorità non c'è più quella di comunicare, di creare, di inventare, ma quella di sopravvivere. Nessuno rischia più perchè ci tiene a mentenere la sua posizione, ha troppo da perdere. Se un giorno forse ne usciremo da questi tempi del cavolo, penso che anche la musica leggera, il rock, il pop torneranno a stupire come in passato. E comunque attenti a dare per morta la Bestia, perchè ogni volta che l'hanno fatto si è rialzata, a tal proposito vorrei ricordare che l'affermazione "il rock è morto" è vecchia quasi quanto il rock stesso, lo dissero ad esempio dopo la morte di Buddy Holly, ed era il 1959...
ok e adesso?