Johann Sebastian Bach
Inviato: 05/08/2011, 21:00
Johann Sebastian Bach
Invito a leggere quest’articolo anche coloro che non sono interessati alla musica classica, perché può essere loro utile a livello culturale e musicale. Poi, l’ho scritto IO, come potete non leggerlo?
Cominciamo, ragazzi miei, con la rassegna I Migliori Artisti Classici della Storia della Musica, partendo da colui che viene frequentemente definito il Prog-enitore del Prog-rock (oggi siamo in forma con i giochi di parole...).
Ebbene signori, sto parlando di Johann Sebastian Bach, musicista a 360 gradi di strumenti a tastiera, compositore e maestro. Nasce ad Eisenach (città tedesca dove 200 anni prima aveva studiato l’ancora quindicenne Lutero e dove 150 anni dopo passò Napoleone con le sue truppe, all'inseguimento delle armate prussiane), in pieno periodo barocco, fine del Seicento, da una fortunata famiglia di strumentisti per tradizione (pure il padre Ambrosius e il nonno Christoph erano stimati maestri della musica e… dell’arte culinaria, suppongo, data la robustezza fisica).
Dopo una prima erudizione ottenuta dal babbo e dal fratellone maggiore, studiò presso l’Istituto di San Michele (una sorta di convento), per iniziare poi a comporre le sue prime Partite (non Inter-Milan o Cesena-Palermo, ma quelle che oggi definiremmo Soli, ovvero esecuzioni con un unico strumento. In realtà il termine prese nel tempo il valore di suite, almeno così ci dice il fidato Wiki.)
Il genio fu sempre amante e prosecutore del contrappunto. E qui verte l’argomento che più mi sta a cuore di spiegarvi in questa prima puntata su Bach.
Partiamo dall’idea di trovarci di fronte ad un pianoforte: oggigiorno i pianisti generalmente affidano alla mano sinistra parti non troppo complesse (toniche degli accordi, bassi a due ottave, interi voicing in ambiente soprattutto Jazz) per eseguire alla destra la parte melodica vera e propria o l’assolo, insomma il succo del brano musicale. Questo perché:
- per natura la mano sinistra è più debole della destra (eccezion fatta per i mancini, ovviamente), specialmente nell’articolazione dell’anulare e del mignolo;
- non vi sia una sovrapposizione dei suoni pesante, sgradevole all’orecchio del moderno popolo di ascoltatori
(notate che la sigla di Twilight, River Flows In You di Yiruma o quella de Il Favoloso Mondo di Amélie, Comptine d'Un Autre Ete : L'Apres Midi di Tiersen, entrambe musiche attuali neo-romantiche, sono piuttosto basilari alla sinistra, mentre la destra fa tutto il necessario).
Ecco, Bach nella sua vasta produzione non fece così, almeno generalmente. Egli fu capace di creare due o più melodie totalmente distinte e individuali alle due mani, riuscendo a incastrarle perfettamente l’un l’altra come pezzi di un puzzle. Per questo anche le sue più semplici composizioni (come quelle del Piccolo Libro per Anna Magdalena Bach, la sua seconda moglie) sono di un livello musicale tale da costringere chi le suona a dividere mentalmente le due mani e pensare a due musiche completamente distinte che si rincorrono l'un l'altra, sino alla fine. Bach è TUTTO, per imparare a suonare. Perché, a mio avviso, quando si suona, la tecnica mentale/cerebrale è più importante della tecnica fisica delle mani, la composizione è più formativa di certi virtuosismi fini a se stessi, in cui caddero altri musicisti.
Il contrappunto è quindi questo stile prettamente occidentale di creare un intreccio di più linee melodiche, in parole povere. L’imitazione aggiunge un tocco in più: quello di ripetere sequenze di note uguali (motivetti, per intenderci) nella melodia alla sinistra e nella melodia alla destra. In questo modo le due linee si richiamano a vicenda, come due amici che parlano uno sopra l'altro e ogni tanto il secondo dice una frase che un attimo fa ha detto il primo (esempio molto terra-terra, eh). Questo video mostra perfettamente quello che intendo dire (è a dir poco sbalorditivo, secondo me): http://www.youtube.com/watch?v=xY_GMnQvj6E
Nel prossimo post parlerò di alcune principali opere del soggetto, immagino già i Concerti Brandeburghesi.
Hasta la Vista!
Sveglio durante una notte, quando il resto della casa era nel profondo del sonno, Sebastian aveva trovato un manoscritto (forse una raccolta di lavori del primo mentore di Johann Christoph Bach, ovvero il religioso J. Pachelbel, autore del famosissimo Canone In Re Maggiore) nell’armadietto di musica di suo fratello, custodito gelosamente sotto chiave. Il giovane musicista riuscì ad infilare le piccole mani nella grata dell'armadietto e iniziò a copiare i preziosi spartiti al chiaro di luna. Questo lavoro notturno seguitò finché un giorno Johann Christoph sentì il giovane Sebastian che suonava alcuni dei motivi caratteristici tratti dai brani della sua biblioteca privata; naturalmente egli volle sapere come Sebastian ne fosse venuto a conoscenza, tanto da impararli così bene. Scoperto l'inganno, strappò tutte le copie del povero Sebastian e gli proibì categoricamente di suonare quei brani.
Invito a leggere quest’articolo anche coloro che non sono interessati alla musica classica, perché può essere loro utile a livello culturale e musicale. Poi, l’ho scritto IO, come potete non leggerlo?
Cominciamo, ragazzi miei, con la rassegna I Migliori Artisti Classici della Storia della Musica, partendo da colui che viene frequentemente definito il Prog-enitore del Prog-rock (oggi siamo in forma con i giochi di parole...).
Ebbene signori, sto parlando di Johann Sebastian Bach, musicista a 360 gradi di strumenti a tastiera, compositore e maestro. Nasce ad Eisenach (città tedesca dove 200 anni prima aveva studiato l’ancora quindicenne Lutero e dove 150 anni dopo passò Napoleone con le sue truppe, all'inseguimento delle armate prussiane), in pieno periodo barocco, fine del Seicento, da una fortunata famiglia di strumentisti per tradizione (pure il padre Ambrosius e il nonno Christoph erano stimati maestri della musica e… dell’arte culinaria, suppongo, data la robustezza fisica).
Dopo una prima erudizione ottenuta dal babbo e dal fratellone maggiore, studiò presso l’Istituto di San Michele (una sorta di convento), per iniziare poi a comporre le sue prime Partite (non Inter-Milan o Cesena-Palermo, ma quelle che oggi definiremmo Soli, ovvero esecuzioni con un unico strumento. In realtà il termine prese nel tempo il valore di suite, almeno così ci dice il fidato Wiki.)
Il genio fu sempre amante e prosecutore del contrappunto. E qui verte l’argomento che più mi sta a cuore di spiegarvi in questa prima puntata su Bach.
Partiamo dall’idea di trovarci di fronte ad un pianoforte: oggigiorno i pianisti generalmente affidano alla mano sinistra parti non troppo complesse (toniche degli accordi, bassi a due ottave, interi voicing in ambiente soprattutto Jazz) per eseguire alla destra la parte melodica vera e propria o l’assolo, insomma il succo del brano musicale. Questo perché:
- per natura la mano sinistra è più debole della destra (eccezion fatta per i mancini, ovviamente), specialmente nell’articolazione dell’anulare e del mignolo;
- non vi sia una sovrapposizione dei suoni pesante, sgradevole all’orecchio del moderno popolo di ascoltatori
(notate che la sigla di Twilight, River Flows In You di Yiruma o quella de Il Favoloso Mondo di Amélie, Comptine d'Un Autre Ete : L'Apres Midi di Tiersen, entrambe musiche attuali neo-romantiche, sono piuttosto basilari alla sinistra, mentre la destra fa tutto il necessario).
Ecco, Bach nella sua vasta produzione non fece così, almeno generalmente. Egli fu capace di creare due o più melodie totalmente distinte e individuali alle due mani, riuscendo a incastrarle perfettamente l’un l’altra come pezzi di un puzzle. Per questo anche le sue più semplici composizioni (come quelle del Piccolo Libro per Anna Magdalena Bach, la sua seconda moglie) sono di un livello musicale tale da costringere chi le suona a dividere mentalmente le due mani e pensare a due musiche completamente distinte che si rincorrono l'un l'altra, sino alla fine. Bach è TUTTO, per imparare a suonare. Perché, a mio avviso, quando si suona, la tecnica mentale/cerebrale è più importante della tecnica fisica delle mani, la composizione è più formativa di certi virtuosismi fini a se stessi, in cui caddero altri musicisti.
Il contrappunto è quindi questo stile prettamente occidentale di creare un intreccio di più linee melodiche, in parole povere. L’imitazione aggiunge un tocco in più: quello di ripetere sequenze di note uguali (motivetti, per intenderci) nella melodia alla sinistra e nella melodia alla destra. In questo modo le due linee si richiamano a vicenda, come due amici che parlano uno sopra l'altro e ogni tanto il secondo dice una frase che un attimo fa ha detto il primo (esempio molto terra-terra, eh). Questo video mostra perfettamente quello che intendo dire (è a dir poco sbalorditivo, secondo me): http://www.youtube.com/watch?v=xY_GMnQvj6E
Nel prossimo post parlerò di alcune principali opere del soggetto, immagino già i Concerti Brandeburghesi.
Hasta la Vista!
Sveglio durante una notte, quando il resto della casa era nel profondo del sonno, Sebastian aveva trovato un manoscritto (forse una raccolta di lavori del primo mentore di Johann Christoph Bach, ovvero il religioso J. Pachelbel, autore del famosissimo Canone In Re Maggiore) nell’armadietto di musica di suo fratello, custodito gelosamente sotto chiave. Il giovane musicista riuscì ad infilare le piccole mani nella grata dell'armadietto e iniziò a copiare i preziosi spartiti al chiaro di luna. Questo lavoro notturno seguitò finché un giorno Johann Christoph sentì il giovane Sebastian che suonava alcuni dei motivi caratteristici tratti dai brani della sua biblioteca privata; naturalmente egli volle sapere come Sebastian ne fosse venuto a conoscenza, tanto da impararli così bene. Scoperto l'inganno, strappò tutte le copie del povero Sebastian e gli proibì categoricamente di suonare quei brani.