Oscar Peterson - due proposte d'ascolto
Inviato: 05/01/2014, 18:59
Già da tempo mi proposi di tastare il terreno musicale di un artista jazz dalla discografia particolarmente smisurata: il pianista Oscar Peterson. Me ne sono uscito, dopo più di un'ora di ascolti e discussioni, da un negozio di dischi con due album in mano.
Il primo è We Get Requests del 1964, dall'ascolto molto piacevole, in cui Peterson figura con il suo trio composto dal bassista Ray Browne dal batterista Ed Thigpen. Si trattava di un trio consolidato da diversi anni ed è una cosa che si sente. I brani sono (erano, all'epoca) melodie gradevoli, amate e spesso richieste dal pubblico (come 'The Girl of Ipanema' oppure 'The Days of Wine and Roses'), ma ciò non equivale a definirlo un lavoro banale, tutt'altro. Chi vi si mette in mostra sono musicisti che spiccano per il modo in cui riescono comunicare al pubblico con la maestria sui propri strumenti.
Il secondo disco è My Favorite Instrument del 1968 che alle mie orecchie spicca più del primo per diverse ragioni. Innanzitutto si tratta di registrazioni piano-solo. Peterson, libero dalla 'forma trio' e dalle immediate conseguenze, è completamente libero nel ritmo, nella dinamica, nell'espressione, e dimostra di saper gestire perfettamente queste libertà musicali. Dimostra di essere un pianista. Pur percorrendo, nel corso del disco, melodie che sicuramente nell'ambiente jazzistico dell'epoca non rappresentavano una novità, riesce, da vero musicista, a plasmarle alla sua indole e ai suoi ritmi interni. Per questo ci sono dei passaggi in cui le melodie vengono rielaborate o arricchite in maniera talmente personale da risultare difficilmente riconoscibili. Fungono, cioè, da 'meri' modelli espressivi sui quali Peterson costruisce esattemente ciò che ha in mente di costruire. I passaggi tecnicamente più complessi vengono inoltre eseguiti con agilità e leggerezza notevoli (e ricordiamo la sua impostazione classica).
Inoltre il tutto fu registrato dalla MPS (Most Perfect Sound), il che, com'è facilmente intuibile, permette di immergerci in maniera molto piacevole nell'ascolto.
Si tratta dunque di due dischi che vi consiglio decisamente. Il primo da acquistare ad occhi chiusi - per me lo sarebbe anche il secondo, ma si tratta di una questione di gusti. Certo è che regge maggiormente ad un ascolto attento per chi ha 'orecchie allenate'.
Come assaggi d'ascolto consiglierei The Girl From Ipanema dal primo album e Someone to Watch over Me (di George e Ira Gershwin) e Who Can I Turn To dal secondo.
WE GET REQUESTS - Verve (1964)
Clicca qui o sull'immagine per ingrandire Tracce:
1. Corcovado
2. Days of Wine and Roses
3. My One and Only Love
4. People
5. Have You Met Miss Jones?
6. You Look Good to Me
7. The Girl from Ipanema
8. D & E
9. Time and Again
10. Goodbye J.D
MY FAVORITE INSTRUMENT - MPS (1968)
Clicca qui o sull'immagine per ingrandire Tracce:
1. Someone to Watch over Me
2. Perdido
3. Body and Soul
4. Who Can I Turn To
5. Bye Bye Blackbird
6. I Should Care
7. Lulu's Back in Town
8. Little Girl Blue
9. Take the "A" Train
Il primo è We Get Requests del 1964, dall'ascolto molto piacevole, in cui Peterson figura con il suo trio composto dal bassista Ray Browne dal batterista Ed Thigpen. Si trattava di un trio consolidato da diversi anni ed è una cosa che si sente. I brani sono (erano, all'epoca) melodie gradevoli, amate e spesso richieste dal pubblico (come 'The Girl of Ipanema' oppure 'The Days of Wine and Roses'), ma ciò non equivale a definirlo un lavoro banale, tutt'altro. Chi vi si mette in mostra sono musicisti che spiccano per il modo in cui riescono comunicare al pubblico con la maestria sui propri strumenti.
Il secondo disco è My Favorite Instrument del 1968 che alle mie orecchie spicca più del primo per diverse ragioni. Innanzitutto si tratta di registrazioni piano-solo. Peterson, libero dalla 'forma trio' e dalle immediate conseguenze, è completamente libero nel ritmo, nella dinamica, nell'espressione, e dimostra di saper gestire perfettamente queste libertà musicali. Dimostra di essere un pianista. Pur percorrendo, nel corso del disco, melodie che sicuramente nell'ambiente jazzistico dell'epoca non rappresentavano una novità, riesce, da vero musicista, a plasmarle alla sua indole e ai suoi ritmi interni. Per questo ci sono dei passaggi in cui le melodie vengono rielaborate o arricchite in maniera talmente personale da risultare difficilmente riconoscibili. Fungono, cioè, da 'meri' modelli espressivi sui quali Peterson costruisce esattemente ciò che ha in mente di costruire. I passaggi tecnicamente più complessi vengono inoltre eseguiti con agilità e leggerezza notevoli (e ricordiamo la sua impostazione classica).
Inoltre il tutto fu registrato dalla MPS (Most Perfect Sound), il che, com'è facilmente intuibile, permette di immergerci in maniera molto piacevole nell'ascolto.
Si tratta dunque di due dischi che vi consiglio decisamente. Il primo da acquistare ad occhi chiusi - per me lo sarebbe anche il secondo, ma si tratta di una questione di gusti. Certo è che regge maggiormente ad un ascolto attento per chi ha 'orecchie allenate'.
Come assaggi d'ascolto consiglierei The Girl From Ipanema dal primo album e Someone to Watch over Me (di George e Ira Gershwin) e Who Can I Turn To dal secondo.
WE GET REQUESTS - Verve (1964)
Clicca qui o sull'immagine per ingrandire Tracce:
1. Corcovado
2. Days of Wine and Roses
3. My One and Only Love
4. People
5. Have You Met Miss Jones?
6. You Look Good to Me
7. The Girl from Ipanema
8. D & E
9. Time and Again
10. Goodbye J.D
MY FAVORITE INSTRUMENT - MPS (1968)
Clicca qui o sull'immagine per ingrandire Tracce:
1. Someone to Watch over Me
2. Perdido
3. Body and Soul
4. Who Can I Turn To
5. Bye Bye Blackbird
6. I Should Care
7. Lulu's Back in Town
8. Little Girl Blue
9. Take the "A" Train